REGIA DI FRANCO PERÒ, DAL 1 MARZO IN SCENA IN SALA VERGA
Può un bizzarro gruppo di amiche mettere al riparo Parigi dal disastro ambientale? A guidarle verso questa folle impresa, c’è una donna che vive fuori dal mondo, ma è amatissima dalle persone umili del suo quartiere. “La pazza di Chaillot” è una fiaba ironica e sarcastica, dove i temi politici si incrociano a quelli ecologici: il celebre testo del drammaturgo, romanziere e diplomatico Jean Giraudoux, adattato da Letizia Russo e diretto da Franco Però, andrà in scena nella Sala Verga del Teatro Stabile di Catania dall’1 al 6 marzo 2022.
«Jean Giraudoux nel 1943, durante l’occupazione tedesca, scrive, quasi a premonizione dei tempi a venire, questa folle, poetica ed ingenua commedia fantastica», commenta il regista Franco Però: «Un lavoro in cui c’è tanta consapevolezza della direzione che avrebbero preso le nostre società».
Siamo a Parigi, dove la ‘folle’ di Chaillot intuisce che un gruppo di affaristi (industriali, finanzieri, avventurieri), avendo scoperto che sotto la città vi sono immensi giacimenti di petrolio, vuole distruggerla per impadronirsene. Convoca allora altre amiche – come lei al limite fra normalità e follia – e assieme ad un gruppo di personaggi borderline, ma ricchi di passione e verità, decide di sequestrare e giustiziare quegli uomini aridi e avventurieri. Una trama che è appunto quasi una favola, ma che allude chiaramente – attraverso un’ironia surreale – alla parabola di un mondo che ha perso il suo legame vivifico con la natura e la bellezza ed è popolato da cloni neri senz’anima, mossi dal cinismo e dalle ragioni del denaro.
«La storia, le dinamiche di potere che descrive, la relazione tra élite autoproclamate e classi popolari, l’appetito cieco del mondo degli affari verso le risorse del pianeta sono più che attuali: sono il seme del mondo in cui viviamo. Sono il punto zero, l’alba del mondo che conosciamo», evidenzia Letizia Russo, che ha curato l’adattamento dello spettacolo: «Ecco, La pazza di Chaillot racconta proprio questo: come tutto è cominciato. Non è attuale, quindi, nel senso stretto del termine. Perché leggerla, rappresentarla, rianimarla dal punto di vista drammaturgico significa non tanto guardare quello che siamo, ma capire perché lo siamo diventati. E riderne, possibilmente, tenendo stretto l’amaro che quella risata porta con sé».
La pluripremiata Manuela Mandracchia sarà la protagonista dello spettacolo insieme a Giovanni Crippa e ad altri dodici attori (Giulio Cancelli, Evelyn Famà, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Mauro Malinverno, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Zoe Pernici, Miriam Podgornik, Davide Rossi): una numerosa compagnia riunita per questa produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, che incarna con grane energia generosità i molti personaggi della pièce.
COMUNICATO STAMPA
Concetta Bonini
Altri articoli
Firenze frammenti d’anima
Continuano le Masterclass del progetto The 48 Hour Film Project
Messina Film Festival – Cinema & Opera 2024