Arigraf è l’acronimo di Associazione di Ricerca Grafologica, una scuola Franco-italiana che ha sede principale a Roma ed ha diramazioni a Catania, Pisa, Milano e Vasto. Dal 2018, l’ArigrafCatania è cresciuta ed è diventata ArigrafMediterraneo, con sedi, oltre che a Catania, a Palermo e Cagliari.
Essa si pone come obiettivo quello di promuovere la scrittura a mano e fa in modo che la ricerca scientifica sulle caratteristiche della scrittura non si fermi. Oggi più che mai è necessario insegnare ai giovani a tenere in mano una penna in quanto solo questo esercizio è in grado di sviluppare tutte le parti del nostro sconosciuto cervello.
La dottoressa Laura Bruno di natali modicani, sostituisce l’avv. Salvatore Caccamo alla presidenza dell’associazione di ricerca grafologica con sede a Catania. Laureata in Scienze Politiche, nel 2010 intraprende questo nuovo percorso di studi, specializzandosi in “Educazione del gesto grafico e Grafologia giudiziaria”, una passione nata quando da piccola rimaneva affascinata dalle iperboli disegnate dai racconti dello zio Vincenzo, professore di Storia dell’Arte, che aveva studiato in seminario con Padre Girolamo Moretti, fondatore della Scuola Italiana di Grafologia.
<<Attraverso la scrittura è possibile rintracciare le caratteristiche peculiari della nostra personalità, – ci spiega la nuova presidentessa Laura Bruno – le attitudini lavorative, la socialità di un individuo, senza mai entrare nel campo psicologico, appannaggio di specialisti a cui il grafologo può, in certi casi, servire da supporto; ciò che una persona non riesce a dire a parole lo esprime attraverso lo scritto. La scrittura sovente considerata solo “nero su bianco”, racchiude universi poliedrici di significati al cui approccio occorre arrivare con una preparazione specifica (il corso dura tre anni) e senza alcuna presunzione di conoscenza. Essa si adatta alle fasi della nostra vita, per cui può essere grande e tondeggiante quando siamo giovani e pensiamo che il mondo ci appartenga, per poi diventare, in alcuni casi, piccola per ridimensionarsi e trovare un proprio posto, oppure filiforme per entrare in empatia con il prossimo e pensare velocemente alle strategie da mettere in campo per la risoluzione dei problemi. In un periodo di tristezza il tratto diventa sfocato, senza forza, mentre in un momento di euforia la scrittura torna ad essere vitale e con un tratto ben inchiostrato. Lo studio della scrittura se all’inizio del percorso di specializzazione aveva sollevato in me curiosità, oggi l’interesse è consolidato ed in forma d’indagine essendo numerosi ed in continua evoluzione i campi di applicazione e sempre di grandissima utilità.>>
Così conclude la dottoressa Laura Bruno alla quale auguriamo buon lavoro.
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