Taster Place Aromi
Gli aromi sono la parte positiva della fase olfattiva e indicheranno il tipo di uva e anche, per i “più intenditori”, l’età e il metodo di produzione. Anche se non si tratta di diventare degli esperti, possiamo percepire, con un po’ di informazioni sul vino, sfumature floreali, vegetali, fruttate, minerali, speziate…Quando parliamo di degustazione sensoriale del vino, si parla della capacità di stimolare emozioni e sensi che determinano in noi ciò che si percepisce e
cosa rappresenta. Ci sono migliaia di varietà primarie di uva da vino coltivate in tutto il mondo. Per aiutare a navigare in questo vasto panorama, esistono sapori dei vini più coltivati. Ma se insistiamo su questa fase della degustazione, possiamo trovare interessanti sfumature che renderanno più piacevole il consumo e la fruizione. L’età e l’origine influenzano i sapori e il carattere di ogni varietà. Il Pinot Nero della Borgogna, ad esempio, è generalmente
caratterizzato da un’acidità terrosa, mentre il Pinot Nero Italiano tende ad avere sapori rossi e fruttati. Queste immagini illustrate forniscono un’utile panoramica dei sapori dei tuoi vini preferiti.Trattasi di una scelta, che determina chiaramente il modo con il quale ci confrontiamo o ascoltiamo il vino e i cibi. Consapevole che non a tutti interessa ascoltare il vino o altro, in quanto è indiscutibilmente legato al proprio concetto di piacere, conoscenza e curiosità, per molti, la gratificazione di bere un calice è sufficiente.
Per molti raccontare di un vino è Glorificare sé stessi o esprimere per così dire, senza umiltà e di non accontentarsi di poco. La degustazione sensoriale non è una scienza esatta poiché inevitabilmente condizionata da soggetto a soggetto e tante sono le varianti date dalla sua capacità ed esperienza, sensibilità e allenamento dei propri sensi, attitudine psicologica e conoscenza intellettuale, cultura, memoria e talento e cosa basilare dall’onestà. L’onestà di ascoltare sinceramente i propri sensi senza permettere a stimoli e coinvolgimenti alieni di inquinarli.
La degustazione sensoriale è un viaggio verso la ricerca della bellezza. Nel corso di questo viaggio, non sempre si fanno conoscenze che fanno pensare al “bello” e mi riferisco, nello specifico, ai difetti, grazie anche a quello che si considera “brutto” che si arriva a una migliore comprensione del bello. Del resto, si può percepire qualcosa come buono o bello, vino compreso, quando lo si riconosce come tale. Questo presuppone l’esercizio critico del confronto
fra quello che è/o consideriamo brutto e ciò che riteniamo bello. Senza la conoscenza o l’esistenza di quello che consideriamo brutto, non sarebbe possibile definire e riconoscere ciò che per noi è bello. In fin dei conti, un mondo fatto solamente di vini buoni sarebbe perfino noioso. Un’utopia, ovviamente, ma anche un’irrealizzabile perfezione poiché impossibile da realizzare in modo oggettivo proprio perché fortemente condizionata dalla percezione soggettiva di ognuno di noi. La bellezza assume per ognuno di noi una forma di espressione distinta e diversa, pertanto non opinabile.
La degustazione sensoriale è anche bellezza di un rito, una cerimonia che si ripete sempre con la medesima suggestione e mistero. Mi riferisco, ovviamente, alla degustazione sensoriale eseguita con il cosiddetto metodo “alla cieca, blind tasting” cioè senza alcuna conoscenza preventiva di quello che si ha nel calice. Perché la bellezza della degustazione sensoriale è proprio questa: trovarsi di fronte uno sconosciuto ed essere costretti per così dire a guardarlo, osservarlo, ascoltarlo, comprenderlo e confrontarsi con esso, cercando di scoprire e cogliere i suoi segreti, la
sua storia e quella di chi lo ha prodotto, la sua terra. Un’esperienza nella quale non si può mai essere superficiali: l’attenzione e la dedizione sono la chiave di tutto. È un viaggio senza fine e, probabilmente, senza ritorno, poiché quando si ascolta un vino attraverso la degustazione sensoriale, non si torna a guardarlo come prima. Anche questo è il bello della degustazione sensoriale: il racconto infinito di un libro senza tempo, nel quale ciò che conta realmente è l’emozione del nuovo che si rinnova, della bellezza di ritrovare il rassicurante senso che conduce a nuovi orizzonti. E vale per tutte le cose, non solo per il vino.
