“La storia diventi veramente maestra di vita”
“Anno dopo anno abbiamo il forte dovere di prendere posizione, condannare quell’orrore ma soprattutto fare in modo che la storia diventi veramente maestra di vita. Le nuove generazioni devono capire che solo con il serio impegno di tutti noi riusciremo a emarginare e depotenziare chi ancora osa negare l’Olocausto e la Shoah”. Le parole della presidente del Consiglio comunale riecheggiano nel Teatro La Fenice nel corso della Cerimonia cittadina per il Giorno della Memoria 2022. Una giornata di commemorazione per ricordare le vittime della persecuzione e dello sterminio nazifascista, voluta dalla presidenza del Consiglio comunale e dalla Comunità ebraica di Venezia.
“Il palcoscenico della Fenice diventa cassa di risonanza di un messaggio di fratellanza, di pace, di rispetto, di condivisione e di speranza” ha proseguito Ermelinda Damiano, portando i saluti del sindaco Luigi Brugnaro. “Da qui anche oggi parte un appello a difendere la libertà contro ogni violenza e sopraffazione. Un sincero ringraziamento al Sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice Fortunato Ortombina e al Presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Dario Calimani, per aver organizzato assieme alla Presidenza del Consiglio Comunale di Venezia, questa giornata di ricordo e per l’impegno con il quale, anche in questa occasione, vogliamo dimostrare di non dimenticare”.
“Venezia, nel pieno delle celebrazioni per i 1600 anni dalla sua Fondazione, torna a onorare tutti coloro che sono stati vittime della cattiveria, della violenza, della follia dell’uomo. Venezia si schiera dalla parte di tanti ebrei, uccisi e torturati perché considerati “minaccia mortale” per la “razza” tedesca, dalla parte di Rom e Sinti visti come un popolo “inferiore”, dalla parte di tutti coloro che avevano disabilità fisiche e mentali eliminati perché considerati “inutili bocche da sfamare” e “difettosi” da un punto di vista razziale, di quei politici e di quei soldati internati e da eliminare, fino ad arrivare a Testimoni di Geova, omosessuali, e persone considerate “asociali”. Centinaia di migliaia di vittime innocenti imprigionate e uccise nei campi di concentramento alle quali va oggi e ogni giorno la “Memoria” di Venezia” ha concluso la presidente.
Il direttore generale della Fondazione Teatro La Fenice Andrea Erri ha fatto le veci del sovrintendente Fortunato Ortombina, assente perché positivo al Covid 19: “Eccoci di nuovo dal vivo, dopo che lo scorso anno l’evento si è svolto in streaming. Ringrazio il Comune di Venezia che ha realizzato, insieme al Coordinamento cittadino più di 60 appuntamenti di grande qualità, grazie all’entusiasmo e all’energia della presidente Ermelinda Damiano. Un ringraziamento anche al presidente della Comunità ebraica Dario Calimani: la Fenice sarà sempre al fianco delle istituzioni per non dimenticare il passato. La Fenice è uno strumento di servizio pubblico a disposizione delle comunità e del territorio. Voglio ricordare il giovane Yoav Hattab, secondo di nove figli del Rabbino di Tunisi: una delle quattro vittime il 9 gennaio 2015 del supermercato kosher a Parigi.
Questo ragazzo, con tutta una vita davanti, mette in evidenza una serie di contraddizioni della nostra società. Ebreo maghrebino a Tunisi, nordafricano a Parigi in una Francia piena di tensioni verso gli immigrati, uomo di pace di fronte a mitra sparati. Il suo ultimo post Facebook recitava: “Penso che la vita sia un dono, non voglio sprecarlo”. Questa giornata è dedicata a lui”.
