UN’UNICA VOCE, QUELLA DI OTTAVIA ORTICELLO, DA’ VITA AI PERSONAGGI FEMMINILI CHE RACCONTANO LA STORIA DI PROSTITUZIONE, BELLEZZA E DISPERAZIONE NEL MESE DEDICATO ALLA DIFESA DELLA DONNA.
“Una Casa di Donne”, l’opera scritta negli anni più importanti dell’attivismo femminista da Dacia Maraini, vedrà nuovamente luce sul palco dell’Ivelise
. A calcare il palco dello storico teatro romano sarà l’attrice di grande talento e potenza scenica Ottavia Orticello, per la regia curata da Jacopo Squizzato.
Un’opera che racconta la bellezza nel bel mezzo della disperazione, restituendo le sfumature di un’anima sconfitta e delicata.
L’intenso monologo affronta il tema scottante della prostituzione, in questo caso “volontaria”, vissuta come libera scelta della protagonista.
SINOSSI
Dacia Maraini racconta la storia di Manila, Erica, Marina, portate sul
palcoscenico di Ottavia Orticello con la regia di Jacopo Squizzato. In un unico
corpo vivono le anime delle tre coinquiline, raccontate dall’unica voce
narrante di Manila, una giovane donna tormentata, libera e fragile, rotta nel
suo corpo esuberante e osceno. C’è tutto un mondo di uomini che si muovono
attorno a questa casa di donne: non li vediamo eppure sono presenti con la loro
fisicità prepotente. Sono i carnefici, gli acquirenti che riducono in schiavitù
quelle donne libere.
Ottavia Orticello, grazie alla sensibilità e alla sua audacia restituisce le
sfumature di un’anima sconfitta e delicata. Lo spettatore la vedrà amare,
proteggere e stringere a sé stessa tutte le donne. Parla con loro, come a sua
madre. Si annulla e riesce stringere i denti e a ridere, anche se con dolore.
La regia di Jacopo Squizzato restituisce un testo che mostra, senza mezze misure, la complessità dell’universo che si cela dietro il mondo della prostituzione, con l’ironia che da sempre caratterizza i testi della Maraini. Sulla scena solo una panca, spostata, sollevata, che diventa letto, poltrona, sostegno, spina dorsale. E una luce che veste e disegna i corpi sconfitti di queste donne e ne scandisce i racconti: le regala esuberanti e tormentate per poi celarle, in un attimo, esposte e intime.
L’argomento
potrebbe trovarci distanti, giudicanti, colti sul vivo. Eppure restiamo
implicati, coinvolti e anche riconoscenti. E questo accade perché ci
sorprendiamo ancora della bellezza che sboccia e incrina il muro di ingiustizia
che condanna la vita di alcuni. Quell’inspiegabile forza disperata che ci
strappa alle brutture della vita e ci battezza, ancora, alla nostra umanità
tenace di amore e di speranza.
CAST
Di Dacia Maraini.
Regia di Jacopo Squizzato
Scene: Sara Gicoradi.
Costumi: Sara Gicoradi.
Assistenti alla regia: Katia Mirabella e Giulia Odetto
Produzione: Golden Show Trieste
tel: 06 8952 7016
www.teatroivelise.it – www.facebook.com/teatroivelise
Altri articoli
Riapre la Casa Museo Carol Rama a Torino: la Fondazione Sardi per l’arte ne ha assunto la gestione
Grande successo di pubblico per la 14ª edizione di “LIBRIAMOCI. LEGGERE OVUNQUE, LEGGERE COMUNQUE”, la rassegna che si è svolta tra il 10 e il 17 novembre a LA SPEZIA, candidata a Capitale Italiana della Cultura 2027.
Al via la nuova stagione teatrale del Grifeo di Petralia Sottana (PA)