In molti anni di esperienza e viaggi nell“Universo Vino” sempre in continuo fermento e rivoluzione, molti sono state le conoscenze di marchi che propongono strumenti cosidetti “Taste” per l’applicazione neuro-scientifico nel settore dell’alimentazione ed in questo caso specifico nei vini, per guidare al meglio come gli odori influenzano la percezione
neurale-motivazionale di un individuo nell’acquisto di un vino, risultato che può essere molto utile per migliorare la conoscenza di un vino rendendola più gustosa e appassionante! Questi risultati possono essere utili per migliorare la qualità della nutrizione, rendendola più gustosa e al tempo stesso salutare. Tale genere di studi ha dato origine al termine Neuro-tasting, che comprende le nozioni di Neuro-gastronomia e Neuro-enologia.
Oggi vi sono diversi marche che propongono questi taste ma Taster Place Aromi è uno tra i più completi ed interessanti, nonchè lo strumento ideale per imparare a degustare i cibi e le bevande. Vera e propria “palestra per l’olfatto”, il progetto nasce da un gruppo di professionisti appassionati di cibo e di vino di qualità, che ha deciso di sviluppare una vera e propria collezione di essenze olfattive, per rendere più facile e accessibile la degustazione
allenando l’olfatto. Le collezioni di Aromi nascono per essere utilizzate sia in modo professionale sia e contemporaneamente in modo facile, divertente e giocoso: sono infatti rivolte sia agli appassionati che si avvicinano alla degustazione per la prima volta, sia ad assaggiatori e sommelier professionisti per ampliare o mantenere viva la propria capacità olfattiva.
Nata da pochi anni, TasterPlace ha riscosso l’interesse non solo degli appassionati di cibo e vino, ma anche di consorzi di produttori, scuole di enologia e associazioni di degustazione in Italia e all’estero che utilizzano gli Aromi come una “palestra” olfattiva a supporto della formazione. Il primo passo per avvicinarsi al mondo della degustazione è quello di concentrarsi sul senso più importante per questa attività, l’olfatto: gli odori sono la prima cosa che percepiamo quando
entriamo in contatto con il vino e il cibo; gli aromi che si sprigionano in bocca, percepiti dall’olfatto per via retronasale, contribuiscono a costruire quello che comunemente chiamiamo il “sapore”. Nonostante questo, l’olfatto è il senso che solitamente alleniamo di meno e non siamo abituati ad associare i nomi a quello che percepiamo: sebbene il nostro naso sia in grado di riconoscere diverse migliaia di odori, gli studi dimostrano come, annusando i profumi alla
cieca, meno di una persona su quattro è in grado di riconoscere il profumo di una mela! Fortunatamente la memoria olfattiva si può allenare, esattamente come gli altri sensi, e può migliorare notevolmente nel tempo. Da questo presupposto TasterPlace ha creato AROMI, una collezione di essenze pensata per sviluppare la memoria olfattiva e imparare a degustare cibi e bevande. La collezione è formata da diversi prodotti a tema:
Vino Rosso; Vino Rosso2 – Aromi e Difetti; Vino Bianco; Legno e affinamento; Birra; Prosecco; Cioccolato; Olio Extravergine di oliva
Ogni confezione è dedicata a un prodotto specifico e contiene 12 campioni olfattivi (alcuni difetti) e una pubblicazione sulle tecniche di degustazione e sulle modalità con cui allenare la memoria olfattiva. La pubblicazione sulla degustazione è sintetica e contiene tutte le informazioni necessarie per avvicinarsi alla degustazione. È un vero e proprio libro creato con il supporto di alcuni dei migliori esperti del settore.
Una volta memorizzato il singolo sentore, diventa più facile riconoscerlo, anche se molto più tenue, all’interno del bouquet di aromi che compongono il vino o il cibo che si sta degustando. Gli AROMI TasterPlace sono quindi lo strumento ideale per chi vuole sviluppare o allenare il senso dell’olfatto: un piccolo corso di degustazione comodamente a casa propria, con tutto quello che serve per fare pratica; insegnano a conoscere meglio le
caratteristiche gustative del vino, olio, birra e cioccolato, a riconoscerle nei prodotti e quindi a orientarsi meglio nella scelta; permettono di allenare la memoria olfattiva (indispensabile per degustare cibi e bevande) e per risvegliare l’olfatto; sono perfetti per chi vuole avvicinarsi al mondo della degustazione o per chi è già esperto e vuole sviluppare ulteriormente le sue capacità; la confezione è elegante e pratica da consultare; sono un regalo originale, utile e divertente.
I cofanetti AROMI sono acquistabili direttamente dal sito www.tasterplace.com, nel quale si possono trovare tante curiosità e informazioni: tutto quello che è utile sapere sul mondo della degustazione.
Da TASTER PLACE: L’importanza Dell’Olfatto:
L’olfatto è il nostro senso più potente, assolutamente indispensabile.
