Henna non è la città della Sicilia con l’acca davanti, non è l’arbusto spinoso e nemmeno il suo derivato per colorarsi naturalmente i capelli di rosso, è il nome dietro al quale si nasconde la cantautrice valtellinese Elena Mottarelli, un omaggio allo storico brano e album di Lucio Dalla, una dedica all’artista bolognese e al cantautorato italiano. L’artista, arrivata tra i finalisti di Musicultura con il brano “Au revoir”, ha da poco pubblicato “LA COSA PIÙ BELLA CHE C’È” (distribuzione The Orchard) il suo nuovo singolo. Ecco cosa ci ha rivelato…
“La cosa più bella che c’è” è il tuo nuovo singolo. Ce ne parli? Qual è il posto preferito dove componi?
Questa canzone è per chi, come me, ogni tanto ha bisogno di una parolina di conforto perché la ruota proprio ha bisogno di un filo d’olio per girare e per fortuna la mia personale “cosa più bella che c’è” gira sempre con un ramoscello d’ulivo in tasca. Adoro comporre nella mia casa in Valtellina quando il sole sta sopra le montagne e arriva dritto alla finestra della mia stanza.
Se guardi ai tuoi singoli quale filo conduttore vedi?
I primi due sono fratellini, appartengono allo stesso momento e in un modo o nell’altro sono un po’ lo yin e lo yang della stessa storia. “La cosa più bella che c’è” si passa qualche anno da questi due, un po’ come fosse il cugino figo con cui vorresti fare serata, un pochino di esperienza in più, studi e ascolti ma sempre me.
Cosa ti ha spinto verso la musica? Quali sono stati i tuoi riferimenti?
Un sentimento forte, mio. Non mi ha spinto nessuno ad avvicinarmi alla musica né tantomeno c’era qualche musicista in famiglia, ci sono arrivata da sola. I grandi cantautori mi hanno fatto appassionare alle parole e ad un modo diverso di raccontare storie vere: Dalla, De Andrè, Battiato, Fossati, Paoli, Vecchioni e potrei andare avanti un bel po’.
Cosa c’è nella tua vita oltre la musica?
Ci sono momenti strani, momenti in cui lavoro e sono contenta di lavorare ma a volte il peso di non fare esattamente quello per cui veramente mi alzerei tutte le mattine pesa un po’ troppo. Ma sono felice e continuo a fare tutto ciò che posso per puntare la sveglia del giorno dopo sapendo che andrò a fare una cosa per cui mi si arricciano le budella.
Del tuo percorso professionale cosa ti rende più orgogliosa?
La perseveranza. Il fatto di riguardare il percorso fatto su me stessa in qualità di individuo qualunque e su Henna percependo di aver fatto tante cose tra cui molti errori e tanti lavori per migliorare sempre. Il fatto di non essere mai stufa e di non essermi mai stufata di aver scelto di fare questa professione.
Quali sono i sogni nel cassetto di Henna?
Cd, live, festival, scrivere tutti i giorni, studi di registrazione per giorni, tour, fotografie, post concerti…. Se chiudo gli occhi un attimo, comincio a viaggiare.
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