2600 anni tra Storia e Cultura
Agrigento è una città antica, vecchia come la Sicilia, di cui ne racchiude l’anima e ne riflette lo splendore.
Con i suoi templi color sabbia in stile dorico è uno dei luoghi più suggestivi dell’antica Magna Grecia, terra del mito, della filosofia e della bellezza. Meta di viaggi sin dal Settecento, la Valle dei Templi ha incantato milioni di visitatori, stimolando la creatività pittorica di artisti come Francesco Lojacono.
La città con la sua antica acropoli guarda verso il mare, limpido e accogliente, sulle cui rive sorge la casa del premio Nobel Luigi Pirandello, interprete indiscusso del Novecento.
L’antica Girgenti, nel cuore dell’Agrigento moderna, custodisce le vestigia del suo antico passato greco, le testimonianze del trionfo della cristianità in età normanna e infine i capolavori della spettacolarità barocca del Seicento.
Quella che si presenta al visitatore è una città viva, ricca di arte e di cultura, di musei e monumenti storici, di eventi emozionanti e tradizioni suggestive.
La porta ideale per scoprire il mito della Sicilia.
Percorso urbano
Percorrendo la centralissima via Atenea, alla quale si accede dalla Porta di Ponte, si incrocia via Vela, dalla quale si sale fino al complesso di Santo Spirito, composto dalla chiesa omonima e dallo splendido monastero che ospita i Musei Civici, dove sono esposti reperti archeologici, frammenti lapidei, opere di soggetto sacro e una collezione di ceramiche e testimonianze etnoantropologiche.
Tornando sulla via Atenea si incrocia subito dopo via San Francesco, sulla quale prospettano le cosiddette Fabbriche Chiaramontane.
Si tratta di un complesso architettonico chiaramontano, annesso alla barocca Basilica dell’Immacolata, all’interno del quale sono stati ricavati spazi espositivi che hanno fatto di Agrigento uno delle città più attive nell’ambito della promozione artistica in tutte le sue forme, soprattutto quella contemporanea. Ritornando su via Atenea si prosegue verso la chiesa di San Lorenzo, monumentale nella sua splendida facciata barocca posta su una gradinata a due rampe, e ancora oltre si giunge alla centralissima piazza dei Pirandello, cuore pulsante della civitas agrigentina.
Qui infatti prospetta il Collegio dei Filippini, edificio settecentesco nel quale ha trovato posto la pinacoteca civica, in particolare la splendida collezione Sinatra che annovera tra i dipinti del XIX e XX secolo splendidi esempi dell’opera di Francesco Lojacono, il più famoso paesaggista dell’Ottocento siciliano, denominato il “pittore del sole”. Si affacciano sulla piazza anche Palazzo dei Giganti, sede del Municipio, antico palazzo dei Tomasi di Lampedusa adiacente alla chiesa di San Domenico, e il Teatro Luigi Pirandello, dedicato al grande drammaturgo agrigentino premio Nobel per la letteratura.
Dalla vicina piazzetta panoramica si può infine ammirare uno splendido panorama che dalla Valle dei Templi spazia fino a Porto Empedocle, una terrazza sul Mar Mediterraneo.
Via Atenea
L’ingresso trionfale alla centralissima via Atenea, salotto buono della città di Agrigento, avviene tramite la Porta di Ponte realizzata da Raffaele Politi nel 1868 in stile neoclassico.
La via è tutto un susseguirsi di eleganti palazzi, animati spesso da negozi e alberghi, caratterizzati da elementi architettonici quali colonne e fregi con metope e triglifi derivati direttamente dai templi dorici della vicina Valle dei Templi, sito dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Nella prossimità della via, l’ideale per piacevoli passeggiate e per lo shopping, si trovano anche numerose chiese interessanti per le loro architetture e per i tesori d’arte che custodiscono.
Oltre ad ammirare numerosi monumenti, lungo la via si può sorseggiare un buon caffè, si possono gustare piatti tipici in locali con vista sul mare in lontananza, avventurarsi in vicoli caratteristici su cui si affacciano botteghe artigiane.
Scoprire via Atenea, dunque, significa immergersi nel cuore pulsante dell’antica Girgenti e catturare l’anima festante della nuova Agrigento.
