Ancora una volta delle persone sono state deliberatamente lasciate morire in mare senza soccorso.
L’allarme era stato lanciato tramite Alarm phone più di 30 ore prima e tutte le autorità – italiane, maltesi, europee e libiche – erano informate. Eppure circa 130 persone sono state lasciate annegare a Nord-Est di Tripoli il 22 aprile.
Secondo il diritto internazionale, in mare le persone in pericolo devono essere prontamente soccorse e portate nel luogo sicuro più vicino, ma negli ultimi anni gli stati europei hanno progressivamente abbandonato le missioni di ricerca e soccorso in mare scegliendo politiche di militarizzazione dei confini, esternalizzazione delle frontiere, violenza e respingimenti: una chiusura che ha causato migliaia di morti in mare, l’esposizione ulteriore a violenze, torture e ricatti in veri e propri lager in Libia in cui sono intrappolati migliaia di uomini, donne e bambini disperati, in un sempre più diffuso circolo vizioso di crudeltà.
Davvero per l’UE la “difesa dei confini” passa attraverso la scelta di lasciar morire le persone in mare?
Come riportato dalla portavoce dell’OIM, Safa Msehli: “Gli Stati si sono opposti e si sono rifiutati di agire per salvare la vita di oltre 100 persone. Hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per due giorni prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo. È questa l’eredità dell’Europa?”
Usando le parole del comunicato di Alarm Phone, “ancora una volta, questi eventi dimostrano che la morte in mare non è un incidente, ma il risultato di azioni e omissioni compiute da attori statali europei e libici. E, ancora una volta, questi eventi dimostrano la necessità di corridoi migratori sicuri e l’abolizione di guardie di frontiera e istituzioni violente”
Vergogna! Vergogna! Vergogna! Omettete i soccorsi, criminalizzate chi della società civile cerca di farli, restate a guardare davanti a richieste di aiuto e davanti alle morti di centinaia di persone: non in nostro nome! Non vogliamo che ciò accada ancora. Non vogliamo che ciò accada con la responsabilità diretta delle nostre istituzioni e nell’indifferenza e assuefazione generale.
Per questo saremo in piazza Villena (Quattro Canti) a Palermo domenica 25 Aprile dalle 16:00 alle 18:00.
In questa giornata, il 25 aprile in cui si celebra la Liberazione dal nazifascismo la commemorazione è retorica se ancora oggi prevale da parte degli Stati il disprezzo per gli esseri umani e per i diritti umani più elementari e tra le persone comuni indifferenza disumana e colpevole.
Chiediamo una politica diversa: meccanismi rapidi di canali umanitari e legali per richiedenti asilo e migranti che devono essere soccorsi nel Mediterraneo e l’immediata interruzione delle azioni di contrasto e criminalizzazione delle ONG che operano, le uniche, in mare e a terra.
Perché il prezzo da pagare non possono essere le vite umane.
Associazioni organizzatrici: Forum Antirazzista Palermo, Amnesty International Sicilia, ARCI Palermo, CISS – Cooperazione Internazionale Sud Sud, Mediterranea Saving Humans Palermo, Watch the Med – Alarm Phone, Moltivolti, Associazione Gambiana Palermo, borderline-europe, Borderline Sicilia, Missionari Comboniani Palermo
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