La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema compie 55 anni e per la sua 56esima edizione, diretta da Pedro Armocida, a Pesaro dal 13 al 20 giugno 2020, sta preparando un programma che coniugherà il suo passato stupefacente al futuro del nuovo cinema.
Così, grazie anche alla possibilità di poter utilizzare nuovamente il glorioso Cinema Astra che ha riaperto con un’interessante programmazione (unico schermo nella zona più centrale di Pesaro), torna, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Evento Speciale dedicato al cinema italiano con l’omaggio a Giuliano Montaldo che domani compirà 90 anni (TANTI AUGURI, GIULIANO!). Mentre, nello storico Teatro Sperimentale, il Concorso internazionale si apre a tutti i ‘generi’ cinematografici, a qualsiasi formato (corti, medi, lungometraggi) e ai registi di ogni età e filmografia alle spalle.
Nei prossimi mesi ci saranno gli altri annunci delle novità della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema il cui comitato scientifico è composto da Bruno Torri (presidente), Pedro Armocida, Laura Buffoni, Andrea Minuz, Mauro Santini, Boris Sollazzo e Walter Veltroni.
Intanto, le due prime anticipazioni:
Piccola grande rivoluzione per il concorso internazionale che, sempre votato alla ricerca del ‘nuovo’ cinema, si aprirà a tutti i formati e a tutti i registi, senza barriere d’età, di durata, di ‘genere’. Il tentativo insomma sarà quello di essere al passo con il cinema più innovativo che si realizza oggi nel mondo dove tutte le categorie tradizionali hanno perso gran parte del loro significato. Le immagini in movimento ci seguono su qualsiasi dispositivo e hanno la durata che, alla fine, siamo disposti a concedergli. Il nostro concorso – che lo sarà solo sulla carta perché il tentativo, filologico, anche in occasione dei 55 anni, è di organizzare più una mostra/competizione – si pone in una posizione di avanscoperta dei nuovi linguaggi e delle forme più innovative di fare cinema.
Bando: www.pesarofilmfest.it Entry form: https://bit.ly/39TLKRW
[Selezione a cura di Pedro Armocida, Paola Cassano, Cecilia Ermini, Anthony Ettorre e Raffaele Meale]
Al ‘decano’ dei cineasti italiani, un omaggio speciale nell’anno del suo novantesimo compleanno (70 di carriera) in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale che, per l’occasione, presenterà a Pesaro tutti i suoi lungometraggi per il cinema.
L’evento speciale dedicato a Giuliano Montaldo prevede la pubblicazione di una monografia (Tradizione e invenzione: la fabbrica di Giuliano Montaldo, a cura di Pedro Armocida e Caterina Taricano), la proiezione in Piazza di un suo film restaurato e una tavola rotonda finale alla sua presenza.
Giuliano Montaldo (Genova, 22 febbraio 1930) ha iniziato a lavorare come attore a teatro esordendo nel cinema in due film di Carlo Lizzani, Achtung! Banditi! (1951) e Cronache di poveri amanti (1954). Il sodalizio con il regista romano, cui in passato la Mostra ha dedicato la retrospettiva completa, prosegue come suo assistente alla regia (pratica che porterà avanti anche con Petri e Pontecorvo) mentre nel 1961 passa alla regia esordendo con Tiro al piccione (1961), tratto da un romanzo di G. Rimanelli e ambientato alla fine della Seconda guerra mondiale vista con gli occhi di un soldato della Repubblica di Salò. Seguono Una bella grinta (1965), Ad ogni costo (1967) e Gli intoccabili (1969). Nel 1970 con Gott mit uns inizia la sua cosiddetta trilogia sul potere di cui fanno parte Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973) con un’analisi precisa, nell’ordine, del potere militare, di quello giudiziario e infine di quello religioso. Un cinema d’impegno civile che, come in L’Agnese va a morire (1976) e in Il giocattolo (1979), sarà la cifra autentica di tutta la sua attività registica.
Pioniere dei nuovi supporti digitali in televisione, nel 1982 realizza il kolossal all’italiana Marco Polo (1982) che ottenne un altissimo gradimento da parte del pubblico televisivo.
L’attenzione alla storia lontana e più recente prosegue con Gli occhiali d’oro (1987) e Tempo di uccidere (1989). Successivamente si dedica anche alla realizzazione di documentari come Ci sarà una volta (1992) e Le stagioni dell’aquila (1997) affiancando all’attività di regista anche quella di uomo delle istituzioni con la presidenza di Rai Cinema e quella ad interim dei Premi David di Donatello.
Gli ultimi due suoi lungometraggi sono I demoni di San Pietroburgo (2008) e L’industriale (2011) mentre nel 2017 gira come interprete Tutto quello che vuoi diFrancesco Bruni ottenendo il David di Donatello per il miglior attore non protagonista.
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