Collegio dei Filippini
Edificato dall’architetto Simone Mancuso nel 1703, il Collegio dei Filippini accoglie il visitatore con il suo elegante atrio adornato da un pozzo. All’interno del palazzo sono esposte circa 250 opere pittoriche realizzate da maestri siciliani tra il XV e il XX secolo. Tra queste spicca per pregio il nucleo di opere del palermitano Francesco Lojacono appartenenti alla collezione Sinatra. Lojacono era soprannominato “il pittore del sole” in quanto nei suoi paesaggi gli scenari naturali o urbani sono totalmente immersi nella luce alta del mezzogiorno siciliano. In particolare le opere più rappresentative della pittura di Lojacono riguardano la rappresentazione dei templi di Agrigento. Tra le opere esposte nel Collegio dei Filippini sono degne di nota che quelle del Gianbecchina, apprezzato artista allievo di Renato Guttuso.
Cuore pulsante della cultura agrigentina, il Collegio dei Filippini si affaccia sulla centrale piazza Pirandello, sulla quale prospettano anche Palazzo dei Giganti, sede del Municipio, e il limitrofo Teatro Pirandello, realizzato nel XIX secolo e riccamente decorato all’interno.
Un concentrato di arte, storia e cultura tutto da vivere e da cui lasciarsi catturare.
Fabbriche Chiaramontane
Le Fabbriche Chiaramontane sono un complesso architettonico di stile chiaramontano realizzato da Federico Chiaramonte II nel XIV secolo e costituito dalla chiesa dell’Immacolata e dall’annesso convento dei frati francescani minori. La chiesa fu rimaneggiata in età barocca e risultò gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943. Il convento invece alla fine del XX secolo è stato recuperato e affidato all’Associazione della Pittura Siciliana dell’Ottocento che vi ha allestito il FAM, una galleria d’arte per esposizioni temporanee. Uniformate agli standard espositivi internazionali e dotate di ampie sale con soffitti a botte di mattoni vivi, le Fabbriche Chiaramontane da anni promuovono mostre e iniziative culturali che ne hanno fatto uno dei luoghi più interessanti in Sicilia per gli amanti delle arti e in particolare delle espressioni contemporanee. Con il loro giardino curato e appartato, le Fabbriche Chiaramontane consentono un momento di pace e meditazione nel cuore più suggestivo dell’antica Girgenti.
PERCORSO DIOCESANO
Biblioteca Lucchesiana
Collocata lungo via Duomo, la Biblioteca Lucchesiana di Agrigento si apre ai visitatori come uno scrigno ricco di cultura, il frutto della lungimirante filantropia del vescovo Lucchesi Palli che nel XVIII secolo volle dotare la città di una biblioteca.
Uomo colto e raffinato Lucchesi Palli impostò le raccolte librarie che donò ad Agrigento secondo una rigida ripartizione: da una parte i testi legati alla Fede, dall’altra quelli legati alla Ragione.
Questa separazione è evidente anche nella disposizione dei libri, dal momento che nelle eleganti scaffalature di legno su due livelli si fronteggiano specularmente da una parte i testi religiosi e dall’altra quelli profani; gli uni in corrispondenza dell’allegoria della Fede, rappresentata come una donna che punta uno specchio verso l’alto, gli altri in corrispondenza della donna con un libro tra le mani, simbolo della Ragione.
La biblioteca, dunque, si propone sin dal Settecento come la custode attenta del prezioso patrimonio librario agrigentino, costituito da testi antichi e di inestimabile valore.
Museo Diocesano
Il Museo Diocesano di Agrigento, ospitato all’interno del palazzo della Curia, custodisce i tesori artistici provenienti dalla vicina Cattedrale di San Gerlando, realizzati tra l’XI e il XVIII secolo.
Nel museo infatti si possono ammirare i preziosi argenti che caratterizzavano la liturgia, come per esempio ostensori, pissidi, cartegloria, ma anche un prezioso reliquiario della Vergine e la chiave simbolo del vescovo Rhini nel XVII secolo.
Oltre agli argenti il museo custodisce un vasto patrimonio pittorico, fatto di dipinti realizzati tra il XVI e il XVIII secolo, tra i quali spicca una Madonna col Bambino attribuita a Guido Reni impreziosita da un’elegante cornice in legno e madreperla, ma anche di affreschi staccati, provenienti dalle cappelle della Cattedrale, e tavole di legno dipinte provenienti anch’esse dal soffitto della chiesa.
