18 Novembre 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

Quando hai iniziato a fare musica?

Non ricordo avere iniziato ad un punto determinato, la musica è sempre stata presente ed ho sempre cantato, suonato, composto canzoni, sin da molto piccola. Le mie prima canzoni originali risalgono probabilmente a quando avevo 6 o 7 anni. La mia famiglia ha sempre avuto a casa chitarre, tastiere emi ha sempre stimolata all’espressione artistica e creativa. Ho studiato pianoforte per 3 o 4 anni durante l’adolescenza ed ho formato la mia prima band (una punk band formata da tre ragazze) quando avevo 17 anni. Da lì non mi sono mia fermata. Ho cantato in vari gruppi, sia in Italia che in Spagna, ed ho avviato la mia carriera da solista nel 2012 circa. Ma il momento di svolta è stato due anni fa, quando ho imparato a produrre musica da sola. È stato importantissimo e liberatorio.

Come descriveresti “Change” in 3 parole?

Rabbia. Speranza. Collettività.

Hai mai pensato di partecipare ad un talent show?

No, a dire la verità non ci ho mai pensato. Non mi vedo molto in quel contesto, e penso che questo progetto non sia molto adatto a quel tipo di piattaforma. Il mio obiettivo è entrare in contatto con persone che la vedono come me e che hannoo voglia di allearsi per il bene del pianeta. La musica per me è un mezzo per promuovere cambiamento e per elaborare le emozioni connesse allo stato attuale e al futuro della Terra. In un talent show mi sentirei un pesce fuor d’acqua.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Sono cresciuta ascoltando soprattutto musica alternativa e post-rock (Placebo, Muse, Skunk Anansie, Radiohead, Sigur Rós, Björk, PJ Harvey, Damien Rice, Daughter…). Mio nonno era appassionatissimo di musica classica e spesso mi faceva ascoltare le sue opere preferite. Intorno al 2004/2005 ho cominciato ad avvicinarmi alla danza araba, ai ritmi e strumenti del Medioriente: ho asscoltato (e ballato) molta musica mediorientale classica (Oum Kalthoum, Fairouz, Abdel Halim Hafez, Warda…) e musica fusion (la mia favorita Natacha Atlas, Orange Blossom, Souad Massi…). Allo stesso tempo, a Barcellona tra il 2008 ed il 2018, cantavo in bands di rock alternativo e studiavo per diventare ballerina ed insegnante di danze mediorientali.

Queste due grandi passioni, la musica dark alternativa e le atmosfere calde e misteriose della musica araba mi hanno portato a voler tentare una fusione strana ed innovativa, ma che è diventata il mio “timbro” e che mi rappresenta totalmente. Vivere a Los Angeles mi ha aiutato molto a sentirmi libera in questa sperimentazione. Ne è risultata una fusione pop etno-futuristica (o pyramid pop, come mi piace chiamarla) molto personale e poco esplorata. Ringrazio tutti i grandi musicisti e le ballerine che mi hanno ispirato fino ad ora, non avrei mai avuto il coraggio di “osare” senza la loro esistenza, talento e guida.