Ben 150 tra giornalisti ed esperti di vino da tutto il mondo si sono dati appuntamento alla seconda edizione dell’Alto Adige Wine Summit, tenutasi dal 5 all’8 settembre 2019 a Bolzano e dintorni, per conoscere più da vicino il mondo della viticoltura in Alto Adige.
All’insegna del motto “Un mondo di contrasti”, l’evento ha offerto un ricco programma. L’appuntamento clou: l’“Anteprima” con oltre 200 nuovi vini non ancora presenti sul mercato.
Ogni due anni sul palcoscenico del Wine Summit il mondo della viticoltura in Alto Adige si presenta a un vasto pubblico specializzato.
Al centro dell’attenzione del congresso di quest’anno, il Consorzio Vini Alto Adige – promotore della manifestazione insieme a IDM Alto Adige – ha posto le sfide che il futuro riserverà ai vigneti dell’Alto Adige a causa dei cambiamenti climatici, oltre a degustazioni all’insegna della varietà e numerose visite guidate ai vigneti. Obiettivo del Wine Summit è stato quello di presentare a un pubblico di rinomati specialisti del settore le particolarità della regione vinicola dell’Alto Adige. L’invito è stato accettato da esperti di vino di ben sedici Paesi tra cui USA, Hong Kong e Australia, giornalisti di pubblicazioni rinomate come Decanter, Espresso, Falstaff e Gambero Rosso. Sono giunti in Alto Adige anche dieci Masters of Wine dell’Institute of Masters of Wine, la più prestigiosa accademia enologica del mondo.
Una cena di benvenuto a Castel Mareccio ha inaugurato il Wine Summit giovedì sera. La giornata di venerdì è stata interamente dedicata al mondo vinicolo dell’Alto Adige tra tradizioni e nuovi inizi: le relazioni specialistiche in ambito scientifico e culturale all’insegna del motto “I contrasti della vitivinicoltura altoatesina”- tenute da Georg Niedrist (Istituto per l’ambiente alpino, Eurac Research), Carlo Ferretti (società di ricerca GIR – Geo Identity Research) e Leo Andergassen (Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano) – hanno fornito al pubblico la possibilità di confrontarsi su temi di grande attualità come il cambiamento climatico.
Questi argomenti sono stati poi approfonditi nel corso di un dibattito cui hanno preso parte Norbert Niederkofler del ristorante Rosa Alpina presso il St. Hubertus, Thomas Vaterlaus, Vinum Magazin, Barbara Raifer, Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg, Magdalena Pratzner, Tenuta Falkenstein, Martin Foradori, Tenuta J. Hofstätter e Andreas Kofler, Cantina di Cortaccia.
Anche in questa seconda edizione del Wine Summit uno degli appuntamenti clou è stato l’“Anteprima”: 59 produttori di vino hanno presentato e fatto degustare all’internazionale pubblico specializzato una selezione di oltre 200 vini non ancora presenti sul mercato. Il giorno successivo, sei tour guidati delle vigne hanno accompagnato i partecipanti attraverso i vigneti delle varietà Pinot Bianco, Sauvignon Blanc, Gewürztraminer, Schiava, Pinot nero e Lagrein, situati a diverse altitudini e con differenti caratteristiche pedoclimatiche. Dai vigneti si è infine raggiunto il Seceda, in Val Gardena, dove, a 2.400 metri di altitudine, sono stati degustati vini provenienti da terreni situati a diverse quote, per concludere poi con un finale culinario.
BILANCIO POSITIVO, PIANI AMBIZIOSI PER IL FUTURO
Il tema “Contrasti” è stato il filo conduttore di tutta la manifestazione. Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige, ha sottolineato come l’Alto Adige Wine Summit sia diventato, con il tempo, un importante punto del programma per l’ulteriore internazionalizzazione della viticoltura altoatesina. “Vogliamo posizionare il vino dell’Alto Adige in un contesto più ampio. I nostri ospiti internazionali hanno la possibilità di sperimentare in prima persona i contrasti che caratterizzano la produzione vinicola locale. In questo modo possono apprezzare e comprendere meglio i nostri vini.”
Questi contrasti nascono dalle diverse altitudini in cui si trovano i vigneti, comprese tra i 200 e i 1.000 metri, dalla composizione geologica dei terreni nonché dalle differenze di temperatura tra giorno e notte che conferiscono ai vini aroma e freschezza, spiega Bernhart. Nel contesto locale, nazionale e internazionale, il vino dell’Alto Adige ha oggi una posizione forte e consapevole, aggiunge Bernhart. “La straordinaria quantità di riconoscimenti conquistati dai vini altoatesini dimostra chiaramente quanto l’Alto Adige, benché piccola regione vinicola, venga apprezzato in tutto il mondo.
E nel frattempo, una parte rilevante di vini dell’Alto Adige è destinata all’esportazione”, conclude.
Il presidente del Consorzio, Maximilian Niedermayr, ha tracciato un bilancio assai positivo del Wine Summit 2019: “L’Alto Adige Wine Summit ha più che soddisfatto le nostre aspettative. I nostri ospiti, provenienti da tutto il mondo, sono stati entusiasti del programma proposto”. Niedermayr ha affermato inoltre che, negli ultimi quarant’anni, la produzione vinicola dell’Alto Adige ha compiuto enormi progressi ma che rimane sempre spazio per l’ottimizzazione: “Vogliamo fare un altro passo in avanti; vogliamo selezionare i vitigni migliori da allevare all’interno di ognuna delle 86 aree maggiormente vocate per innalzare ancor più la qualità del prodotto finale”, chiarisce Niedermayr.
Il secondo Alto Adige Wine Summit si è concluso a Soprabolzano, sul Renon, con un brunch in compagnia dell’Associazione Spumante Metodo Classico dell’Alto Adige. La prossima edizione è prevista per il 2021.
Consorzio Vini Alto Adige
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