incontro letterario aperto al pubblico
Sabato 4 febbraio in Sala Granata il dibattito sulla relazione tra fede e disabilità e sulla considerazione delle persone con disabilità all’interno della Chiesa e delle comunità cristiane
– Da sempre la disabilità pone questioni non facilmente rilevabili. Anche il suo rapporto con la fede cristiana e gli insegnamenti della Chiesa è contrassegnata da non poche ambiguità. Segno della colpa o strumento di redenzione? Domande che oggi appaiono, forse, fuori luogo ma che segnano ancora la vita di molte persone e comunità.
Con il patrocinio del Comune di Lodi, sabato 4 marzo, dalle ore 10 in Sala Granata, si rifletterà sui temi che toccano il senso ed il significato del nostro essere al mondo. Un dibattito sulla relazione tra fede e disabilità e sulla considerazione delle persone con disabilità all’interno della Chiesa e delle comunità cristiane che prende le sue prime mosse dal saggio “Noi” non “Loro” pubblicato da Justin Glyn, gesuita non vedente e avvocato australiano, docente di Diritto Canonico presso il Catholic Theological College, General Counsel del distretto australiano della Compagnia di Gesù.
Con la moderazione di Alessandro Manfredi, presidente di Ledha, nell’appuntamento a Lodi se ne discuterà proprio con l’autore che interverrà in remoto dall’Australia; con Don Virginio Colmegna, già presidente della Casa della Carità; Don Franco Badaracco, responsabile della comunicazione della Diocesi di Lodi e Giovanni Merlo, direttore di Ledha e uno dei curatori del libro “A Sua Immagine? Figli di Dio con disabilità”.
Proprio Ledha, infatti, la Lega per i diritti delle Persone con Disabilità, che ha promosso lo scorso anno non solo la traduzione e pubblicazione del saggio del teologo australiano Justin Glyn SJ “Us not Them. Disability and Catholinc Theology and Social Teaching”, ma ne ha fatto un libro di approfondimento, che affronta queste questioni, creando anche un luogo virtuale di continuo confronto nel blog www.asuaimmagine.it.
La ricerca che attraverso le pagine di “A Sua Immagine?” gli autori hanno cercato di percorrere coralmente insieme a voci autorevoli, infatti, vuole riaffermare la piena appartenenza di tutte le persone, senza distinguo, all’umanità e, in ottica spirituale, all’essere figli di Dio. Una visione che spinge ad affrontare senza mediazioni l’argomento.
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