Nel suo “Les Estoires de Venise”, il cronachista Martin Da Canal, nel raccontare i festeggiamenti per l’elezione di Lorenzo Tiepolo il 15 luglio 1268, scrisse che erano talmente tante le arti che si erano recate a Palazzo Ducale a rendere omaggio al Doge che non si potevano nemmeno menzionare. Artigianato e Venezia è un binomio con origini antichissime che ancora oggi sopravvive grazie alla trasmissione di antichimestieri che sono il cuore città, lungo i suoi 1600 anni di vita. Capitale mondiale del commercio e dello scambio di culture tra popoli, considerata la porta d’Europa verso l’Oriente, la città di Venezia ha permesso nei secoli lo sviluppo di numerose attività artigianali, grazie all’espansione della Repubblica Serenissima, che favorì lo sviluppo delle attività legate ai commerci e, per secoli, continuò ad attirare in laguna maestri artigiani da tutti i territori stranieri.
E per celebrare il talento creativo nell’alta manifattura, nell’isola di San Giorgio, “Homo Faber: Crafting a more human future” che, attraverso la visione di un team di curatori e di partner internazionali, proporrà percorsi e visite nei laboratori dell’eccellenza contemporanea del mondo artigianale, ancora oggi custode della storia millenaria della Serenissima. Botteghe di calzolai, di occhiali, di gioielli, di restauro del legno e di ceramica, stamperie d’arte, studi di grafica e serigrafie, vetrerie, atelier e manifatture tessili, legatorie, ma anche forcaioli e squerarioli, costumi di alta moda e le immancabili maschere veneziane.
Un viaggio nel cuore della città che racconta Venezia, alla scoperta della sua storia artigiana e creativa, che fin dal Duecento vide nascere le corporazioni di mestiere a tutela dei suoi maestri.
Le arti e l’artigianato vissero un lungo periodo di splendore: lo sviluppo delle manifatture raggiunse il suo apice nel periodo più fulgido della Serenissima, nel Cinquecento, quando si contano un centinaio di corporazioni che aumentano a 150 con la caduta della Repubblica. La Serenissima è quindi sempre stata città di artigiani, viva e produttiva, di saperi tramandati di generazione in generazione, che raccontano una potenza economica e culturale anche attraverso i suoi stessi luoghi e la sua topografia: campi, calli e campielli prendono i nomi da quegli artigiani che sono sempre stati il punto di forza della Serenissima. Dei gloriosi fasti dell’artigianato di Venezia rimane ancora oggi traccia nella toponomastica locale, come calle dei Fabbri, del Tentor, del Remer, dei Boteri, dei Saoneri, del Pistor, del Forner, del Calegher, del Spezier e molte altre ancora.
Fino al primo maggio, Venezia torna quindi a mostrare la sua essenza attraverso una manifestazione che guarda al futuro, immergendo i visitatori in un percorso culturale tra atelier, botteghe e monumenti storici, alla scoperta di maestri battiloro, vetrai, remeri, sarte, orafi, mascherai, artiste delle perle di vetro, incisori e stampatori, calzolai, restauratori, pasticceri, modiste e altri ancora, custodi di un inestimabile patrimonio del saper fare ma che punta alla formazione delle nuove generazioni, di uomini e donne che potranno sapientemente esprimere la propria venezianità attraverso la creazione delle loro opere d’arte.
Homo faber è un appuntamento dedicato ai mestieri d’arte contemporanei, organizzato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, giunto alla sua seconda edizione e dedicato quest’anno al Giappone e alla sua influenza sull’artigianato europeo. Si compone di 15 spazi espositivi allestiti sull’isola di San Giorgio, ognuno dedicato a diversi aspetti con un focus speciale sui maestri d’arte giapponesi. Artigiani europei e nipponici mostreranno i propri materiali, tecniche e competenze anche tramite dimostrazioni dal vivo. In mostra oltre 400 oggetti unici realizzati da oltre 350 designer e artigiani provenienti da oltre 30 paesi.
Inoltre, grazie al progetto ‘Homo Faber in città’, complemento della mostra principale, i visitatori potranno scoprire l’artigianato veneziano, passeggiando tra le calli del centro storico. L’iniziativa celebra l’alta manifattura del capoluogo lagunare con percorsi e visite esclusive in 20 atelier e 30 tra laboratori e botteghe storiche, con l’ausilio di una guida interattiva utile a creare tour su misura. Potranno mostrare il proprio know how al pubblico, spalancando le porte delle proprie attività, restauratori di ceramica, legno, vetrerie, creatori di maschere e gioielli, atelier del tessile e così via.
“La città di Venezia è sinceramente grata alla fondazione Michelangelo, a tutte le fondazioni che hanno collaborato e alla fondazione Cini, motore culturale importantissimo per Venezia” ha esordito l’assessore Venturini nel proprio intervento. “Homo faber non è solo uno degli eventi che la città ospita in questo periodo, non solo una data da segnare in calendario, ma una delle migliori occasioni per raccontare l’umanità e con essa Venezia. L’artigianato e l’artigianato artistico in particolare è forse la migliore chiave di lettura per guardare alla Venezia contemporanea. Homo faber lo sa fare attraverso un racconto non nostalgico degli uomini che sono dietro gli oggetti, una narrazione che si apre alla contemporaneità e rivela la propensione dell’uomo a realizzare bellezza”.
“Venezia è onorata per questa manifestazione perfettamente coerente con il racconto della città e la sua unicità” ha proseguito Venturini. “Un viaggio intorno all’uomo che ha 1000 sfaccettature ed è bello aver voluto ‘contagiare’ tutta la città, uscendo dalle mura dell’isola e innervando tutte le calli, i laboratori artigiani, fonderie, vetrerie. Per un mese la città sarà capitale dell’artigianato e di un nuovo racconto intorno all’uomo, che realizza opere uniche, come Venezia”.
Infine, l’assessore ha riportato i ringraziamenti del sindaco Luigi Brugnaro: “I miei complimenti per l’impegno e la passione con la quale avete allestito questa manifestazione che omaggia e dà lustro a Venezia, città del mondo capace di creare network internazionali. A Venezia l’ingegno dell’uomo e il suo essere homo faber sono sempre stati di casa: i veneziani hanno dato vita a tradizioni e ad eccellenze artigiane che secolo dopo secolo si sono tramandate fino a noi. Homo Faber ci invita a ricordarci che attraverso ciò che siamo in grado di “fare”, gettiamo le base per la costruzione del mondo che vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni”.
E ancora: “Venezia dimostra di voler tornare a vivere attraverso la nobiltà e il grande valore culturale che hanno i mestieri d’arte. Homo Faber è il luogo d’eccellenza dove non solo raccontare la sapienza e la magnificenza dell’artigianato ma anche dove queste nobilissime tradizioni rivendicano il loro essere patrimonio culturale dell’Umanità. Grazie a Giovanni Bazzoli, presidente della Fondazione Giorgio Cini, Franco Cologni, Fondatore della Michelangelo Foundation, Inez Mezmar, Presidente di Fabrique Nomade e il curatore di Homo Faber Alberto Cavalli”.
Per saperne di più, leggere il programma completo e acquistare i biglietti: www.homofaber.com
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