Non mancano preziosi reliquiari in argento a mezzobusto o a cassetta, riccamente lavorati, un piccolo altarolo portatile con le placchette dei santi apostoli e della Vergine e, infine alcuni pastorali in argento e in avorio, finemente decorati.
Tra le sculture emergono un piccolo e curioso elefantino in marmo, una scultura lignea di San Gerlando e altri materiali lapidei quali una gola di pozzo e una lastra che raffigura l’Agnus Dei.
Il museo, dunque, racchiude al suo interno la bellezza prodotta nei secoli per celebrare la gloria della Cattedrale e di tutta la chiesa agrigentina.
Santa Maria dei Greci
Alla chiesa di Santa Maria dei Greci si accede tramite un piccolo cortile che accoglie l’alta e semplice facciata, decorata solo da un portale in pietra bianca con uno stemma e da una finestrella circolare.
L’interno è diviso in tre navate coperte da soffitti lignei.
In particolare quello della navata centrale presenta antiche capriate elegantemente dipinte nel XVI secolo con figure di animali, fiori e figure di santi.
Sull’altare centrale troneggia un crocifisso ligneo del XVI secolo.
Nell’abside destra invece una statua lignea della Madonna col bambino richiama il vicino affresco quattrocentesco che ritrae al centro la Madonna che allatta il bambino, e intorno scene della vita di Maria. Su questo lato della chiesa è possibile ammirare anche un sarcofago in marmo realizzato alla fine del XVI secolo.
Sulla navata sinistra si possono scorgere i resti dell’antico tempio di Atena, edificato nel V sec. a. C., su cui sorge la chiesa.
Del tempio si possono osservare anche alcuni ambienti sotterranei, nel luogo della cripta dotata di colatoi, e il crepidoma visitabile in un ambiente esterno.
Cattedrale
Dall’aspetto maestoso e fiero la Cattedrale di Agrigento si erge con la sua mole semplice e austera a dominio dell’intera città.
Fu fondata nell’XI secolo dal vescovo normanno San Gerlando, al quale la Cattedrale fu successivamente dedicata.
Sulla cima di una lunga ma lenta scalinata la chiesa presenta una facciata poco decorata, affiancata da una massiccia torre campanaria decorata sul fianco meridionale con motivi ricavati nella pietra bianca.
L’interno della Cattedrale è diviso in tre ampie navate.
La navata centrale presenta un’interessante divisione del soffitto in tre porzioni: la prima è costituita da capriate lignee dipinte nel Cinquecento, la seconda presenta un soffitto a cassettoni che cinge al centro lo stemma degli Asburgo e, infine, nell’incrocio con il transetto, la terza parte è decorata da una finta cupola dipinta a trompe l’oeil.
La zona absidale, invece, è decorata da un soffitto cassetto nato e da stucchi bianchi che incorniciano affreschi variopinti.
La Cattedrale è ricca di opere d’arte collocate sugli altari, lungo le pareti delle navate e nella Cappella del Crocifisso, ma la maggior parte delle opere che costituiscono il suo tesoro è oggi custodito presso il Museo Diocesano.
Palazzo del Seminario
Il Palazzo del Seminario Arcivescovile sorge su piazza Don Minzoni di fronte la Cattedrale di San Gerlando. Fu costruito sul luogo del secondo palazzo della famiglia Chiaramonte nel XIV secolo.
Dal portone d’ingresso si accede a un cortile caratterizzato su due lati da un loggiato con archi su tre livelli. Al centro del cortile è collocato un elegante pozzo, unico elemento d’arredo nello spazio aperto.
Dal cortile si accede all’unica sala sopravvissuta dell’antico palazzo Chiaramonte e per questo motivo chiamato lo Steri Chiaramontano: si tratta di una sala con volte a crociera e decorazioni in tufo. Sulla parete frontale rispetto all’ingresso troneggia un Crocifisso ligneo, privo di un braccio, dal volto segnato da un’espressione coinvolgente.
San Lorenzo
La chiesa di San Lorenzo, massimo esempio del barocco agrigentino, presenta una ricca facciata in pietra tufacea collocata sopra una scalinata e decorata da sculture ed elementi architettonici in marmo bianco.
