Dieci anni fa Mariangela Rossi raggiungeva il Donbass per adottare Anastasia. Il 7 luglio la giornalista, che collabora regolarmente a testate come Io Donna, Amica, Marie Claire Maison e How to spend it, sarà ospite dell’hotel genovese per presentare al pubblico il libro, edito da Solferino, in cui racconta l’incontro fondamentale ed emozionante con sua figlia, ma anche con il popolo ucraino.
Insieme all’imprenditrice Gemma Malerba, alla giornalista Roberta Olcese e all’attrice Claudia Brovedani, l’autrice farà luce su una vicenda che a partire da una storia personale tocca temi universali e di attualità, come la guerra e la necessità dell’accoglienza. Una parte dei diritti d’autore saranno devoluti alla Hope Onlus.
Genova_ Dal Donbass, in Ucraina, a Genova: è un doppio viaggio – il suo e quello di sua figlia – quello raccontato dalla genovese Mariangela Rossi. La giornalista sarà al Bristol Palace per presentare il suo libro “L’abbraccio di Kiev. Lettera a una bambina rinata”, edito da Solferino.
Appuntamento nel palazzo in stile Liberty, giovedì 7 luglio alle ore 18:30: l’autrice dialogherà con l’imprenditrice Gemma Malerba, Presidente Unitalsi Liguria, mentre Roberta Olcese, giornalista e critica d’arte, modererà la serata arricchendola con riflessioni e domande, accompagnate da letture tratte dall’opera a cura dell’attrice Claudia Brovedani. Dopo la presentazione del libro si brinderà con un calice di vino delle cantine Sella & Mosca.
L’incontro sarà l’occasione per scoprire una storia che ricalca l’esperienza diretta della giornalista, che nel 2012, con il marito Michele, si è recata in Ucraina, nella regione del Luhansk, per adottare Anastasia, 9 anni. Dieci anni dopo, allo scoppiare della guerra, Mariangela Rossi ha avvertito l’esigenza di dare voce a una vicenda personale che si intreccia, fatalmente, con le notizie che giungono dall’Ucraina.
Nasce così una lettera appassionata, un racconto che dipanandosi rivela la bellezza di una terra ferita e il senso profondo dell’accoglienza come necessità umana. La giornalista rende così omaggio agli ucraini, e in particolare modo alla traduttrice e amica Elèna, testimone dieci anni fa dell’incontro tra madre e figlia, che è riuscita a fuggire dal suo paese e a trovare rifugio in Italia. La narrazione offre uno sguardo intimo e partecipe agli eventi attualmente al centro dell’attenzione mediatica.
Una parte dei diritti ricavati da questo volume sarà devoluta all’associazione Hope Onlus, che sostiene progetti umanitari per bambini e comunità.
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