Esce venerdì 15 aprile 2022 per Le Siepi Dischi (e in distribuzione Believe) “Tempesta e calci“, il nuovo EP della cantautrice romana Marat, il riassunto personale e autobiografico di questi ultimi anni che si sviluppa in cinque tracce e segue i precedenti singoli “E quindi voglio cadere“, “Confessioni di un’onda” e “1001“. Un disco intenso e sfacciatamente sincero che conferma Marat tra le proposte più interessanti della scena underground.
Tempesta e calci è quello che rimane di questi anni, di come si è convertita la tempesta bella e potente in un fenomeno di maltempo e di come prima si tiravano i calci al mondo per spaccarlo e ora è lui che prende a calci me. Le canzoni che ci sono dentro comunque ci provano, a starsene su un binario di assoluta osservazione della realtà e aiutano a capire: a cosa serve ancora prendersi sul serio?
Marta Lucchesini, cantautrice e polistrumentista, nasce a Monterotondo (Roma) nel 1995. Comincia presto a scrivere e comporre, arrivando finalista al Premio De Andrè con il brano “Urgenza Particolare”. Dopo essersi diplomata a Officina Pasolini, laboratorio romano sulla canzone fondato da Tosca, nel febbraio 2017 debutta con l’EP “Le Facce” sotto il nome d’arte “Marat”, sotto la supervisione artistica di Luca Bellanova, vincendo il premio Matteo Blasi (2018) e arrivando in semifinale a Musicultura. Nel 2019 vince la Targa Tenco per il miglior Disco a Progetto con il collettivo Adoriza. Nel 2020 si laurea al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma in “Composizione per la musica applicata alle immagini”. Attualmente lavora nel campo della musica per le immagini. Al Festival del Cinema di Venezia 2021 debutta con il docufilm di Sabina Guzzanti “Spin time – Che fatica la democrazia!”, firmando la colonna sonora originale insieme al compositore Giorgio Giampà. Nella primavera del 2022 è prevista l’uscita del suo secondo EP “Tempesta e calci” con l’ennesima etichetta discografica indipendente ‘Le Siepi Dischi’.
Marat è tante cose: il palco, la musica suonata, l’intesa, i discorsi al microfono. I brani diventano autentici nel momento in cui c’è lo scambio col pubblico, dando ogni volta una sfaccettatura diversa al proprio vissuto. Nel mondo non esistono confini ma soltanto una connessione forte tra la quotidianità e la poesia che essa genera. Marat raccoglie queste briciole di esistenza e le trasforma in suoni, quasi teatrali, surreali e scherzosi a dimostrazione che ogni cosa è degna di essere raccontata in un caldo osservare dall’alto ciò che ci circonda.
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