L’interno a navata unica e voltato a botte presenta lungo le pareti due tele dipinte con scene di santi, nello specifico Lorenzo e Paolo, due sculture dedicate alla Madonna e un Crocifisso ligneo del XVIII secolo collocato su un reliquiario.
Si distinguono nei pressi del presbiterio due confessionali lignei riccamente decorati e considerati i più antichi della città.
Nell’area del presbiterio, dietro l’altare centrale, un organo a canne incornicia un dipinto che rappresenta le Anime del Purgatorio, tema che ricorre anche nelle decorazioni a stucco sulla volta dell’aula. La chiesa, infatti, è detta anche del Purgatorio.
Sul presbiterio troneggia una finta cupola dipinta a trompe l’oeil.
Lungo le pareti dell’aula, invece, si alternano le otto sculture in stucco di ambito serpottiano che rappresentano le Virtù Morali: la Mansuetudine, la Fortezza, la Religione, la Giustizia, l’Amore di Dio, la Semplicità, la Carità e la Prudenza.
Santo Spirito
La chiesa di Santo Spirito, insieme all’annesso monastero, fu edificata nel XIII secolo per volontà di Marchisia Prefoglio.
La facciata semplice mostra un portale ad arco ogivale con archivolto in stile chiaramontano, sormontato da un rosone, ed è conclusa da un campanile a vela realizzato nel XVII secolo.
All’interno la chiesa, a unica navata e con soffitto cassettonato, presenta molte opere d’arte, come la scultura della Madonna col Bambino di Domenico Gagini e l’acquasantiera di ambito gaginesco.
Sugli altari laterali sono collocate tele dipinte realizzate tra il XVIII e il XIX secolo, ma anche un pregevole Crocifisso ligneo del XVI secolo poggiato su un reliquiario di martiri romani e una scultura della Madonna del Rosario.
Il vero elemento che caratterizza la chiesa è comunque la decorazione a stucchi che interessa le pareti dell’aula. Sono di Giuseppe Serpotta le cinque sante e la figura dell’imperatore Costantino che decorano il cleristorio, tra una finestra e l’altra. I quattro quadroni sulle pareti dell’aula invece sono opera di Giacomo Serpotta e rappresentano: la Fuga in Egitto, la Natività, l’Adorazione dei magi e la Presentazione di Gesù al tempio. Sempre di Giacomo Serpotta sono gli stucchi nell’abside che rappresentano la gloria di San Benedetto e di San Bernardo.
La zona absidale è sormontata da una finta semicupola dipinta a trompe l’oeil.
Dal presbiterio si accede infine a un ambiente con volta a crociera che accoglie l’antica tomba di Giovanna Chiaramonte.
Monastero di Santo Spirito
Il complesso di Santo Spirito, composto dalla chiesa omonima e dall’annesso monastero, fu edificato per volontà dell’agrigentina Marchisa Prefoglio alla fine del XIII secolo. L’accesso al monastero avviene da un portale che conduce ad un chiostro, caratterizzato da un giardino rigoglioso adornato da una fontana del XIV secolo. Sul chiostro prospetta l’elegante portale con decorazioni zigzaganti, fiancheggiato da due ampie bifore in stile chiaramontano, dal quale si accede ai Musei Civici. Al primo piano si trova un’ampia sala con archi a sesto acuto che reggono il soffitto ligneo, dalla quale si accede alla sale detta “dei marmi” perché custodisce frammenti lapidei e un prezioso crocifisso marmoreo del XV secolo. Seguono la sala detta “dei cassettoni” che espone ceramiche medievali, vasi preistorici e anfore romane, e la Sala della Badessa dove tra le volte a crociera troneggia uno splendido crocifisso dipinto su legno realizzato nel XV secolo. Al secondo e ultimo piano infine trovano posto le collezioni etnoantropologiche, caratterizzate da oggetti riconducibili alla civiltà contadina e alle tradizioni popolari. Tra reperti archeologici, opere rinascimentali, abiti d’epoca e presepi artistici si svolge tutta la storia della città di Agrigento, dalle sue nobili origini greche fino alla quotidianità della vita del secolo scorso.
Percorso Arte Sacra
L’Arcidiocesi di Agrigento ha predisposto un percorso Arte & Fede che si sviluppa lungo i due assi viari principali della città: via Duomo e via Atenea.
