15 Novembre 2024

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CREARE BRANI E REMIXARE LE CANZONI ANTIFASCISTE

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Nasce il portale dell’Arci di Torino dedicato al “Concerto per la Resistenza”, andato in scena al Teatro Gobetti nel 1964

Non solo un archivio ma un social. E’ online oggi “Risuona la Resistenza”

Nel 1964 il Circolo Arturo Toscanini invitava tre grandi della musica – Giorgio Ferrari, Guido Ferraresi e Carlo Mosso – a comporre opere musicali dedicate alla Resistenza sui testi poetici di Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Corrado Govoni, Bini (nome da partigiano di Giovanni Serbandini), Alfonso Gatto e Tito Balestra. Le tre opere in prima assoluta sono state rappresentate, insieme al “Concerto funebre per Duccio Galimberti” di G.F. Ghedini, il 14 ottobre del 1964 al Teatro Gobetti dall’orchestra del Circolo stesso diretta da Mario Rossi, allora direttore dell’orchestra sinfonica della RAI.

Quel giorno Enzo Lalli, presidente e fondatore dell’Arci di Torino, registrò quell’evento e quel nastro è stato restaurato, digitalizzato ed ora è distribuito gratuitamente online.

Il nastro del concerto – organizzato e commissionato dal Circolo Toscanini e dall’Arci di Torino – è stato scoperto durante il progetto di riordino e valorizzazione dell’archivio del Circolo portato a termine dell’Istituto Fondazione Piemontese Antonio Gramsci. L’archivio è una donazione di Enzo Lalli, fondatore dell’Arci di Torino, primo presidente e protagonista diretto delle attività del Circolo: il nastro che nel 2020 si pensava perduto è stato donato dal figlio di Enzo, Alberto, prematuramente scomparso nel 2022. Ora questo patrimonio diviene pubblico e soprattutto utilizzabile dai musicisti italiani: https://www.risuonalaresistenza.it/

“Risuona la Resistenza” è infatti il portale – che viene varato oggi – dove si possono trovare i documenti che raccontano la storia di quel giorno e delle persone che hanno contribuito a quel momento. Ma la vera chicca è che viene messa a disposizione una bacheca di campioni musicali a disposizione degli utenti registrati per essere scaricati e riutilizzati in nuove composizioni.

Dunque, un progetto di ascolto, di rilettura e di rielaborazione musicale, uno spazio virtuale dove non solo si può prendere coscienza del “Concerto per la Resistenza” e del suo valore ma anche attingere da alcuni campioni: sono stati selezionati dai maestri Andrea Maggiora e Giorgio Mirto. L’obiettivo è far sì che musicisti da tutta Italia li utilizzino per nuove composizioni che diventeranno omaggio, decostruzione e ricostruzione del narrato sulla Resistenza.

Spiega Max Borella di Arci Torino: «La valorizzazione della registrazione del Concerto de ‘64 attraverso questo portale è fondamentale per uscire dall’ottica archivistica e approdare ad una dimensione creativa e costruttiva. Allora le avanguardie musicali e letterarie italiane furono utilizzate dall’ARCI per omaggiare il cambiamento radicale dato dalla Resistenza alla nostra vita e ora quelle medesime composizioni sono pronte per essere rielaborate, incorporate, destrutturate a favore di un narrato rinnovato della nostra Liberazione». Aggiunge una riflessione: «L’avanguardia che è cambiamento e rivoluzione per l’arte come lo fu la Resistenza per la nostra libertà, ora torna ad essere fruita e composta come elemento dirompente e rappresentativo dell’antifascismo e dei valori che la lotta partigiana ci ha regalato».  Dunque, “Risuona la Resistenza” è un progetto collettivo di diffusione culturale «che vuole stimolare la creatività musicale a partire da una base comune di valori: i valori della Resistenza e dell’antifascismo».

Matteo D’Ambrosio, direttore della Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci, spiega: «Con questo progetto l’Archivio del Circolo Toscanini e il Concerto per la Resistenza riprendono vita. La digitalizzazione dell’archivio assume la duplice funzione della conservazione e della valorizzazione, mettendo a disposizione di compositori e compositrici brani che rivivono e assumono altre forme grazie alla possibilità di integrarli in altre elaborazioni, perseguendo i principi e i valori per cui il Circolo fu fondato».

