tra una passeggiata teatrale nella “Terramadre”
e il teatro-slampoetry di Genchi e Capriuoli
a Teatri di Vita, Bologna, 2-6 maggio
Dopo la festa (bagnata) del Primo Maggio, le “resiDANZE di primavera”, giunte alla settima edizione, prendono il via con una prima settimana a base soprattutto di teatro, mentre in tutto il teatro e nel Parco dei Pini gli artisti in residenza si preparano per presentare i loro lavori.
La prima settimana mette al centro il teatro. Si inizia con il divertente incrocio tra teatro e slam poetry di Alessio Genchi e Innocenzo Capriuoli in “Ridi, piangi, ti ecciti” (2 maggio, ore 21), per proseguire con il grande classico del teatro di tutti i tempi, ossia l’ “Amleto” di Shakespeare nella versione della Galleria Toledo, con la regia di Laura Angiulli, che mette in rilievo soprattutto le trame familiari e quelle politiche (3-4 maggio, ore 21). La settimana si conclude con un doppio appuntamento (5-6 maggio, dalle ore 19), che vede “La mite” da Dostoevskij, nella versione dei Teatri d’Imbarco, con la regia di Nicola Zavagli e l’interpretazione di Beatrice Visibelli, preceduta dallo studio di Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich “Terramadre”, che invita gli spettatori a una passeggiata nella natura per scoprire aspetti inediti.
L’appuntamento con le “resiDANZE di primavera” è a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; teatridivita.it), e quest’anno cade nei 30 anni di Teatri di Vita, con il contributo del Comune di Bologna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura.
Ridi, piangi, ti ecciti di e con Alessio Genchi e Innocenzo Capriuoli; produzione Teatri di Vita con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura
Due attori in scena. Qualcosa di più di un dialogo sulla vita, qualcosa di meno di un documentario sull’esistenza. Ridi, piangi, ti ecciti è uno zapping continuo e frenetico di immagini che percorrono, anno per anno, le tappe della vita di un uomo medio contemporaneo. Attraverso l’utilizzo di vari linguaggi tra cui anche quello della slam poetry, gli autori, con ironia e poesia, giocano con il loro passato e tentano di esorcizzare il loro probabile futuro all’interno di un contesto sociale sempre più complesso. Nasce così una concitata filastrocca per augurare a sé stessi e al pubblico una vita piena e autentica, in cui non si smetta mai di… ridere, piangere ed eccitarsi. Alessio Genchi, diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna Galante Garrone, ha lavorato con registi come Federico Tiezzi, Alessandro D’Alatri, Carmelo Rifici, Nanni Garella, Daniele Salvo, Andrea Adriatico (in XYZ. Dialoghi leggeri tra inutili generazioni). Ha collaborato con Ksenija Martinovic in Boiler Room (menzione speciale Premio Scenario) e con Senza Piume Teatro in Home Run. Innocenzo Capriuoli è poeta, performer e attore. Studia teatro e performance presso la scuola di Farmacia Zooè e perfeziona lo studio del teatro archetipico, della metagenealogia e dei tarocchi con Cristobal Jodorowsky. Crea la performance Liberi di salvar con Arianna Favaretto Cortese. È stato diretto da Andrea Adriatico in XYZ. Dialoghi leggeri tra inutili generazioni.
Amleto da William Shakespeare, drammaturgia e regia Laura Angiulli, con Paolo Aguzzi, Giovanni Battaglia, Alessandra D’Elia, Enrico Disegni, Stefano Jotti, Valentina Martiniello, Andrea Palladino, Antonio Speranza, produzione Galleria Toledo
Amleto: basta la parola, ed è subito teatro. Il super-classico delle scene di tutto il mondo non smette mai di affascinare, emozionare e stupire, anche dopo tutte le rivoluzioni teatrali succedute negli anni e anche all’epoca della trap e di TikTok. Ecco allora rivivere Amleto in una nuova, cupa versione, che approfondisce i legami familiari così come quelli politici, firmata da Laura Angiulli, che da alcuni anni sta componendo un percorso attento all’interno delle opere di Shakespeare, di cui si sono viste alcune tappe a Teatri di Vita con Riccardo III e Giulio Cesare. Laura Angiulli è direttrice artistica dal 1991 del centro di produzione Galleria Toledo. Ha curato drammaturgia e regia di circa 40 spettacoli di repertorio, tra cui Io sposo l’ombra, Manuale di sopravvivenza, Temporale e alcuni lavori presentati recentemente a Teatri di Vita come Cassandra. È curatrice, inoltre, della sceneggiatura e regia di Tatuaggi, lungometraggio ispirato a Haute sourveillance di Jean Genet premiato alla Mostra del Cinema di Venezia.
