“Che sarà di noi” è l’ultimo singolo di Riko Noshi, prodotto da Elias La Flame, distribuito da believe music italia per Visory Records.Il concetto attorno al quale si aggira tutto il brano riguarda una riflessione attenta sul motivo per cui certe scelte che prendiamo dicono molto riguardo ciò che diventiamo, attraverso una tipologia di racconto vicina al flusso di coscienza, l’artista pone accenti riguardo il rapporto che ha con una donna che in questo caso altro non è che la rappresentazione immaginaria del destino, conscio del fatto che è necessario prendere posizioni anche al prezzo di dover sacrificare qualcosa o qualcuno di importante durante il tragitto. Notevoli i riferimenti al mondo gipsy sia nel testo che nell’artwork che impreziosiscono ancora di più la narrativa, in quanto il destino ed altri aspetti simili come la trascendenza sono molto presenti nella tradizione di certe culture. La produzione presenta una linea ritmica tipica della drill, nella sua sfumatura più melodica. Ciò permette, nonostante il brano sia particolarmente profondo, di mantenere una certa concretezza con i trend musicali attuali, risutando “catchy” e molto ricercato nel sound.
Bio Riko Noshi
Enrico D’Amore in arte Riko Noshi nasce il 20 ottobre del 1996 in provincia di Salerno. Da giovanissimo cresce a contatto con il mondo dell’arte data l’influenza della famiglia.
La presenza della musica durante l’adolescenza diventa preminente soprattutto per un ragazzo di provincia dove a volte è difficile crescere. Da quel momento in poi decide di dare una svolta al suo operato e pubblica il suo primo Ep interamente prodotto da Nazo.
Bio Elias La Flame
Chi è Elias La Flame? L’anonimato è il vero nome di Elias ed è nato nel giorno stesso in cui è stato pubblicato “Jupiter”, il suo primo album. L’incognito è il suo barrio e humus musicale, dietro una porta dove può scorgere la vita in un “Panta rei” moderno, può scegliere di esistere. La Flame è un filtro, una finzione o come in un intreccio pirandelliano si denuda degli schemi metropolitani per essere un IO senza nome, che sa essere vero dietro una maschera protettiva che gli concede la possibilità di esprimersi liberamente e di comporre la vita.
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