Il funzionamento del portale e del social

Una volta entrati nel portale www.risuonalaresistenza.it è possibile navigare liberamente tra i documenti del concerto, leggere i materiali di sala e le partiture originali, conoscere i protagonisti di quel giorno, ascoltare direttamente da Spotify  la registrazione live e documentarsi su quel momento.

In aggiunta, ci si può registrare creando un profilo musicista: così facendo, si accede a un’area riservata dove poter scaricare i campioni audio. E’ possibile, poi, utilizzare questi campioni per le proprie composizioni dedicate alla Resistenza e alla Liberazione che una volta ricaricate sul profilo potranno essere ascoltate dagli altri utenti.

Il Circolo Toscanini: una delle più grandi esperienze culturali del dopoguerra

Il Circolo Toscanini rappresenta nel dopoguerra una delle più grandi esperienze culturali della città di Torino. Fu fondatore dell’Arci stessa nel 1957 ed era composto da musicisti, amanti della musica, persone di cultura, ex partigiani, giornalisti, lavoratori e lavoratrici, tutti accomunati dalla matrice antifascista, alcuni protagonisti diretti della lotta di Liberazione e ispirati da sempre dai principi della Resistenza.

L’archivio del Circolo, divenuto di proprietà dell’Arci di Torino dopo la chiusura dell’associazione, è stato dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” dalla Sovrintendenza archivistica e bibliografica della regione Piemonte e Valle d’Aosta. La Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci ha riportato alla luce tanti dei tesori che questo fondo nascondeva, tra i quali questo nastro che oggi è alla portata delle orecchie di tutti.

L’intero lascito dell’associazione è consultabile sull’HUB 9centRo, la piattaforma archivistica del Polo del’ 900: https://archivi.polodel900.it/

https://www.arcitorino.it/p/304/archivio-del-circolo-musicale-arturo-toscanini-valorizzazione-e-riordino.html

PARTNER

Questo progetto è stato reso possibile grazie al finanziamento della Regione Piemonte e grazie al supporto dell’Istituto Piemontese Antonio Gramsci che ha curato il fondo Toscanini,

L’associazione Dewrec ha suguito il restauro del nastro e l’esportazione dei campioni, mentre il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino si è reso diponibile a diffondere la notizia del portale e le sue opportunità ai suoi studenti. Parimenti il circolo Margot di Carmagnola presso la sua scuola di musica. Hanno collaborato a questo progetto e hanno selezionato i campioni musicali i Maestri Andrea Maggiora e Giorgio Mirto che nella loro vita, in maniera diversa, hanno approcciato i contenuti del lascito dell’associazione Toscanini. Le grafiche del portale, invece, sono dell’artista Vittorio Campanella che già nel 2020 aveva seguito la realizzazione della copertina del disco.

LE VOCI DEI DUE MAESTRI CHE HANNO LAVORATO AL PROGETTO

ANDREA MAGGIORA:

«Nel 1992 ricevo da Enzo Lalli e dall’Arci di Torino un incarico per catalogare i documenti  dell’archivio del Circolo Toscanini recuperati  dalle cantine di Palazzo Carignano,  chiusi da decenni in vecchie scatole: quasi una scoperta di archeologia culturale della città.  L’incontro con  Lalli, intellettuale torinese, ex Partigiano,  fondatore del Circolo Toscanini e dell’Arci di Torino, è stato  illuminante  per conoscere e comprendere l’importanza del Circolo Toscanini e del suo ruolo fondamentale  nell’attivazione di  politiche culturali inclusive, già negli anni ’60.

 Ritrovare e leggere le lettere scritte da grandi artisti e intellettuali come Luciano Berio, Cathy Barberian, Felice Casorati  e molti  altri, ascoltare le coinvolgenti narrazioni di Enzo è stata un’emozione forte e un’esperienza di altissima formazione per me, neolaureato e giovane musicista in formazione negli anni 90.

