Esce domani 1 giugno in libreria e negli store online “Beirut au revoir. Il crocevia del Medio Oriente tra bellezze e macerie“, il libro della giornalista Chiara Clausi.
Una piccola New York nel cuore del Libano, Beirut è lì da sempre. Non stanca, anzi provoca una sorta di dipendenza e malinconia. Chi non la conosce spesso ne fa un ritratto non corrispondente alla realtà. La città, crocevia di tutte le tensioni mediorientali, è svelata in tutte le sue contraddizioni nel libro, attraverso il racconto dell’autrice che nella capitale del Libano vive dal 2016, dove lavora come corrispondente.
Quello di Chiara Clausi è un punto di osservazione privilegiato e Beirut è descritta in modo dettagliato, tra bellezze e macerie. «Beirut au revoir tiene insieme tutto – scrive nella prefazione la giornalista Francesca Mannocchi, una delle inviate di guerra più note e stimate per il suo racconto coraggioso da diverse zone di conflitto. L’amore per gli odori, i sapori, la malia del Libano, lo strazio per un Paese che cambia al voltare dell’angolo della strada e diventa il Libano in cui metà della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Ci sono le calde giornate di Tripoli e le passeggiate a downtown Beirut, ci sono i volti resi indistinguibili da una ricerca dell’effimera bellezza, e la sofferenza di un Paese piccolissimo che però ospita da dieci anni un milione di siriani che hanno cercato riparo dalla guerra. Un quarto della sua popolazione».
Il libro reportage di Chiara Clausi, edito da Paesi Edizioni, è una guida utile per chi vuole capire questo pezzo di mondo così complicato ma imprescindibile negli equilibri globali. È un libro che «tiene insieme tutto – ribadisce Francesca Mannocchi – perché questo è il grande insegnamento che apprende chi Beirut l’ha vissuta e ha imparato ad amarla nelle sue contraddizioni. La lezione che insegna è che sa tenere insieme tutto, un equilibrio fragile che da decenni tiene il centro». L’ha tenuto nella ricostruzione diseguale del suo dopoguerra, negli eserciti che per decenni l’hanno occupato e martoriato, nella ricchezza a beneficio di pochi e la povertà a danno di troppi, nei colpi dell’Holiday Inn rimasti lì a ricordare quello che è stato, mentre il cemento intorno provava a coprire le tracce di un passato di violenza sempre alle calcagna.
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