Domenica 28 agosto alle 21:00 al Jazz Club Torino in piazza Valdo Fusi l’anteprima del sodalizio fra Roberto Cifarelli, uno dei maggiori fotografi italiani nell’ambito della “fotografia musicale” ed Emanuele Sartoris vulcanico pianista provvisto di un’eccellente preparazione classica al servizio dell’improvvisazione e del jazz.
I due protagonisti dichiarano: “L’improvvisazione é il ponte che unisce in sinestesia suono ed immagini mettendo l’ascoltatore al centro. Pianoforte e macchina fotografica Interagiscono e si influenzano a vicenda raccontando uniti, in un legame indissolubile, il proprio punto di vista. Si espongono idee e sensazioni, impalpabili ed eteree ma si ritrovano anche figure nitide ed immediatamente riconoscibili. L’occhio di uno é il suono dell’altro, la mano del pianista è lo scatto del fotografo.”
In programma brani originali a firma di Sartoris e ispirati scatti fotografici di Cifarelli, una performance originale ed unica nel suo genere che vedrà la sua realizzazione e pubblicazione il prossimo mese di settembre.
Brevi note biografiche
Roberto Cifarelli (Maurizio Franco scrive di lui)
Nei luoghi in cui in Italia si suona jazz, la figura di Roberto Cifarelli è ormai da anni parte integrante della scenografia. Divorato da una passione inesauribile, con la sua presenza comunica a tutti gioia, serenità, entusiasmo e per questo motivo le sue rare assenze si notano, perché ormai siamo tutti abituati a vederlo con l’immancabile macchina fotografica mentre coglie gli attimi della tensione creativa, le emozioni che la musica gli comunica.
Cifarelli, classe 1964, ha compiuto tutto il percorso che separa gli scatti del dilettante di gusto da quelli del professionista, e lo ha fatto senza perdere un’oncia di quella passione per la musica, di quel rispetto per i musicisti che si avverte in tutte le sue fotografie, anche in quelle degli anni di apprendistato. Anni che hanno avuto termine nel 2002, quando nel libro Emozioni, scritti, immagini del jazz italiano, originale nella sua impaginazione che univa le foto a brevi note dei musicisti ritratti, ci consegnava il primo, compiuto atto d’amore verso i protagonisti di quel mondo di suoni che ama sopra tutti gli altri.
Da allora, Roberto Cifarelli è diventato un professionista della fotografia dello spettacolo, ma non ha perso la tensione che anima il dilettante, inteso però come colui che in maniera competente si “diletta” (al più alto livello) con un fenomeno artistico e spirituale. Così, il suo mondo di immagini ha trovato sempre più spazio nelle riviste specializzate, Musica Jazz in testa, (ma anche Jazzit, Downbeat, Amadeus, Insound) nelle copertine di libri o degli album pubblicati da grandi etichette, come la Blue Note e la ECM, o da intraprendenti Indies quali Splasch, Map, Abeat, Alfa Music, Cam Jazz, Via Veneto. Ed anche nelle innumerevoli rassegne che lo hanno invitato ad esporre: da Piacenza a Gallarate, da Iseo alla Brianza, da Vicenza a Udine, Vignola, Ivrea ed anche Colonia, in Germania.
Collabora attivamente con i musicisti in progetti multimediali che mettono in rapporto la musica con l’immagine ed ha ideato lo spettacolo Pentafotogramma, nel quale documenta in diretta il “pre” e il “durante” di concerti di artisti quali Antonello Salis, Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Beppe Caruso, Renato Sellani e Max De Aloe. Questo rapporto stretto, di amicizia e conoscenza, che lo lega ai musicisti è anche il segreto dell’immediatezza delle sue foto, che al di fuori di ogni ricerca formalistica cercano soprattutto di far uscire non tanto il fotografo, quanto il musicista, la sua peculiare gestualità. Forse per questo le sue immagini trasmettono lo stesso calore e la medesima serenità che si provano stando al fianco dell’uomo Roberto Cifarelli.
Emanuele Sartoris
Avviato allo studio dello strumento dall’età di 10 anni, rapidamente inizia ad interessarsi al Blues e a tutta la musica nera e successivamente alla tradizione classica e alla musica moderna.
Approda alla musica jazz frequentando seminari di improvvisazione e orchestrazione, fino al diploma sotto la guida di Dado Moroni presso il Conservatorio di Torino dove consegue anche la Laurea in Composizione ed Orchestrazione Jazz con il massimo dei voti sotto la guida di Furio Di Castri e Giampaolo Casati. Venendo inoltre selezionato come uno tra i migliori studenti del suo corso ha modo di frequentare lezioni di perfezionamento a New York presso la prestigiosa Juilliard.
Suona in numerosi festivals tra cui Torino Jazz Festival, Open Papyrus Jazz Festival, Novara Jazz Festival, Moncalieri Jazz Festival, Narrazioni Jazz, Joroinen Music Festival in Finlandia. Unisce un’intensa attività concertistica a quella didattica, da seminari come “Piano Experience” presso la Fiera Internazionale del pianoforte di Cremona insieme al Maestro Massimiliano Genot fino all’insegnamento in veste di tutor presso lo stesso Conservatorio di Torino.
Ospite musicale stabile da sei anni consecutivi nella trasmissione “Nessun Dorma” su Rai 5, condotta da Massimo Bernardini ha modo di collaborare tra i tanti con ospiti del calibro di Eugenio Allegri, Eugenio Finardi, Patrizio Fariselli , Enrico Rava e Tullio Depiscopo, Stefano di Battista, Fabrizio Bosso e Gianluigi Trovesi.
Persegue un’intensa attività discografica che va da pubblicazioni legate all’etichetta pugliese Dodicilune come “I Suoni Del Male” in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore ed il piano solo “I Nuovi Studi”. Il 20 settembre del 2019 viene pubblicato per l’etichetta romana Alfa Music l’album “Téchne” con i Night Dreamers, resident band del programma TV “Nessun Dorma”. Nello stesso anno partecipa al disco “Maurizo Brunod Ensemble” con ospiti Daniele DI Bonaventura e Gialuigi Trovesi ed esce il disco in trio “Woland” insieme al percussionista Massimo Barbiero e la violinista Eloisa Manera.
Le sue ultime produzioni discografiche sono l’omaggio a Cesare Pavese “verrà la morte e avrà i tuoi occhi” ed il successo prodotto dall’etichetta Caligola Records “Notturni” in duo con il Bandoneon di Daniele di Bonaventura, l’album non solo é oggetto di numerosissime recensioni entusiastiche ma viene celebrato come uno dei migliori cento album del 2021 nella classifica internazionale dalla rivista JazzIt nel suo JazzIt Awards.
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