Insieme a Lalli abbiamo presentato il l’archivio ritrovato del Circolo Toscanini al Salone della Musica e in diverse occasioni pubbliche, sottolineando la modernità del suo portato storico e politico: le politiche culturali innovative e orientate alla formazione del pubblico sono fondanti per l’iclusione e la qualità del tempo libero delle persone. 

La grande rinascita musicale torinese di fine anni 70 e anni 80 con l’avvio di Settembre Musica (1978) e poi di Sistema Musica (1999)  è un’eredità di quanto avviato dal Circolo Toscanini tra il 1967 e il 1977, che continua ad essere un modello di relazioni virtuose tra cultura e politiche.

Il Circolo Toscanini è diventata poi la mia tesi di laurea, una pubblicazione dal titolo “Innovazione e democraziona nel mondo musicale torinese, Il Circolo Toscanini” (Omega edizioni 2002) ed ha orientato il mio lavoro di operatore musicale e direttore artistico di diversi festival e stagioni».

BIO

Si diploma in pianoforte al Conservatorio G. Verdi di Torino e si perfeziona in Germania alla Hochschule fur Musik “F. Liszt” di Weimar e in Svizzera alla Musikakkademie di Lucerna. Si laurea in Lettere – Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo – all’Università’ di Bologna con l’indirizzo in “Organizzazione ed economia dello spettacolo”.

Come pianista camerista ha collaborato con diverse formazioni in Italia e all’estero, tra cui il Quartetto del Teatro Regio di Torino e l’ensemble musica chiara di Basilea.

Docente del corso di “Organizzazione, Diritto e Legislazione dello spettacolo” presso il Conservatorio G. Verdi di Torino  e di “Organizzazione di Eventi Culturali”  nel master “Progettazione, Comunicazione e Management del Turismo Culturale” dell’Università di Torino . 

È stato docente per il corso di “Produzione e gestione dello spettacolo musicale” presso l’Università di Cagliari e coordinatore didattico nella Scuola APM di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo per i corsi di “Gestione e Organizzazione delle Scuole di Musica “

Da sempre attivo nel campo della formazione musicale come docente di pianoforte prima alla Musikschule Uri di Altdorf (Svizzera) e dal 2004 presso la  SFOM (Scuola di Formazione e Orientamento Musicale) presso la Fondazione Maria Ida Viglino per la Cultura Musicale di Aosta.

 Parallelamente si è dedicato alle attività di progettazione e organizzazione di attività musicali, in ambito associativo e per enti pubblici, avviando festival e stagioni concertistiche (Musica e Spazi architettura e musica, Rivolimusica, Scene dal Vivo, Proposte d’ascolto a San Filippo e altre iniziative) e collaborando come consulente con la Città di Torino settore Gioventù,  coordinatore didattico dei CFM Corsi di Fomazione Musicale e con la Città di Rivoli come direttore artistico dell’Istituto Musicale Città di Rivoli e della stagione concertistica Rivolimusica/Scene.

Nel  2002 ha fondato l’associazione “Merkurio progetti musicali “ che promuove progetti in campo musicale e multidisciplinare

GIORGIO MIRTO:

«Molti anni fa, parliamo circa del 2000, entrai in contatto con la realtà dell’ARCI per questioni culturali e, più specificatamente, musicali e al suo interno ebbi modo di sviluppare svariati progetti come rassegne chitarristiche, rassegne di musica contemporanea, attività concertistica e divulgativa che ebbero una discreta risonanza sul suolo cittadino oltre a progetti di altra natura quali, ad esempio, la partecipazione alla Biennale Del Mediterraneo con un’opera (Le 7 porte) che venne eseguita sia a Skopje, in Macedonia, che a Torino in seno alla programmazione di MITO Settembre Musica

Non a caso ho citato quest’ultimo episodio perché fu in quel periodo che feci la conoscenza ed entrai in piacevole contatto con Enzo Lalli. Ci si era incontrati a dei direttivi dove lui partecipava “ad honorem” e per quel poco che è durata la nostra frequentazione (in quanto è mancato nel 2010) ho sempre sposato la sua ideologia ed il suo pensiero sul concetto fondamentale e sulla motivazione altrettanto fondamentale del “fare” musica, del “fare” cultura, in generale.

