Lillo Defraia, al “Mangia’s Torre del Barone Resort” di Sciacca per la riscoperta della pasticceria conventuale siciliana.
Da Iginio Massari a Nicola Fiasconaro sino al nostro Lillo Defraia, al “Mangia’s Torre del Barone Resort” di Sciacca la riscoperta della pasticceria conventuale siciliana. L’iniziativa del gruppo Mangia’s per celebrare l’antica tradizione dolciaria siciliana, ma anche per fare il punto sull’importanza della formazione nel settore della ricettività.
Quella celebrata lunedì non è stata solo la giornata che ha inaugurato la nuova stagione del Mangia’s Torre del Barone Resort del gruppo Mangia’s a Sciacca, in provincia di Agrigento, ma anche un momento di confronto con i professionisti sulla riscoperta degli antichi dolci realizzati nei conventi siciliani e sull’importanza della formazione delle diverse professionalita nell’ambito della ristorazione e dell’ospitalita.
In mezzo a questi mostri sacri del made in Sicily il nostro Lillo Defraia ha presentato la Spina Santa, dolce tipico nisseno insieme alle crocette.
Entrambi i dolci venivano preparati durante la festa del Santo Crocifisso del 14 settembre dalle monache di clausura delle benedettine annesso alla Chiesa di Santa Croce. Il nome deriva dalla pianta di Marruca con la quale vengono presentate, i cui rami, si dice, fossero stati intrecciati per la corona di spine che fu posta sul capo di Gesù.
Insieme alle crocette le monache, per festeggiare gli ospiti illustri del monastero, crearono due dolci; la spina santa che veniva prodotta annualmente in occasione della settimana santa, e la crocetta di Caltanissetta prodotta invece in occasione della ricorrenza della festa della Santissima Croce il 14 settembre.
Questa consuetudine, propria dei monasteri femminili, di preparare dolci al suo interno non nasce per fini commerciali, quanto per la necessità delle monache di contraccambiare in maniera elegante e significativa favori e servizi ricevuti dall’esterno. Successivamente si trovò il modo per mantenersi grazie allo scambio di materie prime in cambio di prodotto finito.
Nella pasticceria, infatti, le similitudini e le differenze si manifestano nella ricetta a seconda del periodo in cui il dolce viene preparato. Similitudini e differenze che incidono anche nel suo significato economico e sociale, tant’è che si può parlare di dolci ricchi e dolci poveri, a seconda del tipo, della qualità e quantità di materie prime impiegate insieme all’imprescindibile aspetto creativo. In altri termini il dolce ha un ruolo di testimonianza etnoantropologica della storia delle genti e dei luoghi di produzione, e il maestro Lillo Defraia incarna al meglio queste similitudini.
Mario e Nicola Fiasconaro hanno presentato i dolci conventuali tipici delle Madonie, dalla testa di Turco, una crema di latte zuccherata aromatizzata con cannella e limone alternata con strati di una sfoglia realizzata con farina e uova, oppure lo sfoglio di Polizzi, una pasta frolla realizzata con strutto farcita con tuma fresca, miele, cioccolato e pezzetti di cedro.
Presenti anche altre eccellenze della pasticceria siciliana, come Peppe Giuffre, Anna Martano, Giovanni Lorenzo Montemaggiore e Vittorio Santoro.
Un trionfo di dolci dalla storia antichissima, come i “mpanatigghia”, il cous cous dolce, la spina santa, i mustaccioli, l’ova murina, i cucchitelli, la salviata, fino alla frutta di martorana, realizzata da Vanessa Albicocco.
A presentare il tutto la giornalista e conduttrice televisiva Giusy Battaglia, ideatrice del format “Giusina in cucina”.
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