La pandemia ha accelerato alcuni processi di digitalizzazione già avviati e creato nuove abitudini che rimarranno anche in futuro. Ecco la visione di Irene Bertschek, esperta di economia digitale.
L’intelligenza artificiale sarà fondamentale per l’evoluzione della mobilità e alcune soluzioni digitali implementate durante la pandemia di Covid-19 potranno restare a lungo. Questo è, in sintesi, il pensiero di Irene Bertschek, responsabile dell’area di ricerca “Economia digitale” dello ZEW (Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, Centro per la ricerca economica europea) di Mannheim, uno degli istituti di ricerca economica di riferimento in Europa.
La Professoressa Bertschek sottolinea come la digitalizzazione fosse un processo avviato in molti settori già prima del Coronavirus: chi fornisce servizi IT e chi lavora nella finanza, ad esempio, ha da tempo molta dimestichezza con il digitale; l’industria automobilistica sta attraversando una fase di profondo cambiamento e utilizza processi di lavoro altamente automatizzati che, nella situazione attuale, se necessario possono rendere più semplice mantenere le distanze tra persone.
La digitalizzazione è globale
La digitalizzazione si sta diffondendo anche in molti altri settori. In quello edilizio, per esempio, finora è stata limitata alla fatturazione elettronica, ma esistono soluzioni software all’avanguardia per la pianificazione e la gestione degli edifici.
“In generale, le piccole e medie imprese sono quelle più in ritardo, perché in molti casi non hanno ancora capito quanto sia importante e diversificata la digitalizzazione” sottolinea Bertschek. “Semplificando, alcuni falegnami pensano di non poter costruire mobili in modo digitale, e ovviamente è vero, ma potrebbero usare gli strumenti digitali per farli conoscere al mercato globale. La digitalizzazione riguarda, e tocca, tutti. La maggior parte delle grandi aziende l’ha capito”.
L’intelligenza artificiale
“Viviamo in un’economia fatta di piattaforme: i brand statunitensi, come Amazon, Google e Facebook sono davvero avanti, così come le loro controparti cinesi Alibaba, Tencent e Baidu. Per le aziende europee ormai questo treno è passato, ma si trovano invece in buona posizione rispetto all’industria 4.0 e all’intelligenza artificiale, come dimostrano le tante richieste di brevetti” spiega Bertschek.
Come si può sfruttare questo potenziale nel campo della mobilità? Attraverso l’IA sarà possibile, ad esempio, ottimizzare i flussi del traffico, ricevendo ed elaborando grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti – i veicoli, le infrastrutture e il meteo – e calcolando i percorsi migliori per evitare che si formino ingorghi.
Le città del futuro
“Il mio sogno è avere i centri delle città liberi dalle auto, con una perfetta integrazione di tutti i mezzi di trasporto. Verrebbero gestiti da una piattaforma digitale facile da usare e in grado di fornire tutte le informazioni necessarie in tempo reale” racconta la Professoressa Bertschek, immaginando uno scenario fatto di autobus elettrici, di e-bike e di altri mezzi per la micromobilità, tutti collegati in rete. “Le città sarebbero più vivibili e più sostenibili”.
La digitalizzazione, del resto, rende superflui molti spostamenti, visto che molti lavori possono essere svolti ovunque, che la maggior parte dei beni possono essere acquistati online e che addirittura alcuni consulti medici possono svolgersi da remoto. Tutte soluzioni che possono contribuire a mantenere le aree rurali come luoghi in cui poter vivere e lavorare senza rinunce.
Le infrastrutture
L’analisi delle infrastrutture a livello europeo, però, parla chiaro: c’è una grande disomogeneità. In alcuni Paesi oltre il 90% delle famiglie ha una connessione internet ultra veloce, con almeno 100 Mbit/s, ma in altri la realtà è peggiore.
“Per molte aziende questo è un limite serio, perché senza una buona infrastruttura digitale è difficile sfruttare le possibilità offerte dai cloud, dai big data, dall’intelligenza artificiale e dall’industria 4.0. C’è bisogno di reti capillari di fibra ottica e di reti cellulari potenti, anche per supportare la guida autonoma” aggiunge la Professoressa Bertschek, che conclude con uno sguardo alla fase successiva alla pandemia. “Alcune cose torneranno come prima, perché siamo esseri sociali e abbiamo bisogno del contatto fisico. Ma dove le soluzioni digitali hanno portato evidenti vantaggi, continueranno ad essere utilizzate: lo smart working, le videoconferenze e il commercio online diventeranno sempre più importanti rispetto al passato”.
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