La mite di Fëdor Dostoevskij, adattamento e regia Nicola Zavagli, con Beatrice Visibelli, produzione Teatri d’Imbarco
Un intenso monologo sulla violenza domestica, tratto dal racconto pubblicato da Dostoevskij nel 1876 e ispirato a un fatto di cronaca. Dando voce al carnefice, Beatrice Visibelli si immerge nei labirinti oscuri della sua mente, scavando attraverso il rapporto tra uomo e donna nello schema maledetto di vittima e carnefice. E lo fa in un inedito e sconcertante rovesciamento di prospettive e di ruoli, non nella parte della donna vittima, ma provando a immergersi nei labirinti della mente dell’uomo carnefice. Un monologo polifonico dove i pensieri diventano un flusso di parole che tentano ostinatamente di capire il perché di un rapporto dominato dal silenzio, usato come arma di potere e di tortura psicologica. E dove infine in un crescendo incalzante emerge il carattere tutt’altro che “mite” della giovane donna. Un capolavoro urgente per capire dal profondo il nostro tempo. Teatri d’Imbarco nasce nel 2002 a Firenze attorno alle figure di Nicola Zavagli e Beatrice Visibelli, e dal 2010 cura una stagione al Teatro delle Spiagge, riconosciuto come residenza artistica della Regione Toscana. Il drammaturgo e regista Nicola Zavagli ha iniziato collaborando con Franco Brusati, Alessandro Benvenuti e Ugo Chiti con cui fonda il Teatro Arké. Come regista ha approfondito in particolare la nuova drammaturgia inglese. Come sceneggiatore cinematografico è stato finalista al David di Donatello, al Ciak d’Oro e al Premio Solinas, e ha vinto un Nastro d’argento nel 1995 per Belle al bar. L’attrice Beatrice Visibelli, diplomata alla Bottega di Gassman, ha lavorato con Pino Quartullo, Giancarlo Sepe, Giuseppe Di Leva, Glauco Mauri, Piera Degli Esposti, Antonio Calenda, Barbara Nativi, Angelo Savelli. Ha partecipato anche a serie radiofoniche, televisive e film a fianco di Francesco Nuti, Damiano Damiani, Ugo Chiti.
Terramadre di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich, produzione Florian Metateatro, vincitore del bando Verdecoprente 2022, vincitore del bando CURA 2023, realizzato in residenza a Teatri di Vita nell’ambito del programma Artisti nei territori della Regione Emilia-Romagna
Terramadre è un’indagine viscerale sul rapporto tra uomo e natura. Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich intraprendono un cammino fisico, autentico, che consentirà loro di raggiungere il luogo in cui si svolgerà la performance ma anche, come recitano i versi di Franco Arminio, di “dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza” entrando in profonda connessione con i territori attraversati e prestando attenzione al percorso più ancora che alla meta. Il cammino si farà spazio di ascolto e di osservazione del territorio e di molteplici e nuove esistenze fino a culminare davanti agli spettatori, in improvvisazione, in una rassegna oggettiva ma anche evocativa, simbolica, umana, delle sensazioni, delle storie e delle esperienze raccolte durante il percorso. Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich sono due registi e drammaturghi. Laura si forma presso l’Accademia d’Arte Drammatica Cassiopea di Roma, Niccolò alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Laura con lo spettacolo Pezzi vince nel 2019 il Roma Fringe Festival, Niccolò nel 2017 riceve la Segnalazione del Premio Hystrio Scritture di Scena con il testo Trittico delle Bestie.
Iniziano a lavorare insieme nel 2020 con lo spettacolo Arturo, vincitore del Premio Scenario Infanzia ex aequo 2020, finalista al Premio In-Box nel 2021, vincitore Premio della Critica FringeMI 2022 e vincitore del Premio delle Giurie Direction Under 30 2022.
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