Da Piazza Don Minzoni, percorrendo tutta via Duomo, è possibile visitare:
- il Palazzo del Seminario Arcivescovile, edificato sul luogo dell’antico palazzo trecentesco detto Steri Chiaramontano
- la Cattedrale di San Gerlando, semplice all’esterno ma maestosa e riccamente decorata all’interno
- il Museo Etno – Antropologico denominato Muetàn che racconta l’esperienza della missione in Tanzania
- il Museo Diocesano che custodisce al suo interno i tesori scultorei, pittorici e argentei provenienti dalla vicina Cattedrale, raccolti dall’età normanna fino al XVIII secolo
- la Biblioteca Lucchesiana, fondata nel XVIII secolo da mons. Lucchesi Palli e donata alla città con il suo vasto patrimonio librario diviso nelle macroaree della Fede e della Ragione
- infine la chiesa di Sant’Alfonso
Spostandosi verso via Atenea, invece, si possono incrociare la chiesa di Santa Maria dei Greci, costruita con forme semplici sopra l’antico tempio di Atena, e la chiesa di Santa Maria del Soccorso, detta Badiola.
Punta Bianca
A pochi chilometri da Agrigento, non distante dalle celebri dune dorate di San Leone, si trova un angolo di Paradiso: Punta Bianca.
Considerata la sorella minore della Scala dei Turchi, dai pochi che ne conoscono l’esistenza, Punta Bianca è un’oasi di pace e natura, in cui la bianca roccia calcarea si tuffa in un mare azzurro cristallino, ricco di tante specie acquatiche sia animali che vegetali. E’ un ambiente incantato, tranquillo e appartato, grazie anche alla strada impervia che permette di raggiungerlo.
A pochi metri dalla spiaggia fatta di pietrisco si erge la mole diroccata di un’ex caserma della Guardia di Finanza che aveva fatto di quest’angolo naturalistico un presidio militare. Un ruolo che non è nuovo per Punta Bianca dal momento che sul panorama mozzafiato svetta su un’altura un pillbox in cemento armato risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Elementi antropici e naturali regalano dunque all’avventuroso turista un’emozione unica e un’occasione di pacifico benessere.
Scala dei Turchi
Lungo la costa tra Porto Empedocle e Realmonte si trova una delle spiagge più belle d’Italia: la Scala dei Turchi. Si tratta di una spiaggia dorata caratterizzata da una montagna calcarea di colore bianco, la Scala dei Turchi appunto, che digrada verso il mare azzurro sottostante con sinuosi scaloni forgiati dal vento.
Oggetto anche di spot pubblicitari come set fotografico, la Scala dei Turchi è un’attrazione turistica importante per l’intero turistico della Valle dei Templi, presentando caratteristiche naturali uniche e uno scenario mozzafiato.
La costa agrigentina, dunque, da Punta Bianca alla Scala dei Turchi offre ai suoi visitatori le emozioni di un mare incontaminato inserito in un paesaggio unico e in un contesto antropologico ricco di storia, fascino e mito.
Spiagge agrigentine
La spiaggia dell’agrigentino si affaccia sul Mediterraneo nella costa splendida che guarda verso l’Africa.
Dal castello di Falconara alla foce del fiume Platani, la costa agrigentina è un susseguirsi di spiagge dorate e bianche rocce di calcare, come nello splendido contesto della Scala dei Turchi e nell’isolata Punta Bianca.
Lungo la costa inoltre si incontrano verdi pinete, come quella di Eraclea Minoa, e riserve naturali come quelle di Giallonardo, oasi WWF dove nidificano le tartarughe, e quella della foce del fiume Platani.
Il mare azzurro è stato solcato più di 2.500 anni fa dai greci che colonizzarono la zona e fondarono la polis di Akragas, di cui rimangono splendidi testimonianze nella Valle dei Templi.
Le spiagge sono tra le più apprezzate d’Italia, soprattutto quella di Scala dei Turchi, suggestiva e scenografica, premiata in Sicilia insieme alla Baia dei Conigli nell’Isola di Lampedusa.
Non solo cultura, dunque, ma anche mare limpido, spiagge mozzafiato e intense emozioni è ciò che è in grado di offrire ai suoi visitatori il Distretto turistico della Valle dei Templi.
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