18 Novembre 2024

Zarabazà

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Una tre giorni intensa, dedicata al jazz in tutte le sue sfumature firmata ParmaJazz Frontiere Festival

Il 12, 13 e 14 ottobre, tra le numerose iniziative del Festival anche presentazioni di libri, album e guide all’ascolto

Fra le numerose iniziative di ParmaJazz Frontiere Festival, anche presentazioni di libri e dischi e guide all’ascolto. Tre gli appuntamenti questa settimana: si inizia il 12 ottobre, alle ore 18:00 presso Lostello – Parco della cittadella, dove Claudio Chianura presenterà, con intervento di Alessandro Rigolli, Jazz border. Il jazz in Italia (Auditorium, 2019/2020), secondo appuntamento con i libri organizzato dal PJF 2021. Proseguendo, mercoledì 13 ottobre Roberto Bonati – direttore artistico del festival – festeggerà il suo compleanno in maniera speciale: presentando il suo nuovo progetto musicale Some Red Some Yellow che lo vede a fianco del norvegese Tor Yttredal. Infine, si conclude questa tre giorni di approfondimento del mondo del jazz con una delle due Guide all’ascolto in programma, a cura di Luca Perciballi, quella dedicata ad Electric Pleasures – Il concetto di elettricità ed elettronica nella musica del 900, alle ore 18:00 presso l’Associazione Remo Gaibazzi. 

Jazz border. Il jazz in Italia  di Claudio Chianura è il racconto di una parte della scena jazz italiana osservata attraverso la visione di un professionista della musica che da questa stessa scena è rimasto sempre un poco distaccato. Come scrive l’autore stesso nelle sue note introduttive «anche dopo essermi interessato alla musica – pop e rock prima, elettronica e contemporanea più avanti – il jazz mi interessava ancora molto poco. Tra i diciotto e i ventott’anni di età ho acquistato solamente “Kulu Sé Mama” di Coltrane, “Full Force” degli Art Ensemble e “Your Tonight Is My Tomorrow” di Eric Watson. Poca cosa, lo ammetto. Troppo poco per dichiararmi ancora oggi, trent’anni più tardi, un “esperto” di musica jazz. Anche ora che di musica jazz ne ho ascoltata parecchia, ho pubblicato libri sul jazz (come editore) e ho prodotto album di jazz e soprattutto – com’è evidente – ho intervistato molti importanti musicisti jazz, italiani e stranieri. Ma nulla mi impedisce di apprezzare quanto il jazz – o quel che viene sommariamente chiamato jazz – rappresenti la miglior forma di espressione musicale del nostro tempo». Una dichiarazione che anticipa e rispecchia i contenuti raccolti in queste pagine, dense di testimonianze che coinvolgono artisti, studiosi e addetti ai lavori quali, tra gli altri, Francesco Bearzatti, Stefano Bollani, Claudio Cojaniz, Franco D’andrea, Zeno De Rossi, Maria Pia De Vito, Stefano Di Battista, Furio Di Castri, Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Christian Meyer, Roy Paci, Enrico Rava, Antonello Salis, Gianluigi Trovesi, Stefano Zenni. Una varietà di sguardi che rappresentano il vero valore aggiunto anche del documentario che completa questa pubblicazione, un’interessante carrellata che restituisce le testimonianze dirette dei protagonisti del mondo jazz italiano qui coinvolti, le cui parole si possono poi ritrovare decantate nella pagina scritta, quale forma ulteriore di riflessione su questa musica. Molti degli artisti intervistati ci danno la stessa visione: il jazz come passaporto, come via per andare in qualsiasi paese del mondo, come pratica inclusiva, non come un genere musicale ma come un’attitudine, dei musicisti, di fagocitare qualsiasi cosa per poi improvvisarci sopra. A completare il lavoro si aggiunge inoltre una selezione di interviste raccolte per le riviste “Strumenti Musicali” e “Insound” dallo stesso Chianura tra il 2001 e il 2014, dove, in occasione di una chiacchierata del 2003, un musicista come Gianluigi Trovesi così descrive il suo approccio alla musica: «Questo mi piace: trasformare la musica. Divertirsi a cambiare l’emozione di un brano è un gioco. In altre lingue giocare e suonare usano lo stesso vocabolo. Anche a noi non resta che giocare con la musica».

Some Red Some Yellow, questo il titolo dell’ultimissima uscita discografica a firma ParmaFrontiere Etichetta, vede protagonisti Tor Yttredal (sax) e Roberto Bonati (contrabbasso) e sarà presentata a La Feltrinelli Libri e Musica il 13 ottobre (h 18:00). I due artisti sono colleghi e amici dal 2013, quando hanno iniziato a fare concerti, album, scambi musicali tra la Facoltà di Arti dello Spettacolo di Stavanger e il Conservatorio Arrigo Boito a Parma. Some Red, Some Yellow è una nuova tappa nel percorso musicale dei due musicisti: per la prima volta uniscono le forze in duo, con brani scritti e momenti di puro ad-lib dal forte impatto. Un album dall’anima potente e dal valore suggestivo, che è il risultato delle tante esperienze musicali di entrambi gli artisti: improvvisazione, jazz nelle sue molteplici espressioni, musica tradizionale extraeuropea, world music, musica contemporanea, musica folkloristica, musica classica europea. Il duo ci regala un messaggio personale che nasce dal legame speciale tra Bonati e Yttreedal e dal loro reciproco ascolto e interazione. Il risultato: un’esperienza di calma musicale ansia.

Il duo è affiancato in due brani da John Derek Bishop, talento assoluto della musica elettronica norvegese, che dona al progetto un tocco di magia con il suo sound speciale. Chissà, forse un teaser per un futuro album insieme.

Realizzato con una collaborazione internazionale durante la permanenza di Tor Yttredal al ParmaJazz Frontiere Festival, l’album fa parte del progetto di ricerca “Improvisation” della Facoltà di Arti dello spettacolo dell’Università di Stavanger.

La prima delle due guide all’ascolto, Electric Pleasures – Il concetto di elettricità ed elettronica nella musica del 900, tenute da Luca Perciballi, chitarrista e compositore attivo sulla scena sperimentale, cercherà di tracciare un percorso storico tra le grandi rivoluzioni sonore rese possibili dall’elettricità spaziando tra i generi e gli orientamenti musicali e avvalendosi anche di dimostrazioni pratiche in forma di concerto.

La guida tratta il concetto di elettricità ed elettronica nella musica del 900, partendo dal presupposto che, il ‘900, è stato un secolo fortemente caratterizzato dal concetto di “rivoluzione”: dalle guerre Mondiali alle avanguardie artistiche fino ai movimenti per i diritti civili, che ha investito ogni aspetto della cultura e della società. Nel panorama musicale nulla ha avuto più impatto del concetto di “elettricità”: la tecnologia e la meccanica sono entrate prepotentemente nel panorama sonoro con l’invenzione di tecnologie per la fruizione del suono, strumenti musicali e rivoluzioni digitali che hanno modificato la nostra stessa attitudine all’ascolto.