Ciao Artù, Mezzanotte e un quarto è il tuo nuovo singolo, un brano che unisce rock alla musica d’autore.
Ritieni che sia il tuo mondo musicale prediletto?
Sicuramente mi ci sento bene. Mi piace quando il rock diventa uno schiaffo in faccia e subito dopo una carezza dolcissima.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo testo e in generale pensi che la notte sia il momento migliore per dare
vita all’arte?
Era mezzanotte meno un quarto ed ero incazzatissimo con la vita. Sento che la notte ha un potere che
il giorno non ha. Non ti saprei dire, ma credo che la Luna non influenzi solo le maree.
Il pezzo segue Astronave, brano che ha dato vita a un nuovo percorso artistico. In cosa i due brani sono
assimilabili?
Dalla voglia di fare canzoni “libere”. Senza pensare. Solo buttare fuori.
Sei tornato dal vivo al Monk, che sensazioni hai provato?
Come quando vedi un’astronave!
Hai già all’attivo tre dischi, quanto e in cosa ti senti cambiato rispetto ai tuoi esordi?
In ogni cosa. Ogni giorno siamo diversi da ieri. L’unica cosa che non cambia mai è quello che provo
quando mi accorgo di aver scritto una nuova canzone.
Quando uscirà il nuovo disco e cosa ci puoi anticipare riguardo le sonorità e i temi che tratterai?
Voglio prima far uscire un po’ di singoli e poi il disco. Sto pensando di farlo uscire in vinile. Vediamo!
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