Esce per l’olandese Zefir Records Family Album di Francesco Di Fiore: quattordici tracce per pianoforte solo che disegnano un viaggio nella memoria del pianista e compositore siciliano. Di Fiore prende il suo spunto e la sua ispirazione da quel gesto ancestrale e potente, nella sua fertile melanconia, dello sfogliare l’album di famiglia. Immagini dell’infanzia, dei genitori e di quei parenti ritratti nei gesti e nella foggia di tanti anni fa. Ma anche scatti precedenti, immagini di quei ricordi di famiglia oggetto di tanti racconti nelle notti di pioggia.
L’album esce sui mercati digitali internazionali il 5 novembre per approdare nei migliori negozi di dischi italiani dai primi di dicembre.
Centinaia di foto raccolte dal padre di Francesco e consegnate a lui per la futura memoria che hanno ispirato il gesto pianistico, la scrittura e la narrazione poetica di questo album che dipinge con forza l’intimo del suo autore, lascia trapelare la melanconia del guardare indietro, lo spleen per la mancanza di quegli affetti di cui rimangono, appunto, foto e profumi perduti nell’orizzonte della mente.
L’album è nei fatti dedicato al padre di Francesco: fu lui a consegnare a Di Fiore il tradizionale album di famiglia. Che, in una gestazione complessa e dolorosa, presa e abbandonata, ripresa e lasciata nuovamente, ha dato vita a queste intense pagine di un pianismo di forte ispirazione minimalista.
Delle foto che hanno ispirato questo lavoro ne possiamo vedere una, quella della copertina di Ferdinando Scianna che ritrae un Francesco fanciullo, le altre sono lasciate al racconto del pianoforte: “Come ho scritto nelle note di copertina dell’album, spero che l’esposizione della mia esperienza emotiva stimoli l’affiorare di ricordi personali nell’ascoltatore, che si crei un’interazione, uno scambio di emozioni che vadano a scavare nel vissuto di chiunque ascolti.”
Una particolarità: l’album si apre e si chiude con il suono di una motocicletta, la BMW di Francesco Di Fiore, con cui il pianista ha raggiunto gli studi della Zeeuwse Concertzaal di Middelburg (dove sono state scattate le foto di questo pressbook), nei Paesi Bassi, dove è stato registrato e prodotto il disco da Jakko van der Heijden. Una motocicletta che qui diventa vero e proprio strumento musicale. A tracciare fino in fondo l’idea e il racconto del viaggio che è il filo rosso dell’album.
Una seconda importante particolarità: l’intero album è disponibile in partitura. Sul retro di copertina è riportato, infatti, un codice QR che rimanda ad un contenuto speciale: una pagina internet che riporta le istruzioni per ottenere tutte le partiture, ciascuna corredata da una breve presentazione del brano.
Francesco Di Fiore, pianista e compositore nato a Palermo, studia con Harald Ossberger, Bruno Canino, Peter Toperczer ed Eliodoro Sollima. Ha studiato anche a Vienna e a Praga presso L’Accademia Nazionale di Musica. Nel 1986 intraprende la carriera concertistica eseguendo centinaia di concerti in Italia e all’estero.
È autore di musica contemporanea di area postmoderna-postminimalista. La sua produzione comprende composizioni strumentali, colonne sonore per il cinema e musiche di scena per il teatro.
Il 2011 è l’anno dell’originale progetto Miniature che ha coinvolto il pubblico del web con una nuova composizione alla settimana, per un totale di 53 pezzi e 207 minuti di musica, condivisi sul suo sito internet e che ha attirato l’interesse di addetti ai lavori e appassionati da tutto il mondo. Incide per l’etichetta olandese Zefir Records.
Nato a Palermo intraprende gli studi musicali nella sua città diplomandosi in Pianoforte nel 1989. Dal 1987 studia con il maestro Eliodoro Sollima composizione e le materie a essa correlate. Dal 1990 studia clavicembalo presso il Conservatorio di Musica di Palermo. Successivamente, nel 1992, studia a Vienna, Austria, con il professor Harald Ossberger.
Nel 1993 gli viene assegnata una Borsa Di Studio dal governo della Repubblica Ceca per perfezionamento musicale con il professor Peter Toperczer presso L’Accademia Nazionale Di Musica di Praga, dove dunque si trasferisce dal 1993 al 1995.
Tra il 1989 e il 1991 segue numerosi corsi di perfezionamento in pianoforte e musica da camera in Italia e all’estero, tenuti da docenti prestigiosi. Degni di nota sono il laboratorio biennale sulla produzione pianistica di W. A. Mozart tenuto presso l’Orchestra da Camera Siciliana dal maestro Eliodoro Sollima e il laboratorio sull’Interpretazione della Musica da Camera Contemporanea tenuto dai maestri Augusto Vismara ed Eliodoro Sollima. Nel 1992 studia interpretazione della musica da camera classica e barocca su strumenti a tastiera d’epoca e copie riprodotte (epoca rinascimentale e barocca).
Intraprende nel 1986 la carriera concertistica, in particolare nella formazione di duo pianistico. Questa lo porta a suonare in molti teatri e sale da concerto internazionali. Ha eseguito centinaia di concerti per conto di importanti istituzioni sia in Italia che all’estero, più precisamente in Austria, Francia, Repubblica Ceca, Ungheria, Germania, Stati Uniti, Cina, all’inizio eseguendo il repertorio tradizionale ma successivamente soprattutto il repertorio contemporaneo e le proprie composizioni.
