“Il viaggio e la speranza” di Alfredo Alessio Conti (Carello Editore, 2023 pp. 46 € 12.00) è una conferma poetica all’orizzonte di un itinerario dentro la parola divina e umana, il varco di un confine sacro in cui il cammino esitante dell’uomo è la prima, necessaria missione della coscienza interiore per intraprendere la migliore esperienza della vita. Il percorso di Alfredo Alessio Conti circonda il tracciato fragile e sofferto del tempo presente, alimenta la traccia esplicativa di una liturgia emotiva, scandisce il movimento interpretativo dell’esistenza, la linearità geometrica di ogni profondo ed essenziale verso, segue la complessità incessante del fondamento della conoscenza. I testi assegnano una teologia esegetica, distendono la volontà di una consapevolezza, nelle frammentarie inquietudini dell’uomo, assorte nell’incertezza del vivere, trafitte nel timore e nei tormenti della solitudine. Alfredo Alessio Conti abita la maturità della propria espressività linguistica, indaga l’archetipo del significato cognitivo, confronta la propria anima con la transitorietà del proprio corpo, per essere testimone alla rivelazione trascendente della propria condizione, avverte la via dell’impegno educativo per rivolgersi a una umanità ritrovata, nell’appartenenza del pensiero che eleva il respiro alla libertà e all’ascolto rivelativo del silenzio, contempla la riappropriazione di una identità evocata attraverso la ricerca riflessiva e l’ancoraggio di ogni prospettiva. Consente alla propria verità elegiaca di dispiegare il paradigma dell’attitudine spirituale, la devozione nei confronti dell’amore e della grazia, sorregge la tensione intrinseca del paesaggio interno. “Il viaggio e la speranza” apre le pagine al dono della comprensione, diffonde lo stupore monastico di una liturgia esplorativa al servizio elegiaco dei ricordi e al valore ermeneutico della nostalgia, illustra il contenuto incarnato dell’insegnamento pastorale a inchinarsi alle trame dell’assoluto, indica l’esortazione per nutrire l’opportunità coraggiosa di stare con se stessi, di accettare la crudele e misteriosa frattura del dolore, di contemplare l’oscura inaccessibilità che alberga nella soglia del cuore, di incoraggiare il suo superamento per ritrovare la sincera corrispondenza di verità con l’universo e con Dio. Alfredo Alessio Conti analizza una continua e insistente custodia del pensiero, sorveglia l’esercizio lirico della percezione soggettiva dei sentimenti per rendere agibile lo spazio ecumenico dell’amore, rivolge la sua attenzione all’osservazione monologante delle esperienze della vita. La poesia di Alfredo Alessio Conti pone a fondamento l’esigenza di un rifugio introspettivo, analizza la condizione emozionale che resiste oltre lo spaesamento e lo sgretolamento inarrestabile della provvisorietà delle attese, il precipizio inesorabile dell’assenza, riceve lo svelamento della meraviglia vitale, l’autenticità della tenace e paziente speranza. Affronta la vulnerabilità delle vicissitudini, intuisce le imperfezioni terrene, ritrova il valore purificatore di ogni alta meditazione e fortifica la preghiera quotidiana verso l’armonia della natura e il sereno raccoglimento verso la luce. Ricorda ai lettori la dolce e amorevole misericordia della fede, nell’ordine di un elemento carnale e divino preesistente all’uomo stesso, nella radice di un verso che instilla il bene: “Sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene. Ama e fa ciò che vuoi” (Sant’Agostino)
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