In passato era fondamentale per la sopravvivenza, per riconoscere il cibo buono da quello velenoso e veniva associato a doti di intelligenza, di intuito e di premonizione: fiutare un nemico, percepire un pericolo. I romani, per esempio, definivano l’arguzia una facoltà profetica e la chiamavano “naso.” Il termine “sagace” deriva dal latino sagax, che identifica “chi ha un odorato fine”.
Anche oggi l’acutezza olfattiva è ritenuta più che mai una forma di intelligenza, sia indiziaria – a differenza dei tratti fisici e visivi che richiedono necessariamente la vicinanza per essere percepiti e riconosciuti, l’odore può rivelare l’identità o la presenza di un soggetto anche a distanza – sia e soprattutto intuitiva e mnemonica – gli odori/aromi possono evocare memorie ed emozioni e la memoria olfattiva è la più potente e quella che maggiormente dura negli
anni. L’olfatto è il senso più importante anche nella degustazione. Degustare vuol dire allenare i propri sensi, assaggiando e confrontando diversi prodotti per identificare e memorizzare le caratteristiche che li rendono unici. In questo processo è fondamentale concentrarsi sull’olfatto perché “il sapore dipende principalmente dalla percezione degli aromi che distinguiamo quando ci accostiamo a cibi e bevande e dallo sprigionarsi degli stessi in bocca mentre vengono percepiti dall’olfatto”.
Le memorie olfattive sono più forti e persistenti delle memorie visive, uditive o tattili.
Le memorie olfattive durano anche 30 anni, a differenza di quelle visive e tattili che durano in media 5 anni.
Possiamo ricordare solo il 5% di quello che abbiamo visto 5 mesi addietro, ma ben il 35% di quello che abbiamo annusato. Gli odori hanno un forte impatto emotivo, in quanto i recettori olfattivi, a differenza di quelli degli altri sensi, sono collegati direttamente al sistema limbico responsabile della sfera emozionale.
Nella società moderna è venuta meno l’utilità dell’olfatto per fiutare un pericolo (un predatore o un incendio), per riconoscere un cibo velenoso, per accoppiarsi, etc. Molte persone ad occhi chiusi non riescono ad identificare con precisione neanche gli odori più comuni: la mela viene identificata solo dal 38% della popolazione; la salvia da meno del 20%. A molte persone inoltre mancano i termini e gli aggettivi con cui descrivere e comunicare le sensazioni olfattive. In assenza di un vocabolario: È difficile memorizzare («prendere nota») gli odori/aromi che percepiamo.
Non è possibile comunicare agli altri quello che proviamo, per esempio gli aromi di un cibo o di un vino.
Non è possibile capire quello che gli altri ci vogliono comunicare in merito ad un odore o un sapore.
Infatti, nel quotidiano utilizziamo aggettivi presi in prestito dagli altri organi di senso: chiaro, pulito, lineare, fresco, dolce, acre, caldo, fine, ruvido, profondo, ecc. oppure identifichiamo l’odore con l’oggetto, ad es., “sa di Banana”.
È difficile identificare gli odori, non perché i nostri recettori non funzionano, ma perché l’olfatto è un senso che alleniamo poco e non siamo abituati ad associare dei nomi a quello che percepiamo: non è possibile identificare un odore se non lo si è sentito in precedenza e se non gli si è dato un nome. Pensiamo per analogia ad un brano musicale che tutti possono ascoltare, ma solo le persone che lo conoscono possono dargli un titolo o pensare ad un autore. Per fortuna la memoria olfattiva si può allenare e migliorare nel tempo. Numerose ricerche in ambito universitario hanno dimostrato l’efficacia dell’allenamento nel migliorare le performance olfattive. Le numerose sessioni di degustazione sono fondamentali per apprendere sensazioni e vocabolario, ma sono difficili soprattutto per i principianti.
Come riconoscere l’odore di biancospino, di violetta, di rosa, di mora se non si ha ben chiaro che odore abbiano? Dove trovare i fiori, la frutta, le spezie quando ci servono per allenare l’olfatto, magari fuori stagione?
La degustazione intimorisce alcuni neofiti, al punto che molti ritengono, erroneamente, di avere un problema all’olfatto perché faticano a riconoscere e dare un nome agli odori.
I vantaggi dell’utilizzo delle essenze TasterPlace
Risvegliare e allenare l’olfatto per riuscire a riconoscere alcuni semplici aromi di base, che contribuiscono a comporre il profumo di un vino, è il primo passo per iniziare ad educare il naso, così da arrivare nel tempo ad apprezzare le infinite sfumature di cibo e vino.
L’aiuto di un docente, il vino nel bicchiere e tanto allenamento faranno il resto.
TasterPlace S.r.l.
INFO +39.351 537 4151
Piazza Dante 3
31040 Trevignano (TV), ITALY
- www.tasterplace.com
info@tasterplace.com
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