CastelbuonoJazzFest, ultima serata
Concerti di maestri e allievi della Masterclass
Il Premio Tamburini alla cantante e compositrice Daniela Spalletta. E un ricordo per Lello Sanfilippo
Anche quest’anno il CastelbuonoJazzFest chiude i battenti: e stavolta lo farà mettendo in risalto i giovanissimi. L’ultima serata – (22 agosto) dalle 22 in piazza Castello, nel cuore del borgo madonita – ospiterà infatti il concerto degli allievi delle masterclass che i musicisti Giacomo Tantillo, Giuliana di Liberto e Claudio Giambruno hanno tenuto durante la settimana tra la sala del Principe, all’interno del castello dei Ventimiglia, e l’eremo di Liccia. Il risultato di una settimana intensa di laboratorio sarà proposto sul palco, e coinvolgerà sia gli allievi che i maestri. Saliranno sul palco sia fiati e ritmica, e cinque giovani “voci” che hanno studiato con Giuliana Di Liberto. Verrà anche assegnato il Premio Marco Tamburini – intitolato all’immaginifico trombettista di Cesena, amico e collaboratore di Pietro Tonolo, Paolo Fresu, Steve Coleman e Joe Lovano, turnista di Raf, Jovanotti e Vinicio Capossela, scomparso sei anni fa a 55 anni -, giunto alla sua sesta edizione. Quest’anno andrà a Daniela Spalletta, cantante, arrangiatrice, autrice e compositrice siciliana, che per tre anni di seguito si è anche classificata a i Jazzit Award di JazzIt.
La targa Ellepi andrà invece alla memoria a Lello Sanfilippo, la mente creativa e l’editore di RadioTime, scomparso improvvisamente a ottobre scorso, poco meno di un anno fa. Ingresso: 5 euro con green pass. prenotazionicjf@libero.it
Il Castelbuono Jazz Festival è diretto da Angelo Butera e promosso dagli assessorati al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Siciliana, dall’Assemblea Regionale Siciliana, dai Comuni di Castelbuono, Pollina e Campofelice di Roccella, dal Museo Mandralisca di Cefalù, ENIT e l’Ente Parco delle Madonie.
Altri articoli
“Luce di Notte”, Asia ci presenta il suo ultimo inedito
“Bon Ton”: Il rock sociale e ironico firmato Manleva
Lo stupro come arma da guerra e il lato oscuro della tecnologia: l’orrore del Congo in “Figli di Serpente”, la denuncia in musica di Gilles Yahfa