Era appunto il 2008 quando al Teatro Astra di Torino, per MITO, vennero eseguite le succitate “7 porte” e Lalli venne a sentire il concerto. Qualche giorno dopo eravamo a casa sua e dopo avermi espresso a lungo le sue emozioni relative al concerto ascoltato all’Astra mi raccontò meglio la storia del Circolo Toscanini e dell’ omonimo Archivio: ne fui affascinato tanto immediatamente quanto profondamente. Ad un certo punto andò a cercare l’audiocassetta contenente l’incisione del “Concerto per la Resistenza” del 1964 e me la diede, con la preghiera di portarla in ARCI e farla riversare su CD per evitare che si deteriorasse.

Iniziammo inoltre a lavorare al progetto di replicare quel concerto, far rivivere quelle partiture ed aggiungere elementi legati alla nostra “contemporaneità” quali esecuzioni di altre partiture conservate nell’Archivio e quindi continuare a dar voce alla storia e proporre opere nuove esplicitamente concepite per l’evento e quindi crearne di nuova, di storia in perfetto “stile Toscanini”.

Ho ancora nel computer una cartella che si chiama “Concerto per la resistenza” contenente un brano che avevo iniziato a scrivere e che non ho mai avuto modo di terminare; Lalli morì di li a poco e con lui purtroppo svanirono anche molte delle idee che avevamo iniziato a tracciare ma che non trovarono terreno fertile per avere seguito fino al momento in cui, pochi anni fa, mi ha chiamato l’amico Max Borella per propormi di rimettere mano, cuore e testa all’archivio e coadiuvarlo nel cercare di restituirgli la dignità e notorietà che merita.

Da li abbiamo mosso svariati piccoli grandi passi che oggi ci hanno portato fino a qua.

La cassetta, che negli anni venne poi inspiegabilmente persa, fu (con grande sollievo collettivo) ritrovata e l’audio “ripulito” è ora a disposizione dell’ascolto di tutti su Spotify e quello spirito continua con la volontà di continuare a divulgare il più possibile la presenza di questo enorme bagaglio culturale che è l’Archivio Toscanini che rappresenta un capitolo unico e raro della testimonianza culturale e musicale italiana tra gli anni ’50 e ’60 e che potrebbe essere utilissimo ad esecutori, studiosi, docenti e discenti.

Avevo anche un altro “legame” regalatomi dalla sincronicità che mi “legava” a questo mondo: mio zio Luciano “Cianin” Rossi.

Nella mia famiglia ebbi un nonno partigiano e Luciano come zio, li conobbi entrambi e con entrambi “respirai” a lungo ciò che poi respirai nuovamente per un purtroppo solo breve momento accanto a Lalli.

Luciano e Enzo erano molto amici, mio zio fu segretario provinciale del FGCI di Torino negli anni ‘50, sindaco di Grugliasco e consigliere comunale negli anni ‘60/’70, insomma, attivista in generale del PCI.

Quindi, dopo tutti questi anni, posso serenamente poter affermare che i fili che mi legano a questo patrimonio culturale della mia città sono molteplici e viaggiano su altrettanti molteplici canali: affettivi, professionali e culturali.

Aggiungo che mi fa altresì molto piacere vedere che l’ARCI ha deciso di dedicare attivamente una percentuale del suo tempo a questo materiale, a questo pezzo di storia. Mi fa percepire le figure di Lalli e di mio zio non come appartenenti solo ad un côté  “storico” ma come figure il cui spirito e spinta ideologica permangono e vengono tramandati».

BIO

Giorgio Mirto ha conseguito il Diploma di Chitarra Classica presso il Conservatorio di Musica “L. Campiani” di Mantova e, successivamente, il Diploma Accademico di II° Livello in chitarra presso il Conservatorio di Musica “G.F. Ghedini” di Cuneo.

Ha svolto e svolge un’intensa attività concertistica tra Europa, Russia, Cina, Giappone, Argentina, Stati Uniti, Africa ed ha realizzato svariate incisioni discografiche per Gendai Guitar, Moisycos Edizioni Musicali (Tokyo), Ed. Sinfonica, GuitArt, Brilliant Classics e Acustic Music.

