Domenica (4 settembre) alle 21 i rappresentanti di confessioni diverse si uniranno in un’unica preghiera collettiva alla Santa
Chiunque potrà accendere il suo cero al termine dell’”acchianata” e un giglio di luce illuminerà il Santuario
Iniziativa sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura
Un’iniziativa che in poche ore si è trasformata in un’unica preghiera interconfessionale alla santa patrona di Palermo, ma anche alla “santuzza” amata dalle famiglie immigrate, dagli ultimi, da chi professa una fede diversa da quella cattolica. Rosa et Lilium, ovvero rose e gigli, ovvero Rosalia. Il nome della patrona, secondo l’etimologia di origine latina potrebbe essere composto proprio da questi due fiori, simbolo di purezza e regalità. Insomma, una santa il cui nome nasce dai fiori, può soltanto essere leggera e dolcissima: e così la immaginano lo stilista e artista Angelo Yezael Cruciani Shi e la curatrice Stefania Morici che poco meno di due mesi fa hanno fatto nascere la bellissima rosa di cinquemila candele sul sagrato della Cattedrale in omaggio alla patrona. Ma l’iniziativa ha avuto un successo spropositato e ha suscitato un moto collettivo, un bisogno di accendere una luce (sebbene piccina, una candela, appunto) seppure per pochi minuti, in un periodo profondamente incerto. Tanto che si sono levate tante voci perché si ripetesse: e si è deciso di portare l’omaggio floreale “a casa” della Santuzza. Non sarà più una rosa, ma un giglio e domani sera (4 settembre, alle 21) fiorirà e sarà benedetto sul sagrato del Santuario di Montepellegrino, nel punto in cui giungono i pellegrini che in questi giorni stanno partecipando alla tradizionale ”acchianata”, l’ascesa al monte dove santa Rosalia si ritirò da eremita, simbolo della ricerca di verità e di fede.
Ma in pochissime ore la notizia del “giglio “ di luce si è sparsa e in tanti hanno espresso il desiderio di esserci: a partire dall’Imam di Palermo, lo sceicco Badri Al Madani, poi il presidente dell’associazione Forum Ucraina Viktoriya Prokopovych, i rappresentanti delle comunità filippine, tamil, induiste, la comunità tunisina. Ha inviato una preghiera fratel Biagio Conte.
Sarà presente il Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, è atteso il sindaco Roberto Lagalla. Presenti il direttore dell’Ufficio per il dialogo ecumenico e interreligioso della Diocesi, padre Piero Magro e il delegato dell’ufficio, Antonino Tripodo, il presidente della Consulta delle Culture, Ibra Kobena, l’associazione culturale femminile Le Rose Bianche. Chiunque vorrà potrà accendere il suo cero e prender parte all’installazione, alla fine il giglio nascerà dalla condivisione, da mille mani che virtualmente abbracceranno la santa. E considerando quanti devoti – uomini e donne di ogni categoria sociale, giovani, adulti, ragazzi, professionisti e operai, residenti e immigrati – salgono a Montepellegrino, ognuno con una preghiera, una richiesta, un voto da offrire alla santa, è facile immaginare che il giglio nascerà veramente da un atto collettivo di amore.
Il secondo e ultimo capitolo di “Rosalia. E luce sia”, ideato da Stefania Morici e Angelo Cruciani, ha già ricevuto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, dell’Arcidiocesi e del Santuario di Santa Rosalia, dell’Assessorato comunale alle politiche culturali e dell’Assemblea regionale siciliana; è prodotto e organizzato da Arteventi in collaborazione con la Settimana delle Culture, con la collaborazione tecnica di Agostino Danilo Reale, FRD architetti, Cereria Gambino; il supporto dell’Istituto don Calabria e del Centro studi Opera don Calabria, partner tecnico Palazzo Arone.
“Anche dinanzi al Santuario di Santa Rosalia, come è già avvenuto dinanzi alla Cattedrale, nascerà un omaggio alla nostra “Santuzza” – dice il reggente del Santuario, don Marco Grossholz – un fiore di luce, un giglio formato dalle fiammelle accese dei cuori e delle preghiere di noi, umili artigiani. Un grazie va a chi lo ha pensato, e a Stefania Morici. Spero che giungano i nostri ragazzi a dar vita a questo piccolo ma significativo evento, che desidera portare luce e comunione nelle nostre comunità e tra i popoli. Chiediamo l’intercessione di Santa Rosalia perché il mondo sia in pace”. Per Angelo Cruciani si tratta della terza installazione dedicata a Palermo: le prime due, il complesso dei cuori di carta che formavano tante rose, e la gigantesca rosa sul sagrato della Cattedrale, oggi il giglio.
“L’amore che provo verso la Sicilia continua a riportarmi a installazioni dolcissime: dopo tante rose, ecco che arriva il giglio, un fiore che per me rappresenta la famiglia, perché sempre presente nella mia casa – continua Angelo Yezael Cruciani Shi – A pochi giorni dalla mia prossima sfilata nella Stazione Centrale a Milano, sono qui per chiedere a Santa Rosalia un dono per noi tutti: che il giglio che le dedichiamo emani un profumo di fiducia che oltrepassi mari e montagne e ci aiuti a guardare al futuro senza timori. Fiducia, fede, forza, famiglia e fedeltà sono i petali di questo fiore che germoglia dalle terre dell’amore”.
“Nell’iconografia sacra, Rosalia viene rappresentata ornata di gigli e di rose, fiori che rappresentano la purezza e l’unione con Dio: da qui l’idea di avvicinare un secondo capitolo all’ormai famosa rosa nata dinanzi alla Cattedrale a luglio scorso – interviene Stefania Morici – e quindi di realizzare, nel giorno in cui si chiudono le manifestazioni per la patrona, un gigantesco giglio, simbolo di candore e verginità. Dedichiamo così questi due fiori alla Santuzza e a tutta la città, abbiamo bisogno di ricominciare a sognare e di regalarci emozioni semplici e dirette, ma anche profonde ed intense. Il giglio che sarà realizzato da Angelo Cruciani è un invito a ritrovare la purezza del cuore e dello spirito di tutti noi”.
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