Giro d’Italia in 58 sfumature di verde: l’Atlante dei boschi di Mauro Agnoletti
esplora l’identità del Paese incrociando storia e natura
Dai frassineti per la produzione di dolcificante naturale, alla macchia mediterranea del Parco dell’Uccellina, che ha dato vita per decenni alla saggina per creare le scope e il sottofondo dei campi da calcio,
fino ai castagni pluricentenari: il paesaggio racconta tradizioni, storie e passaggi epocali.
Rivelandosi molto meno “naturale” di quello che ci aspetteremmo
L’unico castagneto dotato di sistema di irrigazione in Liguria. I frassineti per la produzione di manna, dolcificante naturale, in Sicilia. I boschi della Val Cadino, in Trentino, dove oltre ad esemplari di cervo, camoscio e gallo cedrone, si incontrano i canali artificiali in pietra che un tempo servivano a far scivolare i tronchi per poi trasportarli poi lungo i fiumi e immetterli in un fiorente mercato del legno. I castagni pluricentenari di Moscheta, in Toscana, e la produzione di abeti della vicina Vallombrosa, un modello creato dai monaci benedettini ed esportato nel mondo. I noccioleti storici in Campania, ma anche la macchia mediterranea del Parco dell’Uccellina, che per decenni ha dato vita all’erica per creare scope così come il sottofondo dei campi da calcio e il carbone per la cottura dei cibi. L’Italia è una penisola dalle mille sfumature di verde. Mauro Agnoletti, professore di Storia del paesaggio e Pianificazione forestale all’Università di Firenze e titolare della Cattedra UNESCO sul paesaggio rurale, ne ha raccolte 58 nell’Atlante dei boschi (Laterza, 2022), un viaggio alla scoperta del paese attraverso la storia di quelli che generalmente annoveriamo come luoghi dove la natura domina incontrastata e che scopriamo essere invece spesso frutto dell’intervento dell’uomo, delle sue esigenze (alimentari, sociali, economiche), delle sue conoscenze, della sua evoluzione. Parte integrante della storia d’Italia.
58 SFUMATURE DI VERDE. I boschi italiani hanno caratteristiche uniche al mondo, affascinanti da conoscere. A differenza del resto d’Europa, gran parte della loro biodiversità è legata alla secolare influenza di attività come il pascolo, la produzione di legname, di legna da fuoco, di carbone o di alimenti. La lunga coevoluzione tra uomo e natura ha creato un binomio inscindibile. Le abetine delle Alpi, le faggete appenniniche, i querceti delle colline interne, le pinete litoranee e le macchie di arbusti delle coste e delle isole, sono elementi di un paesaggio bioculturale che già dal medioevo ha attirato studiosi e visitatori stranieri e che ancora oggi mostra persistenze storiche in grado di rappresentare l’identità ambientale e paesaggistica dell’Italia. L’Atlante dei boschi spazia dal Sud al Nord della penisola, offrendo una chiave di lettura originale che integra storia e natura.
L’AUTORE. Mauro Agnoletti insegna Storia del paesaggio e Pianificazione forestale all’Università di Firenze ed è titolare della Cattedra UNESCO sul paesaggio rurale. È stato presidente del Comitato Scientifico del programma FAO sui Sistemi Importanti del Patrimonio Agricolo (GIAHS), coordinatore del gruppo di ricerca sulla storia forestale dell’Unione Mondiale Forestale (IUFRO), vice presidente della Società Europea di Storia dell’Ambiente (ESEH), presidente dell’Osservatorio del Paesaggio della Regione Toscana e coordinatore del Catalogo Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Ministero dell’Agricoltura. Tra le sue opere più recenti: Il paesaggio come risorsa. Castagneto negli ultimi due secoli (Ets 2009); Paesaggio rurale (Edagricole 2010); Il paesaggio nella Cavalcata dei Magi (con M.A. Signorini, Pacini Editore 2010). Per Laterza ha curato Paesaggi rurali storici. Per un catalogo nazionale (2011) ed è autore, tra l’altro, di Storia del bosco. Il paesaggio forestale italiano (2020).
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