Uno dei suoi ultimi CD pubblicato da    Brilliant “Giorgio Mirto, Norwegian memories” (contenente sua musica per chitarra e orchestra d’archi) è stato quotato CD dell’anno dalla prestigiosa rivista American Record Guide.

Come autore è attivo su diversi fronti, dalla musica “assoluta” alla musica per il teatro e la danza, dalle colonne sonore alle collaborazioni nel mondo del pop.

Eterogeneità che trova le sue radici nei suoi anni di formazione.

Studente in Conservatorio da un lato e cofondatore di una rock band (i Perturbazione) tra i banchi del liceo, dall’altro, Mirto ha da sempre avuto e praticato un atteggiamento onnivoro nei confronti della fruizione e della produzione musicale.

E questo eclettismo si è poi riversato nella sua scrittura e gli ha, probabilmente, consentito di interfacciarsi con mondi estetici molto diversi fra loro e collaborare con artisti dai linguaggi più disparati.

Le sue opere sono pubblicate da Les Productions d’OZ, Ut Orpheus ed Edizioni Sinfonica.

Nel mondo del pop spicca la sua collaborazione con i Casino Royale con cui ha avuto l’opportunità di collaborare all’ultimo EP della band (POLARIS) nonchè all’album “Quarantine Scenario”.

Oltre a svolgere masterclass in tutto il mondo, in Italia ha insegnato chitarra presso i Conservatori di Brescia, Bari, Monopoli e Perugia ed attualmente è docente presso il Conservatorio “Mascagni” di Livorno

L’ARTISTA CHE HA LAVORATO AL PROGETTO, VITTORIO CAMPANELLA:

«Ho conosciuto il “Concerto per la Resistenza” perché Arci Torino mi commissionò il progetto grafico del CD, del booklet e del “foglio di sala”. Questo lavoro porta poi a una collaborazione tra DEWREC, il collettivo di cui faccio parte, e Arci Torino per il lavoro di campionamento degli estratti audio del concerto eseguito da Cali Low.
Ascoltando il Concerto interamente mi rendo conto che è come il festival dell’Arci “Jazz is Dead”, ma nel ’64.

Durante l’ascolto, mi imbatto nella poesia di Quasimodo dedicata ai fratelli Cervi: “Ai fratelli Cervi, alla loro Italia” e mi viene in mente mio nonno Vittorio, i suoi sporadici racconti di guerra e resistenza di quando era capo squadra partigiano. Mi rendo conto, più o meno consapevolmente, di quanto quella poesia sia rappresentativa del concerto ma anche delle mie radici.
Per questo motivo, decido di visualizzare le parole in disegno e mettere su carta il groviglio di pensieri ed emozioni che la musica, le parole di Quasimodo e i ricordi di mio nonno muovono in me. Spero che il risultato grafico sia  riuscito ad evocare, se non tutte, almeno alcune di queste cose
».

BIO

Vittorio Campanella è un artista visivo e sonoro di Torino, Barriera di Milano. E’ laureato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ed è stato studente del master ‘Performing Public Space’ a Fontys – School of Fine and Performing Arts, Paesi Bassi. Lavora con audio, video, fotografia e performance ricercando le possibili interazioni tra Arte e spazio pubblico tramite diversi metodi performativi. La sua ultima ricerca si intitola “Listening to Barriera: strategies for performative music composition in public space” e consiste in un percorso creativo partecipato nello spazio pubblico. Parallelamente, è presidente delle associazioni DEWREC e vicepresidente dell’associazione Il Pane e le Rose, entrambe aderenti alla rete ARCI, con cui cura progetti ed eventi culturali con focus partecipazione civica e pratiche di mutualismo. E’ socio fondatore del collettivo trans-nazionale e multi-disciplinare “URGE” in cui collabora all’interno di progetti artistici di spazio pubblico in Germania, Italia, Olanda, Portogallo e Belgio. Produce canzoni e colonne sonore con la sua band “zYp”, dal 2014, in Barriera di Milano, Torino.