Ho trascorso quasi 40 anni quale dipendente delle Ferrovie dello Stato.
Figlio di ferroviere, ne ho vissuto la continuità trasmessami dai racconti di mio padre e condiviso persino alcune sue amicizie. Mio padre alla guida dei treni ed io tecnico agli Uffici, venivo guardato da tutti i suoi amici con ammirazione, come se essendo impiegato ai piani alti, ero quindi da trattare con riguardo.
Una grande famiglia quella ferroviaria, che anch’essa con il progredire delle usanze e con i cambiamenti aziendali ha mutato la sua genesi. Ma due le cose che si palpavano nell’aria: l’attaccamento all’Azienda con il piacere di essere ferroviere, e la voglia di fare attività mirate al funzionamento ed al bello dell’Azienda.
I macchinisti avevano un premio se lustravano la macchina loro assegnata, e concorsi annuali premiavano il Titolare della Stazione o il Gestore che aveva di più abbellito le stazioni. Tanti edifici ben curati, piccole stazioni, che avevano per lo più il compito di garantire gli incroci tra i treni essendo le linee a unico binario.
L’avvento delle tecnologie e della circolazione guidata da un’unica unità, comportò la chiusura di quasi tutte le piccole stazioni che ben presto divennero spazi abbandonati, edifici abbandonati, spesso vandalizzati.
Sarebbe toccata la stessa sorte alla stazione di Villarosa se un ferroviere, Primo David , assunto in ferrovia dopo una esperienza lavorativa in Germania, non avesse messo in campo il suo estro e la sua capacità organizzativa per trasformare la stazione di Villarosa in un punto di attrazione turistica del centro Sicilia.
Ho conosciuto Primo David nelle manifestazioni sindacali e notai subito come riuscisse ad essere leader e convincente.
Nacque tra noi un rapporto di simpatia spontaneo e lo vidi arrivare un giorno nel mio ufficio a perorare degli interventi per la sua stazione che intanto, grazie alla sua presenza ed alle sue relazioni, era riuscito a fare aumentare in modo esponenziale i biglietti venduti, surclassando la stazione di Enna.
Riusciva a convincere, Agenzie , emigrati o emigranti, cittadini comuni e alti funzionari della P.A. a fare il biglietto per il viaggio in treno, a Villarosa, prodigandosi personalmente a farglielo recapitare. Un intraprendente imprenditore di se stesso che portò all’attenzione della Dirigenza ferroviaria la stazione di Villarosa.
Il primo passo fu quello di portare dei carri merci, che si scoprì dopo essere carri in composizione ai treni che utilizzavano i nazisti nel 1943 per deportare gli Ebrei, nello scalo merci di Villarosa, peraltro non abilitato.
E non furono poche le difficoltà che si dovettero superare per portare i carri, destinati alla demolizione, su quei binari di stazione. Cominciò così, nel 1992, la grande avventura del Treno Museo di Villarosa. Una raccolta certosina di oggetti provenienti dalla storia contadina e da quella mineraria, affiancata a oggetti della tradizione ferroviaria che oggi è difficilissimo reperire. Assieme ad essi un insieme di documenti che certificano l’esistenza di acquedotti gestiti dalla ferrovia che avevano lo scopo di alimentare le locomotive a vapore nell’epoca dei treni a carbone ed una raccolta di oggetti dedicati al mondo dell’emigrazione.
In parallelo a questo lavoro, veniva da Primo David una continua richiesta di miglioramento dei luoghi sicché, una stazione destinata ad essere, come migliaia di altre, edifici abbandonati, è stata rimodernata, fornendola anche di pensilina e persino messa a norma al servizio dei portatori di handicap. Un impegno costante che ha dato i suoi frutti. Oggi Primo David, si trova ad avere in concessione di RFI tutta questa attività che organizza da Presidente di una Associazione Culturale, senza scopo di lucro, che dal dicembre 1995 mira a fare emergere la vocazione di “Stazione Ferroviaria Culturale e Turistica” di Villarosa, valorizzando il suo raggiungimento attraverso la valorizzazione del servizio ferroviario, per dare lustro al territorio di Villarosa, facendo emergere le origini e tutte le altre peculiarità di cui è ricca. La stazione viene raggiunta da turisti provenienti da ogni parte ed è un continuo via vai di scolaresche.
Primo ha realizzato il suo sogno. Ha raccolto grandi soddisfazioni, ma il messaggio più importante che ha rimane è quello che anche in Sicilia, se si vuole fortemente, i sogni si possono realizzare. Un esempio positivo per le nuove generazioni, da imitare. Sul suo esempio possiamo senz’altro affermare che la volontà è l’arma dei vincenti e Primo David ha vinto la sua scommessa grazie anche a quanti hanno creduto in Lui e che lo hanno aiutato a realizzare il suo sogno.
Giuseppe D’Antona
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