Ciao ragazzi, è un piacere avervi su questi schermi! Trepidanti di ascoltare il vostro nuovo
singolo, non possiamo che chiedervi di raccontarci come nasce “Mozambique”, pubblicato il
31 marzo.
Ciao, piacere nostro! Questo brano, come per tutte le nostre produzioni, parte dagli incastri
ritmici tra batteria e percussioni. Il resto del pezzo infatti sono elementi sparsi (piano
elettrico, piano acustico, basso synth e samples di voci) che lasciano spazio alle percussioni
e marcano il beat della batteria. Il brano inizialmente era formato da due loop corti, abbiamo
poi sviluppato una struttura in cui ogni due battute si aggiunge un elemento fino a
raggiungere la sezione dove il groove esplode insieme a tutti gli strumenti.
“Mozambique” è un brano dalle vibes che potremmo definire come trascendentali:
ci si può infatti perdere nel groove della canzone ed essere trasportati verso nuove
terre. Ci sono stati degli artisti, eventi o anche luoghi che vi hanno ispirato per la
creazione di questo brano?
Alessandro T.: da batterista l’Africa per me è sempre stato un territorio di esplorazione e
ricerca sonora. Ho avuto la fortuna di poter viaggiare in vari stati come Tunisia e Kenya e
studiare i concerti poliritmici della musica ed in particolare delle percussioni africane.
Sicuramente tutto ciò ha influenzato “Mozambique”, proprio perché il brano nasce
dall’incastro di batteria e percussioni su cui poi si poggia il resto della strumentale.
“Mozambique” è il terzo singolo del progetto, dopo “Persistence 3” e “Baile Baile Baile”. Ci
viene dunque spontaneo chiedervi se state già lavorando a qualcosa di più grande come un
EP o un album.
Stiamo lavorando a un EP che conterrà questi primi tre brani più altro materiale registrato in
questo ultimo periodo. Sicuramente ci saranno altri singoli prima dell’uscita di un EP.
I Karamu si avvicinano molto alla scena jazz britannica: in Italia questa caratteristica può
essere un pregio oppure magari in certi casi risulta svantaggioso?
In Italia ci sono numerosi festival jazz dove in questi ultimi anni gli ospiti di rilievo vengono
proprio dalla scena UK, gli addetti ai lavori e tutti i musicisti del settore ormai sono familiari
con questo tipo di sonorità, quindi pensiamo sia un pregio.
Stiamo già immaginandovi dal vivo, dunque prima di salutarvi vi chiediamo se avete già
qualche idea di live prossimamente!
Non possiamo dire nulla ma stiamo chiudendo delle date e organizzando un tour dove i live
saranno sempre diversi, si alterneranno formazioni nuove e ci saranno vari ospiti.
Altri articoli
gama presenta l’EP “MONSTER”, un inno alla diversità
Valentina Bausi torna con il suo nuovo singolo “Black Hole”
Wut: Ragazza acciaio è la nuova canzone