Con l’avvicinarsi dell’estate, negli ultimi anni gli integratori hanno trovato nella fotoprotezione sistemica un nuovo valido campo di impiego. Infatti, la radiazione solare provoca, nella nostra, pelle una produzione eccessiva di radicali liberi, che superando le naturali difese antiossidanti della cute, causano, alla lunga, il foto invecchiamento e, purtroppo, talvolta, anche i tumori cutanei. È quindi ormai frequente che il dermatologo, accanto ad un prodotto di protezione solare con un fattore di protezione dai raggi UVB SPF 50+ prescriva un integratore da iniziare ad assumere anche diversi giorni prima di esporsi al sole. Così facendo sostanze come i beta carotenoidi delle carote o della verdura colorata, i polifenoli come l’epigallocatechina del tè verde, il picnogenolo del pino marittimo o il polipodium leucotomas della più esotica felce brasiliana riescono a contrastare e a prevenire i danni dovuti all’eccessiva formazione di radicali liberi generati dal sole.
Pur non essendo un medicinale, ci sono poi casi in cui sia il proprio medico a prescriverne l’utilizzo. È il caso di alcune situazioni di pertinenza dermatologica, come, ad esempio, la caduta dei capelli indotta dal cambiamento stagionale o da un grave stress psico-fisico, dove spesso si va a supporto dell’integrazione dietetica anche con sostanze utili alla formazione dei capelli stessi, come gli aminoacidi solforati e le vitamine. Inoltre, dal momento che anche le unghie sono fatte di cheratina – ovvero la proteina strutturale del fusto dei capelli – anch’esse traggono beneficio dall’uso di questo tipo di integratori. “Anche le unghie soffrono nelle diete carenti di alcune sostanze che in genere si ritrovano in alimenti come la carne o il pesce, spesso non più troppo presenti nella nostra alimentazione. Per questo, quando la lamina ungueale è fragile e si sfalda facilmente, l’integratore, con una composizione simile a quella dei capelli, risulta molto utile per rinforzarle” spiega il Prof. Leonardo Celleno, dermatologo e presidente AIDECO.
Gli integratori, come indica il loro stesso nome, hanno il compito di “integrare” una dieta carente di particolari sostanze o di fornire un maggior apporto di certi nutrienti per i bisogni specifici di ognuno di noi. Per gli sportivi ci sono gli aminoacidi e i micronutrienti per sviluppare al meglio il trofismo muscolare, per chi soffre di anemia cronica con sideremia bassa c’è pronto l’integratore che, insieme al ferro, apporterà anche altre sostanze utili al nostro benessere, in vista dell’estate abbiamo l’integratore che contiene le sostanze antiossidanti contro i radicali liberi.
Tuttavia, è bene fare qualche altra precisazione. “L’integratore non deve sostituirsi alla normale e sana alimentazione – continua il Prof. Celleno. È davvero inutile non mangiare certi cibi importanti per poi cercare le loro sostanze negli integratori. Spesso, inoltre, l’integratore non può sostituirsi alla natura: nei cibi le varie sostanze sono in equilibrio fra loro e svolgono al meglio le loro funzioni. L’integratore da solo non può quindi sostituirsi al cibo” in quanto contribuisce a fornire solo una parte del fabbisogno dietetico delle varie sostanze e va di conseguenza usato quando il loro naturale consumo alimentare è insufficiente oppure quando c’è una carenza specifica a causa di un malassorbimento o di altre situazioni medico-psicologiche. “Un suo abuso può essere dannoso perché l’introduzione esagerata di una sostanza si può tradurre in uno sbilanciamento dei sistemi enzimatici a cui partecipa proprio quella sostanza. In sintesi, l’integratore non è un medicinale e non cura le malattie. Può però contribuire a riequilibrare una dieta carente di importanti elementi o fornire un “surplus” di principi alimentari utili in particolari situazioni, influendo così positivamente sul ripristino dello stato di benessere dell’individuo” – precisa il professore.
“Ma le condizioni cliniche in cui si va diffondendo sempre più l’uso corretto degli integratori sono molteplici e non solo in dermatologia. Succede in ortopedia per contrastare i fenomeni degenerativi dell’artrosi, in oculistica per prevenire la cataratta e altre patologie dell’occhio, in ginecologia per mitigare gli eventuali problemi della menopausa e in molte altre situazioni pseudo patologiche” – ci spiega Celleno.
Grazie proprio a questa gamma così ampia di situazioni in cui se ne può fare uso, ma anche perché non trasmette al consumatore il senso di possibile pericolo che invece rimane proprio del farmaco, il mercato di questi prodotti è in continua espansione. L’importante è ricorrervi quando davvero è utile.
Altri articoli
Giornata Mondiale del Diabete, il Centro Denti e Salute di Reggio Emilia promuove la prevenzione della malattia attraverso una corretta igiene orale
Il 23 novembre, si terrà a Roma il Congresso sulle innovazioni terapeutiche per il benessere del cervello e la salute mentale organizzato da Brain&Care Research Foundation
Riconosciuta la personalità giuridica ad Avis Comunale Bergamo