17 Dicembre 2024

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Scopertura del Pavimento del Duomo di Siena


26 giugno – 31 luglio/18 agosto – 17 ottobre 2021
Dal 26 giugno al 31 luglio e dal 18 agosto al 17 ottobre 2021, la Cattedrale di Siena scopre il suo
magnifico pavimento a commesso marmoreo, frutto di cinquecento anni di espressione artistica,
un viaggio simbolico alla ricerca dei più alti valori dello spirito umano: COME IN CIELO, COSÌ IN TERRA.

Il pavimento è il risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a
partire dal Trecento fino all’Ottocento, tarsia dopo tarsia, oltre cinquanta in tutto, i cui cartoni
preparatori furono disegnati da artisti, quasi tutti “senesi”, fra cui il Sassetta, Domenico di
Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che dal pittore umbro Pinturicchio,
autore del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione simbolica della via verso la
Virtù come raggiungimento della serenità interiore, “un sentiero sicuro anche fra le onde” (Sap.
14,3).

Un “cammino sicuro” anche per i visitatori che potranno ammirare il pavimento nel rispetto
dei protocolli di sicurezza, grazie anche all’app gratuita The right distance e all’installazione della
membrana CULTURE, pellicola protettiva con proprietà antivirali ed antibatteriche con un’efficacia
certificata di 3 anni.


Il prezioso tappeto di marmi policromi è straordinario, unico, non solo per la tecnica utilizzata, ma
anche per il messaggio delle figurazioni, un invito costante alla sapienza, a partire dalle navate
con i protagonisti del mondo antico, scarmigliate sibille e autorevoli filosofi, fino ai soggetti biblici
sotto la cupola, nel presbiterio e nel transetto.

Il percorso si apre con l’iscrizione d’ingresso, davanti al portale centrale, un invito a entrare
“castamente” nel Virginis templum, la casa di Maria, testimonianza del forte legame che i cittadini
senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. La Madonna si definisce
anche come Sedes Sapientiae, sede di Sapienza e, subito dopo, la scritta è seguita dalla celebre
tarsia con l’Ermete Trismegisto, il sapiente egiziano, il primo grande teologo dell’antichità.


Seguono filosofi come Socrate e Cratete nella tarsia del Pinturicchio, Epitteto, Aristotele, Seneca
ed Euripide che corredano la Ruota della Fortuna e invitano al distacco dai beni terreni, futili, anzi
ingombranti per dedicarsi al pensiero filosofico.

Si passa dunque all’itinerario biblico in cui Domenico Beccafumi, rispetto agli artisti delle
precedenti generazioni, si avvale di nuovi modi stilistici rinnovando la tecnica del commesso
marmoreo. L’artista invece di utilizzare pietre di vario colore accosta marmi di sfumature diverse
rispetto alla tinta di base.

Attraverso le gradazioni tonali del grigio-verde, Beccafumi riesce così a ottenere risultati sorprendenti di chiaro-scuro, in cui luci e ombre delineano le figure con una tale abilità artistica, da sembrare capolavori realizzati con la tecnica silografica o pitture monocrome.


Beccafumi compie tale rivoluzione nel fregio con Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, che si
inserisce tra i due pilastri che sorreggono la cupola, verso il presbiterio.

La fonte principale del soggetto è un passo dell’Esodo (17,1-7, ma si veda anche Numeri 20,1-13), in cui il popolo
d’Israele, dopo la traversata del Mar Rosso, in marcia verso la terra promessa, è costretto a sopportare la mancanza d’acqua, fino al miracolo in cui Mosè percuoterà la roccia in Horeb, alla presenza degli anziani: «da essa sgorgherà acqua e il popolo berrà».

Secondo l’interpretazione di San Paolo, nella prima lettera ai Corinti (10, 4), la pietra rappresenta il Cristo, dalla quale sgorga la salvezza per quegli uomini che attingono acqua dalla sua sorgente: «tutti bevvero la stessa
bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia
era il Cristo».


In occasione della scopertura i visitatori avranno inoltre l’opportunità di “deambulare” intorno al
coro e all’abside dove si conservano le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona, eseguite con una
tecnica simile a quella del commesso marmoreo, con legni di diversi colori, raffiguranti vedute
urbane, paesaggi e nature morte, armadi che mostrano gli scaffali interni con oggetti liturgici resi
con abilità prospettica.


L’itinerario completo OpaSiPass consente, oltre la visita del Pavimento in Cattedrale, quella al
Museo dell’Opera in cui si potranno ammirare, nella Sala delle Statue, i mosaici con i simboli delle
città alleate di Siena e le tarsie originali di Antonio Federighi con le Sette età dell’Uomo. Nella Sala
dei Cartoni, il cui ingresso fiancheggia la magnifica Maestà di Duccio, è visibile la celebre pianta
del Pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che permette di avere un
quadro d’insieme delle tarsie e del percorso che, dall’ingresso, conduce fino all’altar maggiore. Il
biglietto integrato prevede anche l’accesso alla cosiddetta “Cripta”, sotto il Pavimento del Duomo,
e al Battistero.


Il “catalogo” relativo alla scopertura del Pavimento della Cattedrale, alla Porta del Cielo, dal titolo
Virginis Templum (Siena, Cattedrale, Cripta, Battistero), pubblicato in cinque lingue, guiderà il
visitatore all’interno del Complesso monumentale del Duomo. Il libro contiene un agile “percorso
pavimento” graficamente segnato dai motivi ornamentali marmorei bianchi e verde scuro, una
“guida” nella “guida”. Anche la pianta del Paciarelli, in maniera stilizzata, è rappresentata insieme
alle altre che corredano il libro, quale utile strumento per il visitatore.


Tra i servizi offerti saranno inoltre disponibili visite guidate in cui professionisti del settore, in varie
lingue, condurranno i visitatori alla scoperta di questo straordinario capolavoro.


La scopertura che si accompagna ai numerosi servizi è stata promossa dall’Opera della
Metropolitana ed è organizzata da Opera Laboratori.

Per info e booking
www.operaduomo.siena.it
opasiena@operalaboratori.com
+39 0577 286300