Lido di Venezia, 10 settembre. Quando s’interpreta il male è facile cadere nel cliché e invece, alla sua prima prova d’attore in assoluto, in “Non odiare” di Mauro Mancini, Luka Zunic ha saputo creare un personaggio razzista e violento, ma anche profondamente fragile e insicuro, proponendo una performance di grande spessore e profondità: questa la motivazione per il Premio NuovoImaie Talent Award assegnato al giovanissimo coprotagonista dell’opera prima di Mauro Mancini.
Luka Zunic ha così accolto il premio: “ Sono particolarmente felice e fiero di ricevere il premio come attore. Se sono qui è perché per anni ho visto i sogni che VOI avete incarnato sullo schermo. E’ pazzesco, è folle se ci penso. Grazie di cuore per tutta questa follia”.
Il debutto nel lungometraggio di Mauro Mancini, con Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco e, appunto, Luka Zunic, prodotto da Mario Mazzarotto, è stato l’unico film italiano in Concorso alla 35. edizione della Settimana Internazionale della Critica sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Dopo la straordinaria accoglienza al Lido di Venezia, Non odiare è nelle sale italiane (225 copie), con Notorious Pictures. E gli spettatori scopriranno questo ragazzo esordiente, che sentiremo nominare molto in futuro: Luka Zunic, nato e cresciuto a Riva del Garda, in Trentino, poi spostatosi a Torino e oggi una delle sorprese della Mostra, film in cui interpreta un neonazista che deve confrontarsi, suo malgrado, con un medico ebreo, interpretato da Alessandro Gassmann.
Il NuovoImaie Talent Award. Si tratta di un premio collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia assegna ogni anno dall’Imaie, insieme al Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) e al Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI), a due artisti selezionati tra gli interpreti dei film in concorso e non.
La storia di Non odiare è ambientata in una città del nord-est, un non-luogo mitteleuropeo, contaminato e innervato da tante etnie, pulsioni, sedimentazioni e dalle profonde radici ebraiche.
Qui vive Simone Segre (Alessandro Gassmann), affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica (Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello (Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale; il “piccolo” Paolo (Lorenzo Buonora).
Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare…
“Né buoni né cattivi, ma semplicemente esseri umani”: così immagina i personaggi il regista Mauro Mancini. In definitiva, “Personaggi ordinari alle prese con situazioni straordinarie”.
E proseguendo, il regista dichiara apertamente:
“Non odiare racconta quello che siamo sotto la pelle. La pelle bianca, ‘ariana’, che vorrebbero avere Marcello e i suoi amici neonazisti e quella bianca, ‘non ariana’, di Simone. La pelle tatuata del padre di Marcello e quella marchiata del padre di Simone. La pelle ‘scura’ dei migranti pestati a sangue nei bangla-tour e quella diafana, limpida di Marica. La pelle scura, spaccata dal sole che picchia sui barconi delle traversate. Quella ‘sporca’ dei “disperati” ai semafori. La pelle delle nostre città. E’ il pretesto per riconoscere l’altro come diverso. È il pretesto per odiare l’altro come diverso. Non odiare è la nostra pelle”.
Sulla genesi del soggetto e della sceneggiatura, che ha scritto con Davide Lisino, il regista afferma: “Abbiamo preso spunto da un fatto di cronaca avvenuto a Paderborn, in Germania. Un medico ebreo si rifiutò di operare un paziente a causa del vistoso tatuaggio nazista che aveva sulla spalla. Il medico, dopo essersi fatto sostituire da un collega, ha dichiarato: ‘non posso conciliare l’intervento chirurgico con la mia coscienza’. La stessa coscienza che abbiamo immaginato impedisca al nostro protagonista di soccorrere lo sconosciuto dell’incidente”.
Il produttore Mario Mazzarotto, che ha fortemente voluto questo film, aggiunge: “C’è stata una gestazione produttiva lunga e complessa, durata 5 anni. In anni in cui l’Italia e l’Europa sono attraversate da pericolosi e inquietanti venti nazionalisti, di fronte alle difficoltà ho perseverato. Il film, senza voler dare risposte, ci aiuta a interrogarci sulle origini dell’odio razziale e le sue conseguenze. Ed anche sulle contraddizioni dell’animo umano e la dilagante xenofobia”.
Il film- le cui riprese sono state effettuate a Trieste- è una coproduzione tra Italia e Polonia: Movimento film e Agresywna banda, con Rai Cinema, in associazione conNotorious Pictures. E’ realizzato con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, Polish Film Institute e in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission. Le vendite internazionali sono affidate a Intramovies.
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