di Emilia Di Piazza
L’estate della “ripartenza”, quella del 2021 per Agrigento un nome e un luogo, la Valle dei Templi, il sito che può vantare, oltre alla veneranda età di 2500 anni, anche un eccellente stato di conservazione. In quella che Pindaro definì “la città più bella dei mortali”, fra i peripteri della Magna Grecia, ne parla il direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico di Agrigento, Roberto Sciarratta, architetto con un’inguaribile passione per il jazz. Iconico nel suo papillon a pois che ne fa un cultore dell’estetica ante litteram e un portait che ricorda certa ritrattistica di inizio Novecento. Siamo a ridosso del ferragosto, le temperature dell’estate 2021 sono roventi ma la voglia di fare è tanta. E i fatti lo confermano. Così, nello sconfinato abbraccio della Valle, mito e metafora di quella Grande Madre che restituisce doni ai suoi figli, Sciarratta ci racconta degli eventi, dei progetti e dell’amore per la sua Terra, quella Terra di tutti e di nessuno, puttana e santa, che è anche la nostra.
Doveva essere l’estate della ripartenza, questa, per la Valle dei Templi e così è stato. Un carnet ricchissimo quello della stagione 2021 con parecchi eventi ancora in itinere.
E’ stato un programma pensato durante la pandemia perché sapevamo che comunque ci sarebbe stata la possibilità di riaprire con una discreta sicurezza dovuta alle vaccinazioni e abbiamo pensato a un cartello di iniziative molto variegato e ampio che non riguarda solo la Valle dei Templi ma anche alcune aree della provincia. E’ un cartello culturale che spazia dalla musica anche quella per giovani- al jazz, alle orchestre, per poi passare alle attività teatrali con le albe che sono di tre tipi. Un cartellone culturale, insomma ampio e di spessore che ha già avuto un ottimo riscontro di pubblico.
Questo, ovviamente, è indicativo del lavoro svolto durante la pandemia. Segno evidente che non ci si è mai fermati. Qual è stata la parola d’ordine durante quel lungo e difficile momento che, per certi versi, non accenna ancora a finire?
Lavorare. Questa è stata la parola d’ordine. Non ci siamo mai fermati perché le attività vanno pensate prima ma anche la manutenzione, le attività di controllo delle aree e dei territori, le collaborazioni con le Università italiane, e non solo, gli approfondimenti scientifici, sono tutte attività che vanno pianificate con largo anticipo. Abbiamo riaperto il cantiere del teatro all’interno della Valle, è stato eseguito uno scavo che ha richiesto sopralluoghi, insieme alle Università e molti interventi di restauro che non ci hanno permesso di fermarci affatto. Abbiamo lavorato pensando alla ripartenza e per la normale routine siamo stati sempre sul campo.
Fra innovazioni e nuove scoperte, dunque, dalle sculture di Meggiato che ornano il percorso catartico dei templi, al ritrovamento dei resti del teatro ellenistico romano, la Valle sembra incarnare quel mito ancestrale della Grande Madre che restituisce i doni ai suoi figli. E la risposta dell’utenza, oggi, in termini numerici e di gradimento?
Abbiamo avuto ottimi risultati in termini numerici e di apprezzamento. In questo momento ci attestiamo attorno a 4/5 mila visitatori al giorno. Sono anche i numeri che avevamo lo scorso anno, non sono ancora i numeri del 2019 ma non siamo molto lontani. Soprattutto quest’anno, rispetto a quello scorso che è stato il primo della pandemia, la ripresa è iniziata già a partire da luglio con un pubblico molto ampio e con un’ottima affluenza che fa ben sperare anche per il proseguo. Confidiamo nella lunga estate che il clima sembra voler favorire. Probabilmente anche fino ad ottobre.
Avvenuto “risveglio”, dunque per l’attività culturale della Valle, cosa che purtroppo non può dirsi ugualmente per il resto della città. Un centro storico, quello di Agrigento, che continua a pagare il prezzo dello spopolamento sotto l’emergenza di una crisi che è economica ancorché sanitaria. Una frattura antica, potremmo dire. E’ sanabile questa frattura, direttore, e cosa può il Parco in tal senso?
Il Parco della Valle dei Templi, come ho sempre affermato, è il Parco della città di Agrigento. Per quello che possiamo fare già siamo intervenuti con una serie di progetti mirati, non solo economicamente ma anche culturalmente. Parlo della Biblioteca Lucchesiana per la quale è allo studio una nuova convenzione che riguarda un progetto che tende a portare i visitatori dalla Valle al centro. Il Parco è altresì presente a Santa Maria dei Greci con il DPRS del 2019 e negli altri luoghi di interesse che si trovano nella parte sommitale. Lavoriamo anche in collaborazione con la Curia per la Cattedrale di S. Gerlando. L’intento è quello di valorizzare un circuito esistente, valorizzandolo e a tal proposito il tour è gratuito.
E poi c’è la “vexata quaestio”, ossia la questione dei cosiddetti “siti archeologici minori”, perché se Agrigento, con la sua valle dorica -lo ricordiamo Patrimonio UNESCO dal ’97- rappresentano il fulcro, la cosiddetta “punta di diamante” dell’offerta culturale della provincia, ben più ampio è lo spettro dei territori che fanno capo ad Agrigento. Sono ben 40 attualmente i siti posti sotto la tutela del Parco per la salvaguardia e la valorizzazione. Siti, per i quali molto -in verità- si è fatto con la destinazione di risorse economiche proprie, ma molto si dovrà fare. Parliamo di Licata, Eraclea, Villa Romana di Realmonte. Urgenze e criticità direttore.
40 siti posti sotto la gestione del Parco, molti dei quali peraltro non in ottime condizioni e in un periodo in cui, a causa della pandemia, le nostre risorse non sono quelle degli anni precedenti, non è una facile gestione ma li stiamo attenzionando e l’elenco dei siti di interesse è molto più ampio di quelli citati. Ribera, con il suo castello e la necropoli, Ravanusa con la sua area archeologica di Monte Saraceno e il museo recentemente rinnovato, in parte e che vedrà un miglioramento interno che riguarda la cartellonistica e una serie di interventi finalizzati ad una migliore fruizione. E’ chiaro che su questi siti siamo partiti in ritardo rispetto a quello che è stato fatto nella Valle durante gli ultimi 20 anni ma pensiamo di potere rimontare questo svantaggio culturale con la valorizzazione di questi meravigliosi siti con enormi potenzialità. Già a partire dal prossimo anno, quindi fra pochi mesi, vedremo i risultati concreti del lavoro svolto.
E a quando prossimi eventi del calibro di Dolce e Gabbana -recentissimo- o del Google Camp che hanno portato Agrigento e la Sicilia tutta alla ribalta della cronaca internazionale?
Allo stato attuale non abbiamo richieste in tal senso, tuttavia vi sono richieste da parte della televisione con importanti fiction realizzate dalla RAI. Nei prossimi mesi la troupe sarà presente sia nella Valle che al Museo Archeologico per le riprese che già sono un ottimo traguardo. Per il resto totale apertura da parte nostra a tutte quelle manifestazioni che comunque siano ossequiose dei luoghi, nel rispetto del codice dei Beni Culturali e, soprattutto, nel rispetto etico e culturale che questa area merita.
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