Dal 14 luglio al 15 ottobre, oltre sessanta capolavori originali in mostra:
esemplari da tavolo, da parete e da torre, datati dal XV al XIX secolo,
raccolti dal collezionista Gian Carlo Del Vecchio (1918-2016).
Firenze – Inaugurata al Museo Galileo la mostra “Ore italiane”, curata da Antonio Lenner (Presidente di Hora-Associazione Italiana Cultori di Orologeria Antica) e Giorgio Strano (Responsabile delle collezioni del Museo Galileo). Visitabile dal 14 luglio fino al 15 ottobre, l’esposizione presenta al pubblico una selezione di orologi italiani rintracciati, conservati e studiati da Gian Carlo Del Vecchio (1918-2016).
In sessant’anni di attività, questo grande collezionista ha costituito una raccolta che nulla ha da invidiare a quelle dei maggiori musei del mondo. Gli oltre sessanta capolavori in esposizione, realizzati fra il XV e l’inizio del XIX secolo, costituiscono una selezione estremamente significativa dell’intera collezione, che contava oltre trecento oggetti. Per meglio definire il contesto della misura del tempo in ambito italiano, la mostra include anche strumenti per conoscere l’ora ideati prima della diffusione dell’orologio meccanico. Sono inoltre esposti alcuni utensili adoperati dai maestri orologiai per realizzare i loro capolavori.
Tante le storie comunicate dagli orologi in mostra. Si va dai primi orologi per le comunità religiose – i cosiddetti “svegliatori monastici” – ai complessi meccanismi degli orologi astronomici. Molti oggetti sono di raffinata fattura, con intarsi in pietre dure e avorio, o impreziositi dal lavoro di celebri ebanisti, com’è il caso di due orologi notturni menzionati tra i beni registrati in Palazzo Pitti alla morte di Ferdinando Maria de’ Medici nel 1713.
Gli orologi storici esposti non sono soltanto belli e significativi della produzione di alcuni dei più rinomati artefici italiani. Da un lato testimoniano l’ossessione umana di misurare e controllare il tempo nell’effimero tentativo di dominarlo; un desiderio talora stigmatizzato dalle decorazioni presenti sulle casse e sui quadranti degli orologi. Dall’altro lato, alcuni esemplari raccontano storie loro proprie, che si affiancano a quella generale del progresso tecnologico. Ne sono un esempio gli orologi notturni dei fratelli Campani, ideati nel cuore della Roma barocca per esaudire il desiderio papale di sapere l’ora senza dover ogni volta accendere una candela e, soprattutto, senza fastidiosi ticchettii che disturbino il sonno.
La mostra è affiancata da due laboratori didattici appositamente concepiti, che saranno tenuti da esperti di orologeria e misura del tempo: Questi gli appuntamenti: 30 luglio, 27 agosto, 17 settembre con: “La macchina del tempo. Orologi tra ruote e molle”, a cura di Andrea Palmieri. Il 3 e 10 settembre, 8 ottobre: “Meridiane e orologi solari: Alla ricerca del tempo vero”, a cura di Stefano Barbolini
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