15 Novembre 2024

Zarabazà

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Gli animatori e la nascente ADAT

Su iniziativa di Giampiero Leonardo detto “Giampi”, nasceva su Change.org una petizione on-line per raccogliere firme allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori del settore del turismo, sul problema dell’inquadramento lavorativo della figura dell’animatore.

Obiettivo finale della petizione, dopo aver affrontato passo dopo passo tutto l’iter che la materia comporta con tavoli di concertazione tra operatori del settore e Ministero del Turismo, è quello di costituire l’albo professionale A. D. A. T. (acronimo che sta per Albo Degli Animatori Turistici, lista o elenco ufficiale riconosciuta dal ministero con eventuali deroghe speciali alla legge per iscritti non laureati) dove sia riconosciuta finalmente questa professione giacché tale.

Servono regole chiare per contratti, orari di lavoro flessibili secondo la stagionalità alta o bassa, salario minimo garantito, contributi non come lavoratori dello spettacolo e tutto quanto concerne le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e la sicurezza. In Italia da alcuni anni gli animatori sono inquadrati con contratti da lavoratori dello spettacolo (ex EMPALS) ma la tipologia delle due figure lavorative non è assolutamente comparabile.

Chi ha preso l’iniziativa lavora nel settore da più di venti anni, con varie esperienze stagionali di lavoro all’estero, servite da termine di paragone tra la situazione italiana e il resto del mondo. Anomalie sono presenti in altri paesi ma in Italia il settore non è assolutamente disciplinato, e di approfittatori da noi di certo non né mancano. Ad esempio il governo Cubano di recente ha finanziato corsi di formazione professionale per animatori; in Francia esiste il BAFA, un vero e proprio titolo di studio di scuola superiore a indirizzo animatore turistico.

Diverso invece l’approccio del governo spagnolo che ha tentato di regolare sulle 8 ore lavorative diurne, non flessibili questa professione che comunque rimane atipica, e la cosa ha comportato non pochi problemi di tipo organizzativo per le attività serali come gli spettacoli d’intrattenimento.

Desideriamo segnalare che il “Giampi” ha pubblicato di recente un libro con le sue esperienze lavorative e alcuni aneddoti legati proprio alla sua professione dal titolo “Forrest Giamp, una vita da animatore” per Europa Edizioni.

Ad oggi la petizione ha raggiunto oltre 500 firme, segnale che il lavoro stagionale in Italia, di qualunque natura sia, non può essere sinonimo di sfruttamento dei lavoratori.

https://chng.it/QBywsfbY