Quando hai iniziato a fare musica?
Più o meno 25 anni fa. Ho suonato come tastierista appena vent’enne in una garage band, poi tra la fine degli anni novanta e il deumila la mia prima creatura, una band a metà strada tra rumorismo e alternative pop.
Come descriveresti “Zapping Vanity” in 3 parole?
Scura, intimista, reale.
Cosa pensi dei talent show?
Credo siano uno specchio dei nostri tempi.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Musicalmente sono figlio di tutto ciò che va dagli anni 60 ad oggi, con un debito particolare, almeno se parliamo di estetica musicale, verso gli anni ’80 e i ’90.
Dalle sperimentazioni di Brian Eno all’elettropop dei Depeche Mode, passando per la New Wave, un certo rock europeo, i dEUS, i Radiohead, Flaming Lips, Bowie.
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