chiude la stagione 2021- 2022 della SCAM.
COMUNICATO STAMPA
Fra i solisti il soprano Daniela Carlino, il trombettista Sirio Omar Marotta e lo stesso Mantione, in veste di pianista.
Con oltre venti, fra concerti e conferenze, la Società Catanese Amici della Musica diretta dal critico Anna Rita Fontana si appresta a concludere la stagione 2021-2022 dal titolo Incontri d’arte, con il concerto dell’Orchestra da camera del Parnaso. Nata nel 2019 a Caltanissetta, la compagine orchestrale composta da 30 musicisti, sarà diretta dai maestri Emanuele Anzalone e Carmelo Mantione, suoi fondatori, domenica 26 giugno alle ore 20.00 nella Chiesa di San Giuliano in via Crociferi, n.36. Per l’occasione è stato scelto un programma vasto che spazierà dal Barocco al Romanticismo. Ad aprire il galà sarà il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3,op. 37 che Ludwig van Beethoven scrisse fra il 1800 e il 1803, riprendendo la struttura del concerto classico. Caratterizzato per l’uso possente del pianoforte, l’opera rappresenta un caposaldo del genere nel quale convivono elementi del Settecento e sperimentali innovazioni nell’orchestrazione e nella tecnica pianistica. Sarà poi la volta della struggente aria del Rinaldo di Händel, Lascia ch’io pianga, interpretata dal soprano Daniela Carlino, che sarà poi chiamata a confrontarsi con l’aria di Cherubino dalle mozartiane Nozze di Figaro, Voi che sapete e con Morte io non temo ed Eccomi in lieta vesta… Oh, quante volte! da I Capuleti e i Montecchi di Bellini. «Non potevamo che rendere omaggio al Cigno catanese visto che suoneremo nella sua città – ha spiegato Mantione –. Per l’occasione abbiamo scelto due arie conosciute ma non troppo inflazionate».
La seconda parte della serata verterà sulla musica di Haydn con l’Andante dal Concerto per trombache vedrà la presenza del solista Sirio Omar Marotta e il secondo movimento dalla Sinfonia concertante, che sarà eseguito da Francesco Nardella al violino, Francesco Vassallo all’oboe, Francesca Bongiovanni al violoncello e Pino Chiolo al fagotto. Ultima composizione esclusivamente orchestrale di Haydn prima di dedicarsi alla musica sacra con le Messe e i due grandi oratori, il concerto per tromba nacque nel 1796 dall’incontro con Anton Weidinger che era alla ricerca di una nuova scrittura per la sua “tromba a chiavi”. Di qualche anno precedente è invece la Sinfonia concertante che prende le mosse dal Concerto grosso che vide la sua più grande fioritura tra il ‘600 e i primi del ‘700. Portato in auge da Corelli e Händel, si caratterizzava per la presenza di un gruppo di strumenti solistici che dialogano con l’orchestra mentre in Haydn s’indagano a fondo le risorse espressive di ciascuno strumento.
«Ad eccezione di qualche digressione sul Barocco e sul Romanticismo, il concerto si focalizza sul periodo Classico – evidenzia ancora Mantione – con un organico che si avvicina di molto a quello delle orchestre da camera di Haydn e Mozart».
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