sull’Isola di San Servolo a Venezia
un progetto del Centro Sperimentale di Cinematografia sostenuto dai fondi del PNRR e Regione Veneto
Arriva per la prima volta in Europa un centro interamente dedicato alle arti immersive e approda in Italia, più precisamente sull’isola di San Servolo a Venezia, frutto di un accordo di programma siglato un anno fa dal Centro Sperimentale di Cinematografia con l’Assessorato alla formazione della Regione Veneto.
Il CSC Immersive Arts, la cui direzione didattica è stata affidata a Sara Tirelli, nasce per portare l’Italia in prima linea sul fronte della Realtà Estesa, un settore che proprio negli ultimi anni sta vivendo un forte sviluppo e mostrando grandi possibilità di crescita per i settori dell’audiovisivo e delle arti performative. Un centro di formazione, ricerca e produzione che offrirà un programma didattico internazionale in grado di unire teoria e pratica, cercando il più possibile di creare un ambiente di studio e lavoro interdisciplinare.
Con una superficie di circa 700 metri quadrati, il CSC Immersive Arts ospiterà le tecnologie più avanguardistiche per chi lavora sulla realtà immersiva, tra cui il primo volumetric capture studio e immervise sound di questo tipo nella Regione Veneto, che sarà a disposizione anche di professionisti esterni.
La proposta formativa, unica nel suo genere, si articolerà in Residency e Labs: la prima offerta didattica prevede un programma della durata di un anno con due curricula principali, Creator e Creative Technologist, per fa dialogare in modo proficuo i diversi mondi della direzione artistica e tecnologica; i Labs invece consisteranno in laboratori intensivi dedicati a professionisti, ognuno dedicato a specifici aspetti e maestranze del mondo dell’audiovisivo e non solo.
L’obiettivo del CSC Immersive Arts è quello di creare nuovi talenti professionalizzati che trovino spazio nel mondo delle tecnologie XR, dando le competenze giuste nelle varie discipline umanistiche, creative, tecniche, sociali e manageriali; teoria e pratica si fonderanno per fornire un’istruzione completa a trecentosessanta gradi, quanto mai necessaria per rispondere oggi alle esigenze del mercato audiovisivo e delle arti performative.
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