Carlo come te è il nuovo toccante singolo dei Cartapesta, duo tra i più interessanti della scena indipendente, distribuito da ADA Music Italy e fuori da domani su Spotify. Una ballata che la voce del progetto dedica a suo nonno e accompagnata da un video già pubblicato il giorno prima che contribuisce a trasmettere il carico emotivo del brano. Un viaggio nei ricordi dell’autore che manifesta tutto il legame profondo che lo univa al suo parente che portava pure lo stesso nome. Un confronto tra il passato di bambino spensierato che imparava a crescere anche grazie ai preziosi insegnamenti di suo nonno e il presente che lo vede adulto per una ninna nanna dell’anima da cantare a chi non fa più parte della nostra vita con il sorriso dolce amaro di chi cerca di costruire il domani senza dimenticare.
Se la vita resta l’illusione più bella che esista, la morte è la sorella conosciuta quel maledetto giorno quando al giovane cantautore è stata strappata la persona che conserva con più affetto dentro di sé e con Carlo come te mette in musica l’accettazione della fine con la consapevolezza che quello che ha trascorso con lui non si cancellerà se avrà la premura di custodirlo. E adesso, mentre gli anni che passano comportano responsabilità e doveri da rispettare, tornare con il pensiero a quando il proprio nonno ci teneva in braccio e ci faceva sentire protetti da un mondo che ancora non conoscevamo ci aiuta ad affrontare con serenità un futuro pieno di incertezza e il peso di una mancanza che non si colmerà mai del tutto.
Con Carlo come te i Cartapesta continuano il percorso intimo e autobiografico intrapreso in questo 2023 con il precedente singolo Scarpe, in grado di superare i 25 mila stream senza essere inserito in playlist editoriali ma solo con il passa parola e il calore di una fan base già consolidata, e che mostra la capacità del duo di entrare nel cuore dell’ascoltatore con racconti personali in cui tutti possano rispecchiarsi.
Così descrive il pezzo e racconta la scelta dello storytelling del video Carlo Banchelli: “Mio nonno Carlo è morto 10 anni fa. Si chiamava come me. Ci sono dei momenti in cui vorrei sedermi di nuovo sulle sue ginocchia screpolate, alleggerirmi di ogni paura e tornare il bambino che lui conosceva. Ho scritto questa canzone per raccontargli tutto ciò che non abbiamo più potuto condividere. Per il video abbiamo girato l’Italia, avevo delle riprese di una vecchia videocamera e siamo tornati negli stessi luoghi registrando nuovi flame ma senza di lui e con un me cresciuto“.
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