“PAROLE MUTE 2.0, una testimonianza sull’Alzheimer”- di e con Francesca Vitale
Zo Centro Culture Contemporanee – P.le R. Chinnici, 6 – Catania
Sabato 20 Novembre h. 21:00 – Domenica 21 Novembre h. 18:00
per info e prenotazioni 342 5572121 – prenotazione@palcooff.it
Per la rassegna “Battiti” ha inizio la 9^ stagione di Palco Off con Parole Mute 2.0, una testimonianza sull’Alzheimer, di e con Francesca Vitale (produzione la Memoria del Teatro). Andrà in scena sabato 20 e domenica 21 novembre, con la regia di Manuel Renga, ripresa dall’originale messa in scena di Lamberto Puggelli; voci fuori campo di Paolo Bonacelli, Ottavia Piccolo e Tiziana Bergamaschi. Parole Mute 2.0 è la naturale evoluzione del percorso emozionale e di consapevolezza dell’autrice, sull’esperienza personale raccontata nella prima edizione del 2009 ed insignita già al suo esordio dal premio Enriquez.
Una testimonianza sull’Alzheimer dell’autrice e protagonista di questo testo, intimo e profondo, che nasce da una dolorosa esperienza personale: la malattia che ha improvvisamente colpito il padre.
Un padre con una personalità forte, intraprendente, un viaggiatore curioso. Amante della buona musica e della compagnia, tanto da aprire “Night al Castello” il mitico locale degli anni ’60 ad Acicastello, crocevia di incontri dei Vip della musica del tempo con la borghesia catanese. Tanti potrebbero riconoscersi nelle foto di quel periodo riprodotte nella scena dedicata.
Il testo racconta l’esperienza di una figlia, le sensazioni, i ricordi e le emozioni per un male che colpisce un’intera famiglia e la sensazione di impotenza nel dare aiuto a chi rappresentava il “pilastro” affettivo e relazionale della famiglia stessa.
Parole Mute, dall’altro lato, racconta anche quanto si possa imparare da questa esperienza dolorosa, attraverso la comprensione di tutti quei meccanismi di comunicazione extraverbale che i malati posseggono e che consentono loro di rompere le barriere culturali che noi “sani” abbiamo. Ed allora ecco il senso di tutto, l’amore ritrovato al di là dell’incapacità di esprimerlo.
Lo spettacolo, costruito in un atto unico composto da 18 quadri scanditi da contributi musicali, è una suggestiva commistione fra testo, immagini, voci fuori campo e musica che, in forma di dialogo con l’assente, ripercorrono le tappe di un rapporto mai chiuso.
Vuole anche essere uno strumento di stimolo e informazione per quanti ne vogliano sapere di più su questa patologia: associazioni, famiglie dei malati, operatori, tutti possono sentirsi coinvolti e protagonisti di questa operazione nata dall’amore di una figlia per il suo genitore.
Com’è consuetudine, dopo lo spettacolo ci sarà l’incontro con l’Aut/Attore e con esperti del tema per una chiacchierata con il pubblico.
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