L’approvvigionamento responsabile di materie prime è fondamentale per la mobilità sostenibile. Il Gruppo Volkswagen userà la blockchain per gestire la filiera.
Essere un gruppo con quasi 11 milioni di veicoli venduti in un anno vuol dire avere tantissimi fornitori: circa 40.000, considerando solo quelli diretti. La filiera globale che supporta le attività del Gruppo Volkswagen è talmente vasta e complessa che, nonostante le innumerevoli iniziative per incrementarne la trasparenza, rimane un piccolo rischio che alcune materie prime non siano estratte in modo sostenibile e in linea con gli obblighi contrattuali.
Le cose cambieranno grazie all’adozione della tecnologia blockchain che il Gruppo sta sviluppando con l’azienda hi-tech Minespider. L’obiettivo è la gestione ottimale e sicura della catena di fornitura, per avere la certezza che, nello specifico, le materie prime siano estratte nel rispetto dell’ambiente e dei collaboratori. Come un gioco di memoria
Una blockchain (letteralmente, catena di blocchi) è, in sostanza, un registro condiviso tra più utenti in cui vari blocchi di dati sono collegati tra loro. Per semplificare, si potrebbe paragonare a un gioco di memoria in cui ognuno dei giocatori deve ricordare la lista di oggetti nominati dai precedenti, aggiungendo infine il suo. Un esempio pratico: se il primo giocatore dice “Ieri sono andato al mercato e ho comprato un pomodoro”, il secondo dovrà dire “Ieri sono andato al mercato e ho comprato un pomodoro e una mela” e via di questo passo. Quando uno dei giocatori dimentica un oggetto nella lista (che man mano si allunga a dismisura) prima di riuscire ad aggiungere il proprio, gli altri giocatori lo segnalano immediatamente e chi ha sbagliato è escluso dal gioco.
Allo stesso modo, nel caso della blockchain nessun dato può mancare o essere modificato, perché le informazioni non solo sono pubbliche all’interno del sistema, ma anche custodite da tutti i partecipanti.
Informazioni criptate e digitalizzazione
Il funzionamento della blockchain è basato su due principi. Il primo è che ogni blocco contiene le informazioni criptate di tutti i blocchi precedenti, come un’impronta digitale – unica e non modificabile. Ogni nuova impronta è creata partendo dalle precedenti: in questo modo si costruisce una catena di blocchi di dati impossibile da spezzare o manipolare. Se un blocco viene modificato, non è più compatibile con il resto della catena.
Il secondo principio è la decentralizzazione: la blockchain non è infatti salvata esclusivamente su un server centrale, ma distribuita in decine di migliaia di copie nel mondo, su server e PC privati, creando così una rete di “nodi”. Tutti questi nodi si connettono automaticamente gli uni con gli altri e se uno viene manipolato è immediatamente espulso dal sistema, che in questo modo si autoprotegge. Sicurezza e open-sourceLa soluzione sviluppata da Minespider è basata su una blockchain pubblica con un’architettura multi-livello che ne garantisce la sicurezza, nonostante il software sia open source. Il primo livello contiene informazioni generalmente accessibili, il secondo i dati privati che non possono essere modificati, mentre il terzo è quello della crittografia.Il vantaggio di una blockchain pubblica è che tutti i partecipanti – dai fornitori esterni ai collaboratori interni – possono lavorare con lo stesso sistema, anche se le catene di fornitura sono diverse. La blockchain permette di tracciare le materie prime fino al loro punto di origine, attraverso i certificati digitali.
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