Tournée nel Vermont dove l’attore milanese, che ha vissuto per oltre 20 anni con loro ‘assorbendo’ tutti i trucchi del mestiere, terrà seminari al ‘Middlebury Language College’e reciterà per la cittadinanza
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(Milano) Tappa americana per il tour estivo di Mario Pirovano che, da domani, lunedì31 luglio, al 7 agosto, porterà in scena “Lu Santo Jullare Francesco” di Dario Fo e Franca Rame presso il Middlebury Language College nel Vermont (USA) dove terrà anche una serie di lezioni/spettacolo durante le quali racconterà la sua vita con Dario Fo e Franca Rame
“Lu Santo Jullare Francesco” è stato tradotto ed interpretato dallo stesso Pirovano in lingua Inglese (“Francis The Holy Jester”) per la prima volta assoluta in prima mondiale nel 2009 al “Trinity Theatre” di Tunbridge Wells nel Kent in Inghilterra.
Da allora lo spettacolo ha avuto un grande successo ed è arrivato al “Fringe Theatre” di Edimburgo e alla “Saint Bonaventure University”, la prima Università Francescana, negli Stati Uniti D’America passando dalla Fordham University di New York, alla Princeton University , all’Università di Providence, e a quella di Wayne University Michigan e molto altre ancora compresa quella di Harvard.
“È una grande soddisfazione – commenta Mario Pirovano – essere stato inviato da uno dei college più liberal degli Stati Uniti, il primo college che ha laureato un uomo di colore, il primo college che ha concesso una ‘Laurea Honoris Causa’ a Dario Fo e Franca Rame nel 2008. La prima sensazione che provo è senza dubbio quella di una grande felicità! E poi la consapevolezza che, dopo tutto, Dario Fo e Franca Rame mi hanno regalato tutto questo. E quindi mi pervade un profondo senso di gratitudine pensando a loro e alla nostra vita insieme per 20 anni, nella stessa casa, in corso di Porta Romana a Milano, Quante vicissitudini abbiamo vissuto in quella casa! Quante cose ho imparato vivendo con loro una specie di working progress permanente”!
In passato, sono stati ospiti della Scuola Italiana politici, come Giovanni Spadolini, registi come Giuseppe De Santis, Francesco Rosi, Giuseppe Tornatore, Vittorio Taviani, scrittori come Ermanno Rea, Dacia Maraini. Quest’anno l’artista in residence della Scuola Italiana è Mario Pirovano.
“Vivevo a Londra da quasi dieci anni – continua Pirovano – quando una sera, era il 1983, esattamente 40 anni fa, sono andato al teatro ‘Riverside Studios’ per assistere a Mistero Buffo: fu una folgorazione. Nella lingua, nei gesti, nei personaggi e nelle storie popolari di quell’opera io ritrovavo le atmosfere e le situazioni della mia infanzia contadina. Nella denuncia dell’ingiustizia, nella voglia di riscatto e nell’ironia mi sono riconosciuto subito completamente, consapevole del valore sociale oltre che artistico del testo. Sono tornato ogni sera a teatro per rivedere lo spettacolo e conoscere, finalmente, Dario Fo e Franca Rame”.
Nello stesso anno Pirovano entra stabilmente nella loro compagnia dove svolge le mansioni di traduttore, comparsa, aiuto elettricista, aiuto macchinista, responsabile della diffusione del materiale editoriale, direttore di scena, assistente alla regia, seguendo i due attori anche nelle tournée internazionali. Viene così a trovarsi in una posizione privilegiata, come un artista che apprende direttamente il mestiere in una bottega del Rinascimento: dalla scrittura dei testi alla prima lettura con gli attori, alle prove sul palcoscenico, ai continui cambiamenti dell’opera nel suo divenire. Nel 1991 Pirovano arriva a esibirsi lui stesso da solo sulla scena proprio con il Mistero Buffo, di cui ormai conosce ogni segreto.
Sul modello di Fo, Pirovano porta avanti la tradizione degli antichi narratori e giullari di ogni paese che si servivano soltanto della voce e del gesto per conquistare l’attenzione del pubblico.
Nel corso degli anni mette in scena in Italia e nel mondo, dall’Europa all’America all’Asia, all’Africa e all’Australia, alcuni dei monologhi più famosi di Dario Fo, anche in lingua inglese e in spagnolo: oltre al classico “Mistero Buffo”, rappresenta “Johan Padan a la Descoverta de le Americhe”, “Lu Santo Jullare Françesco” e “Il Magnifico Ruzzante”, “Vorrei morire anche stasera se dovessi sapere che non è servito a niente”. Negli ultimi due anni ha messo in scena “Darwin”, sempre di Dario Fo, e “In Fuga dal Senato” di Franca Rame con l’attrice Sara Bellodi.
LU SANTO JULLARE FRANCESCO
Un monologo in cui prende vita un’intera serie di personaggi dell’Italia medievale: Papi e Cardinali, soldati sui campi di battaglia, contadini e venditori al mercato, monaci e cavapietre.
Lavorando su leggende popolari, su testi canonici del Trecento e su documenti emersi negli ultimi cinquant’anni, Dario Fo elabora un’immagine non agiografica di san Francesco: spogliato dal mito, emerge un personaggio provocatorio, coerente, coraggioso, ironico. Del resto era lo stesso Francesco a definirsi ‘jullare di Dio’ e questo proprio negli anni in cui l’imperatore Federico II promulgava un editto contro i ‘Joculatores’ considerandoli buffoni osceni!
La realtà storica e la tradizione popolare si intrecciano nel ripercorrere alcuni dei momenti più significativi della vita di Francesco: la richiesta di approvazione della Regola al Papa Innocenzo III, la predica agli uccelli, l’incontro con il lupo, la malattia agli occhi…
La rappresentazione si compone di 4 storie fra le più importanti della vita di Francesco. Il tutto giocato e raccontato con ironia e lazzi alla maniera dei giullari del medioevo, di cui santo era un esponente di primo piano e, non a caso, era soprannominato ‘Il Giullare di Dio’.
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