Sul palco anche il presidente della Comunità ebraica di Venezia Dario Calimani che nel suo discorso ha usato toni duri sulla commemorazione dell’Olocausto oggi: “Testimoniare ogni anno la catastrofe della Shoah, porta con sé una certa dose di imbarazzo oltre al riacutizzarsi del dolore. Si può avere la sensazione di rispolverare la Memoria per un attimo per poi rimetterla nel cassetto per un anno di indifferenza. Parlare di Shoah crea disagio: alcuni sostengono che gli ebrei pretendano l’esclusiva della Memoria, dopo aver ‘goduto’ , diciamo noi, del privilegio dello sterminio. La Shoah è ingombrante. La coscienza della civiltà occidentale non riesce ancora a confrontarsi con le proprie responsabilità, perciò le si accostano altre tragedie, come i crimini di Stalin, le foibe, le barche di migranti che affondano nel Mediterraneo. Un ricordo della Shoah ben ‘spalmato’, messo fuori fuoco e attenuato per mostrare che orrore e sterminio sono fenomeni inevitabili della nostra epoca in ogni parte del mondo. Non si accetta che ogni tragedia sia tragedia a sé e meriti una propria commemorazione, anziché globalizzare anche il dolore”.
E ancora: “La Shoah non è bastata a porre fine al pregiudizio antisemita, anzi lo ha nutrito e rafforzato. Per sei milioni di persone la vita si è fermata nei campi di sterminio, tra cui un milione e mezzo di bambini. Varrebbe la pena rendere onore a chi ci ha liberato dalla tirannia del fascismo. Ci si rifiuta di riconoscere la spaventosa unicità della Shoah: non esiste nella storia dell’umanità un altro caso di eliminazione sistematica di un intero popolo, realizzata rastrellando con impegno scrupoloso famiglie per far sparire gli ebrei dalla faccia della Terra in nome della purezza della razza ariana. I fascisti veneziani approfittavano degli spettacoli della Fenice, quando parte della popolazione era distratta, per mettere in atto i rastrellamenti degli ebrei.
L’odio antisemita ancora oggi continua ad avvelenare i sentimenti della società. E’ sconvolgente sentir affermare da chi ci rappresenta in Parlamento che gli ebrei sono una lobby grazie alla potenza della quale si continua a parlare di Shoah e dover protestare con chi sostiene che la finanza ebraica domini il mondo e cospiri ai suoi danni. La retorica antisemita arriva a colpevolizzare l’ebreo. E’ compito delle istituzioni non sottovalutare il pericolo e fare proposte educative che evitino il ripetersi di una storia di morte”.
Gli interventi istituzionali sono stati seguiti dal reading letterario musicale “Tra il mare e la sabbia. La vita di Virginia Gattegno”, curato dal regista Matteo Corradini, che racconta la vita di Virginia Gattegno, ebrea italiana deportata da Rodi, dove viveva. Dopo la fine della guerra Virginia è tornata a vivere a Venezia, dove abita ancora oggi all’età di 98 anni. Il reading è tratto dal libro “Per chi splende questo lume” in cui la stessa Gattegno ripercorre la sua vita e quella tragica esperienza del campo di concentramento. A lei si è rivolta anche la presidente Damiano con il discorso di saluto del sindaco: “Il nostro pensiero arrivi forte a Virginia, deportata ad Auschwitz il 23 luglio 1944, a pochi giorni dal compimento del suo diciannovesimo compleanno, e sopravvissuta. Ancor oggi rappresenta per tutta la nostra comunità veneziana un motivo di orgoglio e una testimonianza vivente di una storia che tutti noi abbiamo il dovere di tener viva. É per tutti noi un onore omaggiarla”.
Il programma delle iniziative per il Giorno della Memoria (istituito dalla legge 211/2000 per ricordare le vittime dell’Olocausto, degli effetti della legislazione razzista e di tutti coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere gli ebrei perseguitati) comprende oltre sessanta appuntamenti su tutto il territorio comunale tra incontri, conferenze, mostre, presentazioni di libri, visite guidate, realizzati grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione comunale, in particolare la Presidenza del Consiglio comunale, e il Coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria. Tra le tante iniziative, saranno posate 30 Pietre d’Inciampo, che faranno di Venezia la seconda città italiana, dopo Roma, per numero di pietre deposte. Per la prima volta quest’anno sarà coinvolta anche la terraferma con la posa a Mestre della prima pietra d’inciampo, venerdì 28 gennaio alle 11 in via del Rigo 2. Giovedì 27 gennaio invece si svolgerà la cerimonia della posa di 29 “stolpersteine” in memoria dei cittadini veneziani deportati nei campi di sterminio nazisti, cominciando da Campo Santa Maria del Giglio alle 9.
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