Presentate a palazzo del Pegaso le iniziative promosse dai Lions toscani per combattere questa malattia. Il ricavato della serata dedicata a “Les Misérables” andrà in beneficienza. Il presidente Eugenio Giani: “Una campagna per sensibilizzare e coinvolgere la comunità”
Firenze – Una campagna per sensibilizzare e prevenire il diabete. A palazzo del Pegaso sono state presentate le iniziative messe in campo dai Lions toscani per combattere questa patologia: il musical “Les Misérables” e il “camper della salute”. Lo spettacolo, liberamente tratto dal romanzo di Victor Hugo con l’adattamento teatrale, la traduzione e la regia di Enrico Vanadia e rappresentato dalla compagnia Senza Rete, andrà in scena martedì 28 gennaio alle 21 al Teatro Puccini di Firenze. Il ricavato della serata, promossa dai Club Lions e dai LEO del distretto 108LA Toscana, con il sostegno di UnipolSai, sarà devoluto in beneficenza e finalizzato alla prevenzione del diabete.
Il camper della salute è, invece, un mezzo attrezzato per interventi gratuiti di screening glicemici, lipidici, diagnostici cardio-vascolari e oculistici. Il camper sarà impegnato nei luoghi di maggiore aggregazione sociale della comunità Toscana, nelle giornate Lions in piazza e Lions Day. Infine, il “campo salute diabete-crescere in salute” è un contesto peraccogliere bambini con diabete mellito di tipo 1 e 2 con i genitori e assisterli con personale medico sanitario per un’educazione terapeutica.
“I Lions in Toscana stanno lavorando su più fronti per la raccolta di fondi per contrastare il diabete – ha detto il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani -, una patologia spesso vissuta in silenzio, soprattutto dai giovani. Si tratta di una campagna importante per ridurre la diffusione di questa malattia, migliorare la qualità di vita dei diabetici, adulti e bambini e sensibilizzare e coinvolgere la comunità”.
Il governatore Lionsdel Distretto toscano, dottor Pier Luigi Rossi ha reso noti alcuni numeri“allarmanti” – ha detto- “Una persona su dieci è colpita dal diabete mellito. Tra i 65 e gli 84 anni i diabetici superano il 15 per cento della popolazione toscana e negli ultra ottantacinquenni sfiorano il 20 per cento. Rispetto a trent’anni fa la percentuale di persone con il diabete è più che triplicata. Altrettanto allarmante è la situazione nei giovani e in età infantile”.
Nel merito del musical è entrato Vanadia: “Les Misérables è stato tradotto in 28 lingue e messo in scena in 38 paesi del mondo, è il più rappresentato ma in Italia manca a livello professionistico”. “Il lavoro più impegnativo – ha concluso il regista – è stato nella traduzione dei testi e nell’adattamento dei testi italiani alla musica originale”.
Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Simone Petrini e Andrea Lucarelli di UnipoSai.
ALCUNI DATI
La situazione della regione
Le persone con il diabete in Toscana superano il 7% della popolazione con più di 16 anni (dati Regione Toscana), con tendenza all’aumento e con piccole differenze da una provincia all’altra, più frequente sulla costa che nell’interno. Rispetto a trent’anni fa la percentuale di persone con il diabete è più che triplicata e, in grande maggioranza, si tratta di persone con il diabete di tipo 2 più tipico dell’età adulta e avanzata, che tende a concentrarsi nella tarda età.
Il diabete di tipo 1, più tipico dell’età pediatrica, ma che può comparire anche nell’adulto e che si cura soltanto con l’insulina, rappresenta circa il 5-7% di tutti i casi di diabete. Per questa forma di diabete non abbiamo dati specifici recenti per la Toscana, ma i numeri non dovrebbero discostarsi molto dalla media nazionale. Nella Regione Toscana è stato stimato che più del 3% della popolazione adulta (più di 90.000 individui) è affetta da diabete mellito tipo 2, con un incremento dei casi nei prossimi 10 anni del 60% (+50-60.000 individui). Ancor più elevata risulta la prevalenza della sindrome metabolica che nella popolazione adulta toscana si attesta intorno al 16% suggerendo che almeno 400.000 soggetti nella sola Toscana sono a potenziale rischio di diabete tipo 2.
L’aumento dell’incidenza del diabete tipo 2 è attribuibile a distinti cambiamenti nel comportamento e nello stile di vita avvenuti nel corso degli ultimi decenni. All’epidemia di diabete di tipo 2 contribuiscono situazioni di rischio associate quali l’obesità e la sindrome metabolica, una condizione caratterizzata dall’aggregazione di diverse alterazioni metaboliche (insulino-resistenza, ipertensione arteriosa, dislipidemia aterogena, iperglicemia ed obesità) e altresì contraddistinta da un elevato rischio cardiovascolare.
Il diabete tipo 2 è quindi una malattia metabolica complessa, risultato dell’interazione tra una predisposizione geneticamente determinata e fattori ambientali quali obesità, adiposità centrale, inattività fisica ed incongrue abitudini alimentari (dieta ipercalorica, ricca in grassi, povera in fibre). Il Diabete mellito tipo 2 va anche considerato come una malattia culturale legata a una carenza di consapevolezza e conoscenza del ruolo vitale tra alimentazione, stile di vita e proprio organismo.
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