Come hai iniziato a fare musica?
La Musica è stata un’esigenza da quando ero piccolo: dopo un trauma cranico ed un coma la musica è stata il percorso attraverso cui sono rientrato in contatto con me stesso e con gli altri. La scoperta della corrispondenza fra l’armonia musicale e le armonie del mondo fu per me una rivelazione. Da allora ho scelto di dedicarmi sempre più approfonditamente a questa Musa: la musica.
Come descrivereste “Portami con te” in 3 parole?
“Valvola di sfogo” “Fiducia nella vita” “Luce e Oscurità”.
È una canzone complessa, stratificata, che si può intuire soltanto ascoltandola.
Cosa porta la musica nella tua vita?
I colori, la profondità, i significati, le relazioni, i rapporti, lo spazio, l’universo, la voglia, la consolazione, la speranza. La Musica è la mia vita e spero di diventare musica.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Qualunque cosa mi parla di musica. Io cresco con e grazie a Ennio Morricone che mi ha educato a rendere le mie giornate la colonna sonora della vita: ogni giornata è una sua musica. Trascorro più tempo possibile suonando il pianoforte per non perderne neanche una nota, sebbene consapevole di dover imparare a non esagerare, per evitare che le dita facciano la fine dei cerini e consumino le loro emozioni. Oggi mi appassiona la musica classica di Bach, che mi fa perdere nei suoi dedali di note, la poesia di Ludovico Einaudi che è in grado di rendere tutto prezioso, la vitalità di Marco Mengoni, e rimango legato ai classici con cui sono cresciuto: Phil Collins, Billie Joel, Bon Jovi, i Muse, senza dimenticarmi del romanticissimo Lionel Richie.
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