“La Morteane” esce dai confini del Friuli e arriva fino in Kosovo, dove lo spettacolo in lingua friulana sarà ospitato, il prossimo 24 luglio, dal “Prizren Fest”: festival internazionale teatrale che annualmente porta, nell’anima storica e culturale del Paese, artisti provenienti da tutta Europa.
Un invito che è stato accolto con entusiasmo dalla Compagnia Arearea, artefice della produzione in collaborazione con il Comune di Casarsa della Delizia. Una trasferta resa possibile grazie alla stretta sinergia con il Teatri Stabil Furlan (Tsf), l’ente professionale di produzione teatrale che promuove la cultura e la lingua friulana sulla scena e che, nella sua passata stagione, ha ospitato la pièce. «Questa bellissima opportunità, che ci consentirà di portare all’estero uno spettacolo in lingua friulana, si è concretizzata grazie al desiderio di lavorare in sinergia per esportare un pezzetto, piccolo ma significativo, del nostro patrimonio culturale. Non possiamo che esserne orgogliosi e auspicare che si tratti della prima esperienza, di una lunga serie», hanno dichiarato Marta Bevilacqua, direttrice artistica, assieme a Roberto Cocconi, di Arearea e Lorenzo Zanon, presidente di Tsf.
Lo spettacolo è tratto da un’opera incompiuta di Pier Paolo Pasolini che ha trovato nuova vita grazie all’’intuizione del direttore artistico del Tsf, Massimo Somaglino, nell’occasione anche regista. “La Morteane” restituisce una commedia scritta da Pasolini nei suoi anni casarsesi. Nell’idea del poeta, a portarla in scena sarebbe dovuta essere la piccola compagnia dell’Academiuta. Qualcosa però ha cambiato i piani e l’opera non è mai stata rappresentata. A raccontarlo, fra le righe, è stato lo stesso Pasolini in una lettera del 1945 indirizzata a Gianfranco D’Aronco. La composizione scenica è però arrivata sino ai giorni nostri in una forma parziale: l’unica parte superstite è quella del “Fantat”, interpretato nello spettacolo da Klaus Martini, che lo scorso anno ha portato al “Prizren Fest” il suo “P.P.P. ti presento l’Albania”, mentre Arearea ha presentato lo spettacolo Marea. Ne “La Morteane” tutto è ambientato nella camera da letto del “Fantat”. Lì il giovane proletario “incontra” gli altri personaggio dell’opera pasoliniana: il “Diaul”, ‘l”Anzulut” e “il Muart” (Toni Pansa muart), che rivivranno, nonostante la mancanza dei copioni, grazie alle danze personificatrici degli Arearea, con Valentina Saggin, Anna Savanelli e Andrea Rizzo, su musiche originali di Mirko Cisilino, Giorgio Parisi e Laura Giavon, eseguite dal vivo.
La poesia di Ermes di Colloredo da cui Pasolini rivela avere tratto ispirazione si intitola ‘Iu abus dal secul presint’ (Gli abusi del secolo presente), e in particolare tratta degli effetti dei disordini di gioventù: gli abusi sensuali, e gli eccessi nel bere soprattutto, faranno sì che in vecchiaia le ginocchia tremino in una sorta di ‘danza della morte’ o ‘danza macabra’, dando questo significato a quella che era effettivamente una danza esistente in Friuli, ma della quale si sono perse le tracce, probabilmente originaria di Mortegliano. Da qui, “La Morteane”. La commedia, in toni scherzosi e lasciando spazio alla voce popolare, tratta quindi tematiche di una certa consistenza, quali lo scontro tra bene e male, argomenti morali, la necessità di guadagnarsi un posto in cielo già durante la vita evitando abusi ed eccessi. Il Fantat esprime la voce del proletariato rurale degli anni della guerra, senza lavoro, con le tasche vuote, ma con una straordinaria esuberanza e una inarrestabile voglia di vivere la vita e il divertimento povero e popolare della sagra paesana. Esaurito il sogno-incubo, alla fine, decide di chiudere la notte con una bella dormita, rimandando l’analisi degli insegnamenti e gli eventuali cambiamenti di vita al risveglio dell’indomani.
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