Ha collaborato con musicisti del calibro di Giovanni Sollima, Damiano Binetti, Bruno Canino, Mario Crispi, Gliarchiensemble, William Susman, Douwe Eisenga, Neil Campbell, Matteo Sommacal, Marco Betta, Erika Tazawa, Zofo Duet, Olivia Kieffer, Robert Gutter, Trio Rospigliosi e altri.
È stato premiato come vincitore assoluto ad alcuni concorsi pianistici nazionali ed è stato vincitore del “XV Internationales Kammermusik Festival Austria Waldviertel” 1993 di Horn (Austria).
Dal 1990 al 2004 è stato direttore artistico dell’Associazione Philarmonia Centro Iniziative Musicali. L’attività di direttore artistico lo ha impegnato nell’organizzazione di 8 edizioni della “Settimana Musicale”, 3 edizioni della “Primavera Musicale”, 3 stagioni concertistiche, 3 edizioni del Concorso Pianistico “S. Pintacuda”.
È autore di musica contemporanea di area postmoderna-postminimalista. La sua produzione comprende composizioni strumentali, musiche di scena e colonne sonore.
Il 2011 è l’anno dell’originale progetto Miniature che ha coinvolto il pubblico del web con una nuova composizione pianistica alla settimana, per un totale di 53 pezzi e 207 minuti di musica, condivisi liberamente sul suo sito internet, un progetto che ha attirato l’interesse di addetti ai lavori e appassionati da tutto il mondo.
Le sue musiche sono spesso eseguite e incise da solisti e gruppi da camera di fama internazionale e i suoi lavori sono regolarmente proposti in concerto in tutto il mondo.
Incide per la casa discografica olandese Zefir Records e il suo recente album “Pianosequenza – Piano Music in Film” ha ottenuto notevoli riconoscimenti ed è stato annoverato tra i primi 5 migliori CD di classica contemporanea usciti nel 2015 dal quotidiano “Il Manifesto”.
Collabora stabilmente con la video artista Valeria Di Matteo con la quale ha realizzato numerosi progetti, delle vere e proprie performance di musica e arte visiva.
Track by Track
- Bench
Protagonista della prima foto è il padre di Francesco seduto su una panchina mentre scrive una lettera. Ed è l’unica foto della raccolta che l’autore ha deciso di rivelare pubblicamente. Perché contiene diversi elementi che appartengono simbolicamente a tutto il lavoro ma soprattutto perché è al padre che il disco è dedicato.
All’inizio, quindi, arriva Di Fiore con la sua moto, spegne il motore e inizia il suo racconto: come un antico “contastorie” siciliano.
Musicalmente è evidente la descrizione del movimento di una mano intenta a scrivere e la voce bassa di chi racconta.
2. Waltz in Four
Il valzer è notoriamente una danza in ritmo ternario. Un valzer in quattro è quindi un valzer sbagliato. L’atmosfera è quella di un valzerino infantile eseguito da mani inesperte. L’ispirazione viene dallo scatto che ha immortalato la prima performance pubblica di Francesco, a 9 anni, per un pubblico principalmente di bambini, nell’aula grande della scuola
3. Hugs
Un brano introverso: una musica che si ritrae, molto timida, che si presenta con pudore, forse ingiustificato. È una foto di Francesco, forse non ancora ad un anno di età, in braccio al padre
4. August 29
Una domenica d’estate trascorsa nella casa estiva della zia paterna, i profumi della tavola domenicale, il vociare, le risa, le corse in bicicletta con i cugini, l’altalena acrobatica. Il primogenito della zia era già un affermato fotografo. Sperimentava quel giorno una polaroid a sviluppo istantaneo ed il ritratto della copertina del CD è suo. Oggi è un mostro sacro della fotografia, uno dei più grandi fotografi al mondo: è Ferdinando Scianna.
5. Clouds
Un’atmosfera evanescente che dipinge i colori sbiaditi di una vecchia foto della mamma con la zia. Loro sono lì, sorridenti, in montagna. Dietro un bellissimo cielo nuvoloso.
6. Road Trip
L’eccitazione da bambino del primo road trip della vita, in macchina, con i genitori.
7. Family Album
E’ il primo brano scritto della raccolta, forse la sua quintessenza. È come sfogliare l’album completamente: istanti di storia immortalati per essere osservati e rivissuti mentalmente.
8. Moke
Il dipinto in musica di una delle foto più divertenti dell’album: quella che raffigura il padre di Francesco ragazzino che cavalca divertito un piccolo asino.
9. Bells
Il suono delle campane di una chiesa, di fronte il padre da giovane con alcuni altri studenti. L’atmosfera è incerta ma serena, eppure per nulla spontanea. Foto d’altri tempi.
10. Trail
Un scatto magico dei nonni, solari, sorridenti, a braccetto mentre percorrono un sentiero delle Madonìe
11. Stones
Gioco di contrasti: il volto sereno e solare del padre in una ruvida immagine che porta sullo sfondo il paesaggio di un un terreno aspro e miseramente pietroso e brullo. Forse un altopiano.
12. Ruins
Una visita a un parco archeologico oltre a essere interessante può suscitare strane sensazioni? Per il nostro autore è un ricordo di ansia: forse per la sensazione di violare uno spazio privato personale, seppur millenni prima. Rifugio di persone che ci hanno preceduto e che forse non avrebbero mai voluto esporre
13. Rain
Esplorare le strade di una città ancora sconosciuta sotto l’ombrello ha un enorme fascino
14. Wheels
Un ricordo indelebile, quello di una vecchia bici chopper: con il manubrio in stile Harley-Davidson, la sella con lo schienale, il cambio a cloche.
È il brano che chiude la raccolta. Qui il racconto si chiude, il suo autore si rimette in moto e si allontana: esattamente come era arrivato.
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