L’incessante ricerca porta nuovamente il palermitano Alessandro Ienzi e la sua arte a New York, questa volta con una storia che racconta di coraggio, di resilienza e di speranza, una storia che viaggia veloce a diverse latitudini, da Gerusalemme a Bruxelles, da Palermo a Los Angeles, per approdare a New York e presto a Bruxelles: è la storia di Ahmad Khalaf, che profuma di libertà e di miracolo.
Dal 2 settembre l’artista palermitano Alessandro Ienzi presenterà in prima assoluta a New York “Like a Criminal”, il suo video art che racconta proprio la vicenda paradigmatica di Ahmad Khalaf. “Like a Criminal” sarà presentato alla EVAC Gallery di New York, nel cuore dell’East Village a Manhattan.
Ahmad ha 34 anni, vive a Bruxelles da otto, ed è cittadino belga; è nato in Israele, da una famiglia araba ed è cresciuto a Gerusalemme. Vive nella parte della città dedicata ai cittadini muniti della carta di residenza: ogni giorno deve attraversare la città e passare attraverso un check point per andare a scuola. La strada non è sempre agevole, può capitare di imbattersi in aggressioni, gas, lancio di oggetti che rischiano di ferire lui e chi lo accompagna. Appena adolescente scopre di essere attratto dai ragazzi, ma capisce subito che la sua comunità sociale e familiare non è pronta ad accettare la sua sessualità; vive sognando un futuro di amori e passioni, rimanendo per lo più ai margini e senza dare troppo nell’occhio.
Poco più che ventenne, tuttavia, gli capita di incontrare dei ragazzi, con cui passare una serata in compagnia ed esplorare l’amore. Li incontra su delle chat online. Una notte, però, giunto nel luogo dell’incontro, si trova davanti due ragazzi pronti ad aggredirlo, muniti di coltello, che provano a rapirlo e poi ad ucciderlo. Ahmad si dà alla fuga, rimanendo tuttavia ferito ad un braccio. Qualche giorno dopo, e per diversi mesi, viene tallonato dai due giovani che minacciano di pubblicare un video, registrato la notte dell’incontro.
Ahmad fugge, va in Turchia, diretto in Spagna, ma all’ultimo momento cambia idea, va a Bruxelles, dove viene accolto con lo status di rifugiato apolide. La sua carta di residenza non gli garantisce alcuna cittadinanza; così comincia una lunga trafila per ottenere i documenti, che dopo 8 anni gli consente di divenire cittadino belga.
“La storia di Ahmad è un esempio di resilienza, della vita che rinasce, del potere dell’accoglienza e dell’amore – dice Ienzi -. Ho pensato che andasse raccontata, sublimata, che dovesse andare in giro in un abito bello per incontrare il mondo. Questa storia ci racconta di noi stessi, di identità, di barriere politiche, sociali, di pregiudizio e di esercizio del potere.”
E così da Palermo, dove presso il centro di Ricerca Raizes Teatro hanno avuto luogo le sessioni di lavoro con Ahmad e dove il video è stato post prodotto da Costanza La Bruna, “Like a Criminal” è volato a Los Angeles e ultimato da Emiliano Olocco, artista argentino di sangue italiano che ha curato le musiche e l’audio.
“Il progetto sarà sviluppato ancora – aggiunge Ienzi –, esiste già nella forma di un documentario intervista, presentato a diversi festival in giro per il mondo, e sarà trasformato in una mostra digitale immersiva durante una residenza presso la Fondation Boghossian a Bruxelles, il prossimo marzo.” È infine già in atto la stesura della sceneggiatura per la realizzazione di un lungometraggio dal titolo “The Holy Land”.
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