Sabato 3 settembre, alle ore 20.30, presso il Polo educativo Spazio 47- Èbbene – Stella Polare di via Villascabrosa 128 A, andrà in scena lo spettacolo teatrale I Moschettieri di Roberta Amato, per la regia di Nicola Alberto Orofino, con Egle Doria, Gianmarco Arcadipane, Luigi Nicotra e Vincenzo Ricca.
Lo spettacolo teatrale fa parte del ricco programma Palcoscenico Catania- la bellezza senza confini, finanziato e promosso dal Ministero della Cultura con l’obiettivo di portare lo spettacolo dal vivo nei quartieri periferici della città.
Una collaborazione intensa, quella tra l’associazione socio-culturale Madé, l’Hub Spazio 47, Fondazione Èbbene e Fondazione Stella Polare, per portare a San Cristoforo il teatro e accompagnare giovani, famiglie e cittadini a vivere l’arte nella sua dimensione totalizzante: l’arte che accende riflessioni, l’arte che aggrega, l’arte che restituisce bellezza e ci guida a costruire pensiero critico.
Poter avere l’occasione di portare il teatro proprio nella periferia di San Cristoforo, dove Èbbene, Spazio 47 e Stella Polare costruiscono da tempo cambiamento e futuro, è un sogno che si realizza. Per l’occasione il Polo Educativo di via Villascabrosa, luogo simbolo in chiave legalità perché rifugio per le tante famiglie che hanno bisogno di essere accompagnate nella crescita educativa e culturale dei loro figli, sarà il palcoscenico perfetto per I Moschettieri, proprio perché lo spettacolo racconta il vissuto di “quei bravi ragazzi dei quartieri” che abitano una Catania del 2020, una città in cui si mescolano le contraddizioni della nostra esistenza. Tre Moschettieri al servizio dell’illegalità. Come ben spiega l’autrice dello spettacolo: “Tre uomini immaginati nel loro quotidiano, a cui ho dato dei nomi. Un corpo. Un linguaggio. Un carattere. Poi un cuore. Un’anima. Una storia, da raccontare. Senza giudizio. Senza puntare il dito. Nessuna difesa. Tre ragazzi, figli di una Catania che non sa cambiare, che non può cambiare, orfana di cultura e bellezza. Una causa persa. Una Catania marcia e lercia, che nessuno vuol salvare. Giudicare, quello sì”.
Note di regia di Nicola Alberto Orofino I Moschettieri sono tre uomini: Moncada, Bummacaro e Nitta (i nomi scelti dalla Amato per i protagonisti di questa storia evocano i tre vialoni anonimi del quartiere Librino, simbolo di una modernità tanto bramata a parole ma mai concretizzata in azioni conseguenti), parodicamente difensori del sacro valore dello scippo, della santa pratica del pizzo, della virtuosa attività della rapina. Immaginarie, ma non troppo, personalità al servizio di Lei, La Regina dei quatteri, Catania. Guai opporsi ai moschettieri di Sua Maestà Catania, inutile opporre ideali diversi. Col suo maestoso incedere, la Regina passa e fotte, difesa dai suoi carusi prediletti. Chiusi in un bunker, metafora neanche troppo allusiva di una città che sembra generare figli per la propria lenta distruzione, i nostri spadaccini gestiscono il malaffare e la propria vita personale attraverso una finestrella, unico contatto con un mondo che loro credono esista esclusivamente per la propria soddisfazione. Un peccato, questo, che in verità appartiene a tutte le gioventù, a cui qui però si aggiunge il senso paradossale di un’alta missione criminale e la volontà di un riscatto sociale che si manifesta nel possesso, nel denaro, nel divertimento sfrenato, nell’ossessivo orgoglio per la propria città (e la sua squadra di calcio). Ma quel bunker è anche la loro prigione. Perché le alternative alla malavita, diciamolo francamente, sono scarse… mancano.
Come si scappa da quel sistema delinquenziale? E poi per cosa? Esiste veramente per i moschettieri dei nostri quatteri la possibilità di scegliere? E qui il mio cuore si fa piccolo piccolo. Perché possiamo accusarli, indignarci, condannarli, castigarli. Ma Moncada, Bummacaro e Nitta resteranno sempre tre giovani uomini schiacciati da una vita inevitabile in una città che si autodistrugge. Questo mi strazia l’anima ed è per questo che ho deciso di raccontare questa storia. Alla scrittura Roberta Amato, il cui stile ha la peculiarità di essere esso stesso racconto viscerale, drammatico e ironico. In scena tre giovani grandi attori, Gianmarco Arcadipane, Luigi Nicotra, Vincenzo Ricca, accomunati da rara professionalità e bravura. A completare il quadro l’esperienza e la passionalità di Egle Doria, perfetta per quello che vogliamo raccontare.
Vi aspettiamo in via Villascabrosa 128 A, sabato 3 settembre, alle ore 20.30, per una serata in cui cultura inclusiva, città e periferia si incontrano, si uniscono all’idea che non può esserci un reale sviluppo senza garantire a tutti occasioni in cui confrontarsi con l’arte e vivere un tempo di svago.
Lo spettacolo è gratuito per i residenti del quartiere.
Per i non residenti che vorranno assistere allo spettacolo è previsto un biglietto di 5,00 €. Qui il link per l’acquisto del biglietto: https://bit.ly/ticketspettacolo.
COMUNICATO STAMPA
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