Approda a Roma, il 26 marzo alle ore 21.00 al teatro Arciliuto (P.zza Montevecchio, ingresso Euro 20, ridotto iscritti newsletter Euro 15) Giorgia Zangrossi per presentare il suo disco Sono. L’album contiene quindici tracce che raccontano la poesia dell’anima di una cantautrice densa e assieme solare. Di dieci di queste tracce Giorgia – cantante e cantautrice torinese – ha scritto sia i testi che le musiche e tutte e dieci vedono i luminosi quanto intensi arrangiamenti di Gigi Marras. Il quale Marras firma anche quattro tracce (Un sogno che non c’è, Giovani e santi, Questa sera e Un giorno lo farò) proprie affidate all’interpretazione della cantautrice. Sedicesima traccia è quella, quanto mai dolorosa, de I nidi degli uccelli di Paolo Capodacqua, personalissimo omaggio e ricordo dei tanti bimbi morti nell’Olocausto.
Dopo la felice esperienza di Canzoni addosso (dicembre 2018), album di ventun tracce completamente autoprodotto in cui Giorgia ha voluto interpretare buona parte dei cantautori che hanno fatto la storia della musica d’autore, italiana e straniera; forte anche di una bella presenza sui social nata proprio in occasione delle numerose dirette voce e chitarra in pandemia, Giorgia mette su disco le parole e la musica scritte in questo tempo di respiro e affidate ai magistrali arrangiamenti di Marras che ha saputo raccogliere l’anima di questa donna e musicista e restituirle tutti i colori già scritti fra le righe e le linee melodiche.
Sono, prima persona singolare del verbo essere, io sono, rappresenta, come descrive la titletrack, una vera e propria confessione: parole uscite di getto, per lo più di notte, scritte per l’esigenza di liberare emozioni profonde, pensieri e visioni del mondo.
Ma sono è anche la terza persona plurale dello stesso verbo essere: perchè Giorgia sa immedesimarsi nelle vite degli altri, cerca ad ogni verso di comprendere anche altre vite, molto lontane nel tempo e nello spazio, ma molto vicine nella condivisione dei sentimenti. Gleichgesinnte. Anime affini.
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